La giovane e bella moglie del dottor Tondoj era al centro di torbide e sfrenate passioni

La giovane e bella moglie del dottor Tondoj era al centro di torbide e sfrenate passioni Il delitto di Agrigento svela oscuri segreti di note famiglie siciliane La giovane e bella moglie del dottor Tondoj era al centro di torbide e sfrenate passioni Su tutto l'ambiente dominava la signora Danika La Loggia, una slava bruna, dal volto mascolino e volitivo - Il barone Agnello e il psichiatra prof. La Loggia sono le altre due figure di primo piano - Il commissario fu uccisola sera in cui volle portare con sé, per sempre, la moglie a Roma - Un diario d'amore, lettere anonime, false accuse a un tenente, eroina e oppio hanno portato agli attuali arresti e fermi (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 12 maggio. Bisognerebbe chiedere a un Peyrefltte di scrivere la storia di questo delitto, a un Peyrefltte in gonnella perché è più storia di donne che di uomini. E' un delitto di provincia, lentamente maturato in una calda atmosfera di noia, ricchezza e vizio, con personaggi che chiamano insistentemente al ricordo i grandi fatti di sangue del nostro dopoguerra: la Bellentani, la Montesì, Fenaroli e Ghìani, il medico di S. Maria Capua Vetere uccisore dello studente, di cui egli stesso aveva fatto l'amante della sua donna. Ed è un delitto in contrasto con la terra da cui è nato: una terra dove spesso si uccide, ma per vendette o passioni naturali, e ancor più frequentemente per onore. Questo, invece, è il delitto del disonore: non potrebbero essere meno «micidiali» due dei suoi personaggi principali; due mariti rassegnati, se non compiaciuti, per i tradimenti delle mogli. La sera del 30 marzo 11 commissario di polizia Aldo Tandoj viene assassinato In una delle strade centrali di Agrigento, mentre rincasa in compagnia della moglie: colpito al cuore da una pallottola, resta ucciso anche uno studente di diciotto anni, vìttima innocente. Questo il fatto: eccone 1 protagonisti. Il dottor Tandoj è un uomo grasso, stanco, precocemente invecchiato: una ferita di guerra e una successiva operazione chirurgica lo hanno indebolito, togliendogli la possibilità di dare alla moglie tutto il suo amore. La moglie Leila è giovane, ha trentadue anni, è di sangue caldo: emiliana, di Parma. Alta, bruna, morbida, pigra. Figlia di un vice-questore trasferito ad Agrigento, dove nel 1944 viene anche il marito, nominato capo della < Mobile ». Poi c'è la famiglia La Loggia. Lui, Mario, sul 45 anni, anche bruno ed alto, con lo sguardo sempre velato da occhiali per il sole. E' figlio di uno dei più illustri uomini politici siciliani, suo fratello è stato presidente della Regione. Assessore comunale de è, come il fratello, un ,fanfaniano, e si è battuto per la Giunta di centro-sinistra che ha tanto addolorato il vescovo dì Agrigento. E' direttore dell'ospedale psichiatrico, dove trascorre gran parte della giornata fra i pazzi, studian doli, e forse, come molti psichiatri, subisce il fascino dei suoi folli. Ha una passione confessata: le armi antiche, archibugi e spingarde, di cui fa raccolta in una delle sue ville, quella che si affaccia sulla vallata dei templi greci. Altra passione: le donne o, per meglio dire, 11 sesso. Le. moglie, Danika, 40 anni, è una profuga Jugoslava, bruna, con le gambe tozze e con un volto mascolino, volitivo. Appassionata giocatrìce d'azzardo, guida audacemente la macchina regalatale dal marito, con la quale spesso parte da sola, o con la Tandoj, per andare a bagnarsi su spiagge solitarie. Ha un figlio di 9 anni e un cane boxer. La Loggia la sposò a Roma, ove era cassiera in un bar. Trapiantata in provincia, subito dominò la ristretta vita mondana di Agrigento, impose moda e costume alle sue amiche. Di questa vicenda, apparentemente fondata su due ménages à trois, è il personaggio principale, il vertice comune dei due triangoli. Ultimo protagonista, il barone Giuseppe Agnello, anche sui 45 anni, anche alto ed elegante .— ricorda Curzio Malaparte degli anni migliori —, e molto ricco. Ha, oltre le donne, la passione delle macchine da corsa. In che rapporti sono 1 cinque personaggi? Tandoj sa che la moglie è amica di La Loggia;.l e per molto tempo subisce. La Loggia sa che la moglie è in rapporti con il barone Agnello (una volta partirono insieme per un viaggio di cinque mesi) ; e' non se ne preoccupa. Ci sono anche relazioni tra Agnello e la signora Tandoj? Questo non è l'interrogativo principale, è un altro. Sono i rapporti tra le due donne, legate da una amicizia sèmpre più stretta e morbosa. Danika è la dominatrice, Leila la succube in questa particolare amicizia, incoraggiata da uno dei mariti, La Loggia e aborrita da Tandoj. Dopo quattordici anni di squadra mobile, Tandoj riesce a farsi trasferire a Roma, reparto polizia scientifica. E' la occasione sognata da tutte le donne costrette a vivere In provincia, delle donne che ripetono — come le tre sorelle di Cecov —: «A Mosca, a Mosca! ». Invece Leila Tandoj non vuole staccarsi dalla provincia, e il marito deve trascorrere nove mesi da solo a Roma. Finalmente rientra