Mosca sfruita l'incidente dell'aereo I rottami da oggi esposti al pubblico di Alberto Ronchey

Mosca sfruita l'incidente dell'aereo I rottami da oggi esposti al pubblico Serrato gioco diplomatico e propagandistico alla vigilia del "vertice» Mosca sfruita l'incidente dell'aereo I rottami da oggi esposti al pubblico Probabile una conferenza-stampa con l'intervento del pilota americano - Gromyko, nel corso di un incontro {«corretto e cortese», consegna all'incaricato Usa un'energica nota di protesta e informa che il cap. Powers sarà processato - Punti oscuri nella versione sovietica dell'abbattimento - Si ammette che l'aereo non cadde subito: il pilota pensò ad un guaste ai motori Kruscev racconta che il 9 aprile un altro apparecchio straniero entrò nell'Urss - «I nostri militari se lo lasciarono sfuggire» (Dal nostro corrispondente) Mosco, 10 maggio. I resti dell'aereo americano abbattuto il 1° maggio nella regione degli tirali sono stati trasferiti a Mosca e verranno esibiti domani al parco Gorki, nel padiglione degli scacchi, insieme con le armi e gli altri oggetti sequestrati al pilota, Francis Harry Powers. L'eccezionale esposizione verrà inaugurata con la conferenza-stampa già preannunciata da Kruscev durante l'ultimo discorso al Soviet Supremo. Non si esclude che nella stessa occasione il pilota americano possa essere interrogato dai giornalisti. Si erano appena diffuse queste notizie, nel primo pomeriggio di oggi, quando è stato annunciato che il ministro degli Esteri sovietico, Andrei Gromyko, aveva convocato l'incaricato d'affari americano, Edward Freers, e gli aveva consegnato una nota formale di protesta in nome del governo dall'Urss. La nota afferma che il pilota Powers è « sano e salvo » e « sarà giudicato in base- alle leggi dello Stato sovietico. Egli ha confessato che effettuava la sua missione in base a direttive ricevute ». Il documento dichiara inoltre che «il governo dell'Unione Sovietica eleva una vibrata protesta presso il governo degli Stati Uniti d'America in relazione alle azioni aggressive dell'aviazione americana ed ammo nisce che se simili provocazio ni verranno ripetute, esso sarà costretto a prendere misure di rappresaglia; la responsabilità per le conseguenze di tali misure ricadrà sul governo dello Stato che ha commesso l'atto di aggressione control altri Paesi». Riferendosi al comunicato del Dipartimento di Stato americano sull'incidente dell'* U-2», la nota afferma: «Il governo dell'Urss non può fare a meno di sottolineare che la dichiarazione del Dipartimento di Stato, che è senza precedenti per il suo cinismo, non solo giustifica i voli prò vocatori di apparecchi delle forze armate degli Usa, ma ammette esplicitamente che simili azioni sono " un feno meno normale " e dichiara in sostanza che gli Stati Uniti intendono continuare in futu ro le invasioni provocatorie entro i confini dello spazio aereo dell'Unione Sovietica a scopo di spionaggio». II documento prosegue: «Di conseguenza, il governo del l'Urss è costretto a concludere che l'annuncio del Dipartimento di Stato, secondo cui il volo venne compiuto a insaputa e senza l'autorizzazione del governo degli Usa, non corrisponde a realtà». La nota conclude augurando < la cessazione della guerra fredda» e la «ricerca della soluzione dei problemi internazionali in sospeso, su basi reciprocamente accettabili, ciò che tutti i popoli attendono ». Il tono del documento è più sobrio dei discorsi di questi giorni. Il colloquio fra Gromyko e Freers è stato pacato. Il comportamento di Gromyko viene definito dagli americani « corretto e cortese ». Il ministro Freers ha invocato l'applicazione degli accordi Roosevelt-Litvinov del 1933, chiedendo che sia consentito ad un funzionario dell'Ambasgiata statunitense di visitare Francis Powers. Da parte sovietica sarebbe stato assicurato che la richiesta verrà soddisfatta « al momento opportuno ». Ricordando gli accordi Roosevelt-Litvinov, peraltro, gli americani hanno anche voluto implicitamente richiamare alla memoria dei sovietici che a norma di tali documenti la detenzione in prigionia di un cittadino americano deve essere comunicata alle avit'irità) diplomatiche e consolari deglij Stati Uniti entro le ventiquat-; tro ore (l'impegno è reciproco) e