Arrestata la giovane vedova del dottor Tandoj fermato il fratello dell'ex-presidente la Loggia

Arrestata la giovane vedova del dottor Tandoj fermato il fratello dell'ex-presidente la Loggia assassinio del commissario di JP« SS* di Agrigento Arrestata la giovane vedova del dottor Tandoj fermato il fratello dell'ex-presidente la Loggia La donna era a braccetto del marito quando questi fu ucciso a rivoltellate - Nella sparatoria morì anche uno studente - Il fermato è un noto medico, direttore di ospedale psichiatrico ed esponente politico - In carcere si trovano anche tre uomini di sua fiducia e due fattori del barone Agnello - Torbidi retroscena di passioni e di interessi (Nostro servizio particolare) Agrigento, 11 maggio. Le indagini sull'uccisione del commissario di pubblica sicurezza dott. Aldo Tandoj (assassinato a colpi di pistola la sera del 30 marzo scorso da uno sconosciuto che aveva abbattuto nella sparatoria anche lo studente diciottenne Antonino Damanti) sono culminate oggi in un clamoroso colpo di scena. La vedova del dott. Tandoj, signora Leila Motta, è stata arrestata dalla polizia e condotta nel carcere di San Vito dopo otto ore di interrogatori. Nello stesso tempo è stato pure fermato il prof. Mario La Loggia, direttore dell'ospedale psichiatrico di Agrigento e fratello dell'expresidentc della Regione siciliana on. Giuseppe. Il grave provvedimento contro la vedova e contro il noto psichiatra, che è una delle persone più ragguardevoli della Sicilia, ha provocato una forte emozione. Esso è legato al fermo, eseguito improvvisamente e nel massimo riserbo, di cinque uomini: i fratelli Giovanni ed Angelo . Albani, l'infermiere Calogero Mangione ed i contadini Giuseppe Pirrera e Salvatore Calacione. 1 primi tre lavorano nel ma \nicomio diretto dal prof. La ! Loggia; il Pirrera ed il Cala icwne sono esponenti della. malavita locale. Questa notte, mentre i cinque uomini erano accompagnati sotto scorta nella questura per essere interrogati sull'omicidio del dott. Tandoj, alcuni funzionari di polizia si recavano nella casa e nello studio del prof. La Loggia: durante una minuziosa perquisizione venivano alla luce un pacco di lettere ed armi da fuoco che i funzionari sequestravano. Subito dopo effettuavano anologhe perquisizioni nell'alloggio della vedova Tandoj, dove scoprivano un diario ed altre carte, po- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiti ste anch'esse sotto sequestro; e nell'abitazione del barone Giuseppe Aanello, ex-presidente dell'Ente provinciale per il turismo e cugino del patrizio Francesco Agnello, rapito dai banditi due anni fa e rilasciato dopo che la famiglia versò un elevato riscatto. i La notizia dei sensazionali sviluppt, trapelata nel tardo pomeriggio quando i giornalisti • videro la signora Tandoj uscire daùa questura pallida e sgomenta fra due carabinieri, e salire su un'automobile diretta alle carceri, è stata confermata in serata dal procuratore della Repubblica dott. Ferrotti. In una conferenzastampa protrattasi una ventina di minuti il dott. Ferrotti ha detto di aver ordinato l'arresto delta vedova ma non ha precisata i motivi della deciione c Vt saranno comunicati domattina >. A proposito del fermo del prof. La Loggia e degli altri agrigentini, il procuratore della Repubblica ha comunicato che intende mantenerli fino a quando non sarà in grado di interrogare tutti quanti: <Dopo l'interrogatorio, qualcuno dei fermi potrebbe essere tramutato in arresto ». Anche il prof. La Loggia, tfermato per indagini di polizia giudiziaria » è in prigione. li magistrato ha infine dichiarato che nel corso delle perquisizioni della notte scorsa sono state trovate delle tracce di stupefacenti: c Tuttavia questo elemento non avrebbe che un valore secondario ai fini dstcsidrevadrpd B i e , e o l o o i 6 i 1 a ; i o o i i e i e dell'indagine » Egli ha concluso dicendo che l'inchiesta continua. Ed ha lasciato credere che sono possibili imminenti sviluppi, poiché ha incaricato il capo della squadra mobile di Agrigento, dott. Caruso, di rendere note ai giornalisti le eventuali novità che dovessero verificarsi nelle prossime ore, anche durante la notte. L'operazione per la cattura degli assassini del commissario Tandoj sembra dunque prossima alla conclusione. Il delitto aveva provocato in tutta la Sicilia un alto scalpore e la polizia aveva mobilitato i suoi uomini migliori, decisa di assicurare ad ogni costo i responsabili alla giustizia. Il dott. Aldo Tandoj aveva H anni e fino al settembre scorso aveva diretto la squadra mobile di Agrigento: poi, date le sue grandi capacità professionali, era stato avanzato di grado e trasferito alla sezione di polizia scientifica di Roma, e vi si era recato da solo, lasciando la giovane consorte in Sicilia. Il 28 marzo era ritornato ad Agrigento, per un breve permesso, al termine del quale si riprometteva di stabi tirsi definitivamente a Roma con la moglie. La sera del SO marzo, verso le ore SO, egli percorreva il viale della Vittoria con la moglie sottobraccio. All'improvviso, dall'ombra, sbucò un uomo. Gli si avvicinò e sparò cinque colpi di pistola. Quattro proiettili raggiunsero il commissario, alla schiena; il quinto proiettile andava a colpire al petto un passante, lo studente Antonino Damanti, che cadeva