Un ex-collega di Raoul Ghiani spiega come trovò i gioielli della Martirano

Un ex-collega di Raoul Ghiani spiega come trovò i gioielli della Martirano Dopo il sequestro dei preziosi in uno scaffale delio dittu Verno) u Miluno Un ex-collega di Raoul Ghiani spiega come trovò i gioielli della Martirano Cercava un acido particolare e prese una scatola: dentro vide un involto con i preziosi - Rinchiuse, telefonò ad un superiore e ricevette l'ordine di recarsi a Roma - Ieri è stato interrogato tre volte - Messo a confronto con un'impiegata e con il titolare della ditta, malato in clinica - Il magistrato dichiara: "La vicenda è chiusa. Non esiste quarto uomo,, (Dal nostro corrispondente) Milano, 14 maggio. Il giudice istruttore Modigliani e il p..m. Felicetti — i due magistrati romani che ieri mattina hanno recuperato i gioielli di Maria Fenaroli Martirano in uno scaffale della ditta Vcmbi, dove lavorava il presunto assassino Raoul Ghiani — sono rimasti a Milano per tutta la giornata di oggi. Hanno trascorso la maggior parte del tempo nel Palazzo di Giustizia c precisamente nella camera £14, diventata celebre nel novembre del 1958, quando già essi la occuparono per interrogare il geometra Giovanni Fenaroli, il medico cui egli si era rivolto perché gli uccidesse la moglie, il Ghiani, gli Inzolia e numerosi testimoni. Anche oggi la stanza SU, in fondo ad un corridoio nel quale vigilavano due carabinieri, è stata usata per compiere gli interrogatori. I magistrati hanno cercato di stabilire, attraverso le deposizioni dei dipendenti della d\tta Vcmbi, se la scatola di latta contenente i gioielli si trovava nello scaffale, coperta da sacchetti d'una sostanza chimica in polvere, fin dall'autunno 1958 oppure se è stata collocata più recentemente. Giova ricordare che Raoul Ghiani, fu arrestato nel novembre 'B8. I primi ad essere convocati al Palazzo di Giustizia sono stati il ragioniere Domenico Castellano, addetto all'ammi- i a i o . e o i , e a, o e oè sr o ie nistrazione della Vembi, la signorina Elsa Bazzini dell'ufficio fatturazione e Gregorio Colevano magazziniere. La loro deposizione è durata un'ora e mezzo. E' probabile che il dott. Modigliani e il suo collega Felicetti abbiano voluto sapere dai tre testimoni la data in cui era stata acquistata la polvere che, chiusa in sacchetti, ricopriva la scatola dei preziosi. Si è saputo che quella particolare sostanza chimica viene usata nella ditta Vembi fin dalla primavera 1SS7. Il rag. Castellano e gli altri ai giornalisti hanno detto soltanto: € Noi siamo tranquilli. Chi fa i guai, li dovrà pagare ». Nel pomeriggio sono stati sentiti nell'ufficio SU altri cinque dipendenti della Vembi, che avevano conosciuto e frequentato Ghiani. Più a lungo degli altri è durato il colloquio con la signorina Emma Piflè. Alle 18 i due magistrati romani si sono recati nella clinica « Capitanio > di via Mercalli, dove da alcuni giorni è ricoverato il dott. Mario Lucano, uno dei titolari della ditta. Con il consenso dei medici curanti anche lui è stato sottoposto ad interrogatorio. Alle 19 nella sua camera sono stati introdotti anche l'impiegata Elsa Bazzini e il dipendeìite Aldo Dusi, colui che avrebbe scoperto per primo i gioielli. Il confronto fra i tre è durato circa una mezz'ora. Con questo sopralluogo in clinica si conclude la cronaca dell'attività dei dottori Modigliani e Felicetti a Milano. La figura di maggior rilievo e maggiormente legata all'insperato ritrovamento di gioielli è quella di Aldo Dusi, un tecnico di 32 anni, di media statura, gentile, molto riservato, abitante con la moglie e una bambina di pochi mesi alla Città degli Studi. Egli stasera ha fatto alcune dichiarazioni. « Mercoledì scorso — ha detto in sostanza il Dusi — stavo cercando un acido di marca tedesca, ZTlford: mi serviva per un esperimento e mi era venuto in mente che nel laboratorio dorè ai-eva lavorato anche Raoul Ghiani dorerà esserci ancora qualche lattina. < Trovai quanto cercavo sul piano inferiore di uno scaffale. Era una scatola posta fra sacchetti e materiale per il fissaggio e lo sviluppo dei microfilm. Aperta la scatola mi sono accorto che conteneva poco acido pur pesando moltissimo. Ho pensato che al fondo ci fosse del ferro. Ho frugato dentro ed è venuto fuori un involto fatto di un vecchio straccio di tessuto scozzese in dotazione in tutti i laboratori per ripulire vetrini e lenti. Incuriosito l'ho aperto. C'erano i gioielli. Sono rimasto di sasso. In quell'attimo mi sono tornati in mente gli interminabili interrogatori cui eravamo stati sottoposti dopo l'arresto del Ghiani. € Non sapendo cosa fare — continua il Dusi — ho rimesso la scatola al suo posto e ho telefonato a uno dei miei superiori. Ho ricevuto ordine di non parlare con nessuno e di partire immediatamente per Roma. Cosi alle 22 dello stesso giorno prendevo il treno per la capitale, dove arrivavo alle 7,20 di giovedì mattina. Dalla stazione Termini telefonavo al dott. Modigliani che si trovava ancora a casa e mi incontravo successivamente con lui al Palazzo di Giustizia, per raccontargli ogni cosa. < Il magistrato ini ordinava di non fiatare con altre perso ne su questa faccenda, e mi faceva ripartire per Milano, pregandomi di non presentarmi al lavoro fino a nuovo ordine. Soltanto ieri pomeriggio ho saputo che il sopraluogo in via Col di Lana era in corso > Il Dusi ha finito sospirando tèqrpintvstllsvsaruccfndptpaFtdCorpvd tra sé: * Perché proprio a me è venuto in mente di aprire quella scatola? >. I giornalisti volevano sapere da lui se la famosa scatola poteva essere stata collocata in quel punto da qualcun altro nei giorni scorsi, o se invece può essere realmente sfuggita alle ricerche per venti mesi: Aldo Dusi ha schivato la domanda, rispondendo: € Io l'ho trovata soltanto mercoledì scorso: ma nel laboratorio lavorano altri operai ». Stasera alle SI Aldo Dusi è stato nuovamente convocato al Palazzo di Giustizia. Vi è rimasto quasi un'ora. Infine è uscito senza voler più parlare con nessuno dei giornalisti che attendevano. II dott. Felicetti ha invece fatto la seguente dichiarazione: < Siamo pienamente soddisfatti del lavoro compiuto: posso dire che per il momento non ci saranno altri sviluppi della vicenda. Non esiste alcun quarto uomo nel caso Fenaroli-Ghiani-Inzolia. Ripartiamo per Roma questa notte». c. m. Aldo Dusi, che ha rinvenuto i gioielli della Martirano, e la signora Elsa Bazzini, impiegata della ditta « Vernai », arrivano alla clinica «Capitanio» per essere interrogati dal giudice istruttore dott. Modigliani (Telef.) niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiniiiiiiiiiHiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiimiiii

Luoghi citati: Città Degli Studi, Martirano, Milano, Roma