La statua di S.Nicola portata ieri a spalla anche da un capo dei comunisti di Bari di Enrico Altavilla
La statua di S.Nicola portata ieri a spalla anche da un capo dei comunisti di Bari La statua di S.Nicola portata ieri a spalla anche da un capo dei comunisti di Bari Un dirigente della Federazione si è assicurato il posto offrendo un ricco obolo al Santo - La processione si è svolta con la scorta dei vigili urbani in alta uniforme Continua la polemica tra la Curia e il sindaco socialista, ma si cerca di chiudere l'incidente in forma pacifica - Due ore e mezzo di colloquio tra l'on. Moro e l'Arcivescovo (Dal nostro inviato speciale) Bari, 10 maggio. Scortata nuovamente dai vigili urbani in alta uniforme, che non erano intervenuti ieri per ripicca ad altre cerimonie religiose, la statua di San Nicola ha attraversato oggi ancora una volta le strade di Bari, portata a spalla dagli uomini della Confraternita di S. Antonio, fra i quali era uno dei dirigenti della federazione comunista barese, il signor Pìsticchio, che si era assicurato questo onore offrendo un ricco obolo al santo. Del resto, poche settimane fa, l'assessore socialista all'annona, Di Terlizzi, pagò ventimila lire per portare la statua di Cristo in croce durante la processione pasquale. E oggi il sindaco Papalia, che è avvocato penale, raccontava di avere difeso un comunista colpevole di avere accoltellato un democristiano ohe — per ragioni di prestigio persorale e non di religione — voleva soffiargli il posto durante una processione. Questo è l'intrigo dei sentimenti; e non sappiamo se a sbrogliarlo sia servita la venuta a Bari dell'on. Moro, che ha lasciato la città nelle prime ore del pomeriggio dopo un colloquio di durata insolitamente lunga — sì è protratto per due ore e mezzo — con l'arcivescovo mons. Enrico Nicodemo Moro si è incontrato anche con i dirigenti locali del suo partito e ha fatto colazione con l'ex-sindaco Dell'Andro, democristiano, che si dimise poco prima di Natale, quando i partiti di destra gli negarono il loro appoggio in seguito al mancato adempimento della promessa di affidare almeno un assessorato ad un missino o ad un monarchico. E furono le sue dimissioni a rendere possibile la formazione di una Giunta socialcomunista di minoranza. Gli amici dell'on. Moro da una parte e il sindaco socialista dall'altra stanno tentando di evitare che l'incidente di domenica scorsa debba avere conseguenze politiche. Il sindaco ci ha detto stasera che non intende convocale il Consiglio comunale in seduta straordinaria perché discuta dell'incidente fra le autorità civiche e quelle ecclesiastiche; e che ancora non ha deciso se tenterà di partecipare nel futuro alle cerimonie religiose a cui dovrebbe intervenire in rappresentanza della Giunta. Fra un mese si svolgerà la processione del Corpus Domini; e toccherebbe al sindaco di reggere l'ombrello sotto il quale procederà l'arcivescovo. Ma potrà il primo cittadino rischiare nuovamente l'umiliazione di sentirsi invitato ad andarsene? E, se non interverrà alla cerimonia, come potrà riaffermare il diritto delle autorità civiche ad una processione garantito da antiche tradizioni? Sono problemi di cui dovrà occuparsi, prima o poi, il Consiglio comunale; e potrebbero provocare una crisi se i gruppi di destra prendessero posizio¬ ne in favore dell'arcivescovo. Una mozione in tal senso non potrebbe non essere approvata dai democristiani, oltre che dai monarchici e dai missini; e, di conseguenza, la Giunta sarebbe costretta a dimettersi. Si arriverebbe così allo strano risultato di vedere democristiani e uomini di destra, qui a Bari su posizioni politiche che sembrano inconciliabili, uniti da una presa di posizione in campo religioso. Fra l'Arcivescovado e il Palazzo di città continua intanto la polemica. La Curia ha ribadito che il sindaco era stato ripetutamente pregato di non intervenire alla cerimonia in; onore di San Nicola; e che l'ul- timo monito gli venne inviato mezzo di un funzionario per della Questura. «Il vescovo — dice il comunicato della Curia — ha il dovere di difendere la purezza della fede, anche a costo della vita, come eroicamente stanno dimostrando i vescovi della " Chiesa del silenzio ". Fuori d-ella fede, integralmente accettata, le manifestazioni religiose non hanno senso e non hanno valore ». La Giunta, rispondendo, ha precisato che non ricevè alcun monito, e che anzi, fino all'ultimo momento, gli organizzatori della « Sagra di San Nicola » assicurarono il sindaco che la sua presenza era indispensabile. Viene poi smentito che l'assessore comunista Pinto fosse stato invitato, pochi giorni fa, ad abbandonare la cattedrale dove s'era recato a rappresentare il sindaco; e si afferma, anzi, che egli venne pregato di prendere posto vicino all'altare. Alla Giunta sono arrivati numerosi telegrammi di solidarietà. Un messaggio del sindaco di Siena ricorda che egli è sempre intervenuto alle cerimonie religiose in onore di Santa Caterina; e il sindaco di Modena afferma che il Capitolo metropolitano usa invitare la comunità municipale (retta dalle sinistre) a partecipare al solenne pontificale nella cattedrale. Il sindaco di Aosta, Dolchi, dice: < Invio recriminazioni per impunita offesa ai democratici comuni»; e Antonio Greppi, da Milano, sintetizza il suo Pensiero telegrafando: «Mia amarezza di credente, mia so- lidarietà di compagno ». Enrico Altavilla
Persone citate: Antonio Greppi, Curia, Di Terlizzi, Dolchi, Enrico Nicodemo Moro, Papalia
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