morto senza lanciare un grido. Visto stramazzare il dott. Tandoj, l'omicida fuggiva giù per la ripida scarpata che dal viale della Vittoria porta alla passeggiata archeologica, riuscendo a dileguarsi. La signora Tandoj era crollata priva di sensi sul corpo del marito. Quando si riprese, fra scoppi di lacrime dichiarò che a sparare era stato un individuo di bassa statura, che aveva atteso la vittima stando in agguato dentro ad un portone: non seppe fornire altri particolari. Le indagini si orientarono dapprima verso alcuni settori della malavita agrigentina. Le autorità ritenevano che l'assassinio potesse trarre origine da motivi di vendetta contro il commissario che aveva per oltre dieci anni, con severità ed abilità encomiabili, portato a compimento più di una operazione difficile (fra le altre l'arresto di una dozzina di omicidi e rapinatori e la iden tiflcazione dei banditi che avevano sequestrato il barone Agnello). Successivamente l'uccisione del dott. Tandoj veniva messa in relazione con il furto compiuto nel gennaio scorso alla caserma delle guardie di P. S. della città, ove erano stati rubati dalla cassaforte circa 6 milioni di lire. Infine, apparsi inconsistenti gli indizi per prò cedere ancora nella direzione della vendetta e del furto, la soluzione del delitto veniva cercata nella vita intima del commissario, ed in quella dei suoi familiari. Il momento decisivo del € giallo » di Agri gcnto si avvicinava. Il prof. Mario La Loggia, dirigente politico agrigentino, era stato in buoni rapporti con il dott. Tandoj e le loro mogli erano legate da vincoli di affettuosa amicizia. Sembra che una sua lettera, scritta al commissario e trovata nell'abitazione del psichiatra, abbia orientato la polizia verso il colpo di scena odierno. In quella lettera che La Loggia invia va all'amico dopo il trasferi mento di questi a Roma, si esprimeva il marcato risejiti mento per la decisione che il commissario aveva preso di trasferire nella capitale anche la famiglia. La partenza di Leila Motta da Agrigento, se condo la lettera, avrebbe par ticolarmente turbato la consorte del psichiatra, signora Danika. Le indagini sono sempre state circondate dal riserbo asso[luto di tutte le fonti ufficiali, emppdicqrrlcsprdlcqrMunltQcrltpitslsf ed anche stasera non si sa molto. Gli stessi protagonisti pare siano stati colti di sorpresa dall'azione della P. S. e dei carabinieri, se è vero che il prof. La Loggia fino a qualche minuto, prima della perquisizione, presenziava, apparentemente calmo, alla inaugurazione di una cappella e della lavanderia dell'ospedale psichiatrico in compagnia dello stesso Procuratore della Repubblica. Più tardi egli dichiarava sorridente ai giornalisti di augurarsi che fosse fatta luce al più presto sul <doloroso caso >. Mezz'ora dopo era in questura, in attesa dell'interrogatorio. Quanto alla signora Leila Motta-TanJoj (che è figlia di un questore ora in pensione), nei brevi attimi in cui la si è scorta mentre attratraversava un corridoio della Questura, sembrava disfatta. Un sottufficiale di polizia e due carabinieri hanno dovuto sorreggerla quasi di peso per farla salire sull'automobile diretta alle carceri di San Vito. Appena in auto è svenuta. Si ignora ciò che le è stato esattamente contestato dal giudice istruttore, quali sono state le sue risposte e quale sia stata la sua parte nel delitto. Sull'intricata matassa non siamo in grado per ora di riferire altri particolari. Basti sapere che le fonti vicine al questore di Agrigento affermano che la verità è finalmente venuta a galla, anche se per il momento l'autorità giudiziaria non si può dire in pieno possesso di prove schiaccianti. Tuttavia è già stato possibile ricostruire, in parte l'inchiesta finale, e si dice che uno degli indizi principali sarebbe connesso all'esito di un accertamento scientifico di grande importanza e che accuserebbe i responsabili. E' certo che alla base dell'assassinio del commissario Tandoj pesano oscure e torbide passioni e foschi retroscena. L'ombra di uno scandalo colossale, che non ha precedenti in questa città, minaccia alcune famiglie che appartengono alla élite locale, coinvolte in un dramma ai cui vertici sarebbero la moglie del dottor Tandoj ed il prof. La Loggia. Le altre figure, i cinque uomini fermati, non sarebbero che di contorno. Fra i cinque si troverebbe l'esecutore materiale. Conosceremo presto, forse domani, il suo nome: se quello dei fratelli Angelo e Giovanni Albano, persone di fiducia del psichiatra, o Calogero Mangione, infermiere nel manicomio, ex-segretario della Camera del Lavoro di Raffadali (piccolo comune vicino ad Agrigento), iscritto al partito comunista ed espulso per indegnità; o Giuseppe Pirrera o Salvatore Calacione, fattori del barone Agnéllo, tristamente conosciuti per il loro passato burrascoso. g. n. li dott. Mario La Loggia, fratello ci ci!'ex-presidente della Regione Siciliana, brinda ad una cerimonia svoltasi ieri mattina, e la vedova del commissario Tandoj, Leila Motta, ai funerali del marito. Il dott. La Loggia e stato fermato, la donna è stata arrestata (Telefoto) La moglie del dott. La Loggia, signora Danika (Tel.) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiB Il commissario di Pubblica Sicurezza Cataldo Tandoj ucciso ad Agrigento (Tel.)