ad Agrigento, risoluto a costringere la 1 moglie ad accompagnarlo nel- la capitale. Il giorno dopo il suo arrivo lo ammazzano. Qualcuno pensa a un delitto per vendetta, a un nuovo crimine della mafia. Quante persone non ha mandato in galera nei suoi quattordici anni di attività ad Agrigento? Ma la mafia non colpisce avvocati, medici, preti e poliziotti (se non sono essi stessi mafiosi), non si vendica di chi esegue il suo dovere. E allora? Allora nessun indizio Ano a quando alcune lettere anonime non accusano del delitto il tenente di polizia Zurria, anche sospettato (e tutte due le volte a torto)' d'un furto avvenuto in quei giorni: sei milioni sottratti dalla cassaforte delle guardie di P. S. Le lettere sono vergate con grafia volutamente artefatta (ma una perìzia calligrafica avrebbe riconosciuto la mano della signora Tandoj). Una sola è scritta a macchina. Viene spedita il 25 aprile, da Cefalù; e ora si appura che La Loggia era a Cefalù il 25 aprile, e viene sequestrata la sua macchina per scrivere. I mandanti dell'assassinio non hanno pensato di avere condannato a morte un uomo appartenente alla polizia scientìfica, i cui uomini si sono impegnati a fondo per ven- dii,ar/ if colle<ra Riescono a .aicare 11 c01'eff- "'escono a l scoprire una lettera nella quale La Loggia scriveva a Tandoj pochi giorni prima del delitto: «Se porti Leila a Roma io sono rovinato, perché Danika vorrà seguirla e mi abbandonerà». E scoprono impressionanti somiglianze fra la grafia delle lettere anonime contro il tenente Zurria e quella di una lettera inviata al Giornale di Sicilia, in cui si dice: «Noi l'abbiamo ucciso, in tre eravamo. Qualsiasi arresto per il commissario è inutile. Sono tutti innocenti. L'unico rimorso è per il giovane studente, vittima inconsapevole. Il motivo del delitto è strettamente personale, non si può pubblicare. Eravamo troppo amici col dott. Tandoj, amici ìntimi, fraterni. Tutti per uno e uno per tutti ». Le frasi sono rivelatrici. Del resto ogni psichiatra sa che i maniaci sessuali sono sempre degli esibizionisti. Questi e altri indizi servono per indurre la polizia a fermare La Loggia e la signora Tandoj, che da oggi si trova in stato di arresto per falsa testimonianza e per calunnia due volte aggra-|gata: ha attribuito un reato jgrave (omicidio) a un pubblico i .. _ : _ 1 _ li i. a- ri i_ e*: ufficiale, il tenente Zurria. Si gniflca che la signora Tandoj è stata scagionata da più gravi imputazioni? Difficile il dirlo; ma visto che può tenerla nel carcere di San Vito per queste incriminazioni, il procuratore generale non ha per ora bisogno di scoprire le al tre sue carte. Anzi ha benignamente detto che alla vedova potrebbe anche essere concessa la libertà provvisoria, se dovesse chiederla il suo avvocato, che è anche suo cugino, l'on. Angelo Bonflglio, deputato regionale de. < E il dott La Loggia? >. uni iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiM ii |< Se lo abbiamo fermato, dojvevamo avere indizi gravi > i dice il procuratore generale ai . .... giornalisti < E il barone Agnello? > * Lo abbiamo interrogato sta mane >. « Ed è vero che avete ricevuto delle lettere anonime? >. < Molte >. « E le altre cinque persone fermate?», < Due sono state rilasciate stasera; ed invece ne abbiamo fermata un'altra, Antonio Milioto, al quale è stato sequestrato un fucile ». Questi altri personaggi, fra i quali dovrebbe essere l'assassino, sono meno appassionanti. Non è il sicario, ma il mandante che interessa. Oggi imliiiiiiiiiimiiiiiiiiiiìiiiiiiiiiiw^ la polizia ha fatto rivestire a uno di eBsl, Salvatore Calacione, 1 panni che furono. visti indosso all'omicida: giacca dì velluto marrone, « coppola » bassa sugli occhi e scarpe di gomma E in una sua fotografia in questa tenuta la vedova avrebbe riconosciuto l'uomo che sparò contro il marito. Fra Calacione e Tandoj c'era anche ruggine personale. Durante un incidente per una occupazione di terre Calacione, allora comunista, sferrò un calcio ai dott Tandoj. In questo intrigo di pasnonl sessuali, di cui è preziosa testimonianza il diario sequestrato alla vedova, si mescolano anche passioni d'altro genere: droga e denari. Si parla di somme prestate e non restituite; di tracce di eroìna trovate nell'automobile del dott Tandoj; di oppio sequestrato in casa La Loggia Sono particolari minori del dramma scoppiato in questo mondo di gente ambigua E' un mondo che non stupisce chi ha trascorso parte della sua vita nei paesi del Settentrione, che hanno anch'essi analoghe passioni e vizi ancora peggiori. Ma a Berlino e a Stoccolma sarebbe stato facile trovare una soluzione naturale per il complicato intrigo. Ad Agrigento, piuttosto che rischiare lo scandalo di una separazione personale, si è preferito (se sono autentici i sospetti delle autorità inquirenti) uccìdere. O far uccidere Enrico Altavilla Danika La Loggia (a sinistra) con la vedova Tandoj, in eramaglie, ai funerali del commissario (Telefoto) Salvatore Calacione è fra i maggiori indiziati come autore materiale del delitto 0 1 Il prof. La Loggia (a destra) oon Calogero Mangione, fermato e rilasciato Ieri sera