che il prigioniero deve godere di tutte le garanzie di legge. L'Ambasciata americana a Mosca ha ricevuto già sacchi di lettere e telegrammi di cittadini sovietici che protestano per la incursione del ricognitore. L'ambasciatore Thompson ha lasciato Mosca stamattina alle 10,28 per Parigi, dove è stato convocato per consultazioni alla vigilia della conferenza al vertice. Ieri sera, Thompson aveva avuto un colloquio di venti minuti con Kruscev, durante il ricevimento presso l'Ambasciata cecoslovacca. Kruscev aveva concluso il suo lungo toast cmbnrnrplngètamvtqpletslldngslvEcclctAvi con queste parole: «Adesso, il mio bicchiere e quello dell'ambasciatore Thompson si toccano, ma dopo che con gli americani ci siamo toccati anche nell'aria il tintinnio dei bicchieri non è più lo stesso». Ecco alcuni brani testuali, i più scabri e significativi, dell'eccezionale toast: « ... Ci dicono oggi che la illegittima ricognizione aerea del 1" maggio è opera di alcuni uffici militari. Solo dei militari? Ma che amministrazione è quella, se i militari fanno cose disapprovate dal governo? Come può tollerarlo il governo. Se da noi qualcuno dei militari si fosse permesso una cosa simile, noi l'avremmo preso per l'orecchio e messo al sole... Se in uno stato vi è chi va al bosco a passeggiare e chi a raccogliere legna, che genere di stato è?... Kruscev ha pure mescolato la vertenza sulla incursione del ricognitore con la questione di Berlino. «Ho già detto — ha proseguito il Primo ministro — che se qualcuno vorrà giungere con la forza a Berlino Ovest dovrà misurarsi con altre forze. Ebbene, avendo udite queste cose, alcuni dirigenti americani hanno voluto dare una lezione a Kruscev con le ricognizioni dimostrative e intimidatorie che conosciamo. Avanti il primo maggio, avevano già condotto una simile impresa, il 9 aprile. I nostri militari, a voler essere eufemistici, se lo lasciarono sfuggire. Noi, come si dice, facemmo loro un cicchetto. Poi, i militari sovietici hanno disimpegnato in modo brillante il loro compito quando il nemico è divenuto impudente, credendo che i suoi aerei non fossero raggiungibili a quella quota. Gli americani volevano dire a Kruscev: ma di che cosa ti vanti? Di quale forza parli? Noi sorvoliamo il tuo territorio e tu non puoi fare niente. Una situazione sgradevole. Ora, tuttavia, abbiamo colpito con un razzo l'aereo... ». La propaganda sovietica sembra voler insistere sulla vertenza fino alla conferenza al vertice e oltre. Il quotidiano delle forze armate « Stella rossa » ha pubblicato oggi la fotografia di un modello di aereo identico a quello abbattuto e la fotografia dei rottami che sarebbero stati raccolti a Sverdlovsk. Due ufficiali scrivono sul giornale che tra i resti dell'apparecchio è stata trovata la carta di volo con il tracciato della rotta prestabilita e degli aerodromi, degli stabilimenti industriali e di < altri dispositivi importanti », che dovevano essere sorvolati. Aggiungono che quando l'aereo fu colpito dal razzo, il pilota pensò ad un guasto del motore: per la prima volta, dunque, si dice che Powers fece uso del paracadute dopo essere stato colpito, non prima. Quando fu catturato, Powers avrebbe dichiarato di essere un " semplice « autista » e di non conoscere le attrezzature installate a bordo. Avrebbe confessato più tardi. Viene riferito' inoltre che il prigioniero reagisce, quando lo chiamano pilota, dicendo: « Io sono un asso ». Fra i resti dell'aereo è stato anche trovato un libro logoro e gualcito con l'immagine di una ragazza seminuda sulla copertina. Gli autori dell'articolo sostengono infine che il congegno di catapulta del pilota, collegato con una carica di tritolo, se fosse stato usato avrebbe non soltanto fatto esplodere l'aereo, ma non avrebbe funzionato per il lancio e avrebbe ucciso Powers, il quale ha preferito invece paracadutarsi con le proprie forze. Resta soltanto da domandarsi perché mai la carica di tritolo non esplose quando l'aereo fu colpito e cadde a terra da ventimila metri oppure perché mai, nel caso che l'aereo sia esploso, sia stato possibile trovare poi fra i suoi resti carte di navigazione, strumenti identificabili, fotografie e perfino « un libro logoro e gualcito» con l'immagine di una cover-girl. Alberto Ronchey