Oggi si inaugura la diga di Kariba gigantesca impresa del lavoro italiano in Africa di Giovanni Giovannini

Oggi si inaugura la diga di Kariba gigantesca impresa del lavoro italiano in Africa E9 fa più grande costruzione dai tempi dette piramidi Oggi si inaugura la diga di Kariba gigantesca impresa del lavoro italiano in Africa Alta 126 metri, imbriglia in Rhodesia le acque dello Zambesi, creando un lago lungo 300 km. e largo quanto la Liguria - E' costata 200 miliardi - La testimonianza di uno scrittore inglese sul valore dei nostri connazionali, molti dei quali vi lasciarono la vita - La regina madre Elisabetta all'inaugurazione con il ministro Zaccagnini Domani, quando la regina madre d'Inghilterra, Elisabetta, inaugurerà ufficialmente 11 complesso idroelettrico di Kariba premendo 11 pulsante che metterà in azione la seconda delle sei turbine della potente centrale, sarà accanto a lei e alle altre autorità del Commonwealth il ministro Italiano del Lavoro on. Zaccagnini; insieme al bianco-rosso-blu della Rhodesia flotterà al vento della vallata del domato Zambesi il bianco-rosso e verde d'Italia; fra gli uomini che diressero e realizzarono la più grande opera costruita in Africa dai tempi dei faraoni e delle piramidi, saranno in prima linea gli italiani; e squilleranno a festa sulla maggiore altura le campane della chiesa dove sono le statue di S. Giuseppe e Santa Barbara, patroni rispettivamente dei carpentieri e degli operai, dei minatori e dei costruttori, e quelle di San Giorgio e di Santa Caterina, patroni d'Inghilterra e d'Italia: il tempio che, come dice la grande epigrafe in latino, « l'Impresit e gli artefici d'Italia dedicarono alla memoria di tutti i Caduti a Kariba e ai quattro santi protettori ». Sono passati cinque anni da quando il governo rhodesiano fece pubblicare in vari paesi del mondo — non in Italia — l'annuncio del suo invito alle Imprese per la gara che doveva aggiudicare 1 principali lavori d'ingegneria civile della diga e degli impianti idroelettrici di Kariba. Era l'invito ad assumersi un compito senza precedenti, ad imbrigliare uno dei più selvaggi fiumi africani In una delle zone più desolate e Inaccessibili del Continente, facendo sorgere con un milione di metri cubi di calcestruzzo una diga alta centoventisei metri e lunga in cresta cinquecetottar.ta metri, creando un fago art.fl>iale lungo a sua volta quasi trecento chilometri e largo all'inclrca quanto la Liguria. Settanta delle mags'.or; imprese mondiali ritennero di poter concorrere: a vincere — fra la sorpresa generale ed altre meno comprensibili reazioni — fu un complesso italiano, la « Impresit ». La sua offerta per 25,25 milioni di sterline (45 miliardi di lire, circa) risultò di un milione e mezzo di sterline inferiore a quella del concorrente più vicino; e per altri dieci milioni di sterline, gli italiani riuscirono ad aggiudicarsi anche la costruzione di 1475 chilometri di elettrodotti da Kariba attraverso alcune delle più impervie regioni della Rhodesia. Di questa splendida pagina del lavoro italiano ha recentemente scritto su La Stampa Francesco Rosso. Alla vigilia dell'inaugurazione, vogliamo soltanto aggiungere qualche citazione da una testimonianza anglosassone di Frank Clemente il cui Kariba, The Struggle with the River God (cLa lotta con il fiume Dio ») sta per uscire in Italia per i tipi di Garzanti. < Appaltatori — seri ve Clements — è un termine pedestre per definire uomini la cui perizia e il cui coraggio lascerà per sempre un'impronta sulla faccia dell'Africa, come non è mai svanito dall'Europa il segno di coloro che costruirono le strade ro mane. Sulla carta, l'Impresit è un consorzio di quattro so cietà: Umberto Girola, Ing. Lodigiani, Dott. Ing. Giuseppe Torno (tutte e tre specializzate nell'esecuzione di grandi lavori idroelettrici) e le Imprese italiane all'estero Spa, società tecnico finanziaria spe cializzata nell'esecuzione di lavori all'estero, consociata della Fiat. In sostanza, l'Impresit era un corpo di un mi gliaio di europei o poco più che, insieme a circa seimila manovali africani, combatterono una battaglia triennale contro il più violento se non il più potente fiume africano », Cessate le polemiche per la clamorosa aggiudicazione, cominciò l'attesa per la prova del fatti. « Gli italiani si ren devano ben conto che per es si Kariba costituiva una prò va determinante. Si trovavano in un paese straniero e sa pevano che ogni loro azione sarebbe stata osservata gelo samente. A qualcuno non sa rebbe affatto dispiaciuto vedere il fallimento del progetto, ed altri sarebbero stati felicissimi se gli italiani non fossero riusciti. Nelle riunioni te cniche, la loro competenza era fuori discussione, tutti ammettevano che i loro operai spe cializzati fossero insuperabili per industriosità e capacità. Ma c'era qualcosa che doveva essere .provato: la loro tenacia, il loro spirito combattivo, Essi ebbero presto l'occasione di provarlo. Mai un fiume si batté così selvaggiamente e tenacemente come lo Zambesi; mai un progetto è stato intralciato da tante avversità Eppure gl'italiani non solo le superarono ma furono sempre in anticipo sui programmi ». Quando nel '57, lo Zambesi infuriò con violenza inattesa rovinando e impedendo ogni lavoro per sei settimane, < per gli italiani — è ancora Clements che scrive — divenne una questione di orgoglio mostrare a tutti come essi potessero superare le avversità. Erano decisi a non accettare alcuna scusa per quanto accettabile essa fosse da chi conosceva le difficoltà incontra tè. A qualunque costo doveva- no raggiungere 11 loro primo traguardo, e lo raggiunsero con quattro giorni di anticipo. Da quel momento non ci furono più dubbi sulle capacità degli Italiani di far fronte all'Impresa ». E nel '58, dopo il più tremendo attacco dello Zambesi con una piena come forse, secondo gli studiosi, può verificarsi solo una volta in diecimila anni, « l'opinione pubblica era oscillata al punto di far dire alla gente: solo gli Italiani avrebbero potuto farcela ». Ora la natura è domata, la diga si stende, candido e gigantesco segno di progresso, attraverso la selvaggia vallata, nella centrale sotterranea lllltllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll la seconda delle sei turbine sta per avviarsi, gli elettrodotti si allungànp sempre più per centinaia di chilometri nel desolato paesaggio africano. Non c'è che da completare l'opera il cui costo finale si aggirerà sui duecento miliardi di lire. Resteranno sulle alture vicine le case, le scuole, gli ospedali le chiese, i cinema, tutta la pie cola città che italiani costruirono come base di attacco allo Zambesi. Non resteranno gli uomini, già molti sono tornati a casa in volo (e già alcuni in questi anni in aereo li avevano preceduti, coloro che erano caduti sul lavoro per la più grande opera costruita in zslllllllllllllllll IIIIIIMIIIIIiniMIMIIIIIIIII llllllll Africa dai tempi dei faraoni, coloro che sono ricordati Insieme agli altri morti di ogni nazionalità e razza nella grande epigrafe latina dalla chiesetta di Santa Barbara, alta sulla collina di Kariba). Giovanni Giovannini

Persone citate: Clements, Francesco Rosso, Frank Clemente, Garzanti, Giuseppe Torno, Lodigiani, Umberto Girola, Zaccagnini