Un film con Ava e altre tre novità

Un film con Ava e altre tre novità C STASERA AL CINEMA Un film con Ava e altre tre novità AI Reposi: La sposa bella - All'AmbrosioDivieto d'amore • All'Ideai: Il selvaggio e l'innocente - Al Metropol: Dinne una per me La sposa bella, è la Chiesa, a cui il giovane prete don Arturo Correrà, nonostante si sia stonacato per una crisi di coscienza, continua in cuor suo a restare fedele. Il dramma è ambientato nella Spagna del 1936, agli albori della guerra civile, infuriando le rappresaglie contro il clero. Non si sta a guardare per il sottile, e Arturo è cercato a morte come gli altri preti; ma lo salva una ragazza di tabariri, che non sapendolo sacerdote si innamora di lui. Acciuffato poi dai repubblicani, Correrà è da doro adoperato come esca al fine di recuperare certa reliquia la cui mancanza è gravemente sentita dal popolo e che trovasi nelle mani d'un canonico il quale la consegnerà all'ex-confratello prima di morire ' fucilato. A questo punto Arturo sente di riappartenere alla Chiesa, e lo sente anche la romantica Soledad, che aveva sperato di soppiantare la rivale. Un feroce aguzzino spera di seminar zizzania nella coppia così da potersi impadronire della reliquia e rialzare il morale dei miliziani; ma la cosa naturalmente non gli riesce, e avanzando i franchisti il bilancio è questo: Soledad muore per ferita toccata in combattimento, senza aver detto nulla circa la reliquia, Correrà torna purgato da tanti dolori in grembo alla Chiesa, e lo spettatore si domanda che cosa ha visto. Certamente un polpettone. Lasciando della parzialità con. cui coloro che combatterono per la libertà sono rappresentati come un indiscriminato mucchio di ribaldi, il film, di fattura piuttosto rozza e confusa, non si discosta dai temi e dai toni di uno spettacolo commerciale. Gli interpreti si adeguano. Ava Gardner, ahimé non più bellissima, e Dirk Bogarde, nella parte più disagiata (prete sì, prete no), sono i principali, con Joseph Cotten nei panni di un corrispondente americano che ha perso un occhio. Con loro sono gli italiani Vittorio De Sica (un generale), Enrico Maria Salerno (d'aguzzino) e Aldo Fabrizi (il canonico martire), che a cagione delle pesche e dei lividi procuratigli dalle sevizie, non è forse mai stato così brutto. * * Divieto d'amore, (« Happy anniversary » di David Miller) tratto dalla commedia «Il valzer dell'anniversario » di Chorodov e Fields, rappresentata in Italia dalla compagnia Calindri Volonghi Corti, scaglia frecciuole contro l'educazione psicanalitica che si impartisce ai bambini nelle scuole americane. La piccola Debbie e il fratellino Okkie vengono per caso a sapere che babbo e mamma stettero insieme un anno prima di sposarsi regolarmente. Se ne fanno un « problema », problema che Debbie, nel corso d'una ripresa televisiva dedicata alla gioventù, espone e illustra. Le ripercussioni in famiglia sono d'una scontata ma garbata comicità; e il leit motiv lo danno i televisori che vengono via via regalati ai coniugi, e che il marito via via sfonda a pedate. Poi la piccola bufera si placa e torna il sereno. Il pregio principale del filmetto è la scattante recitazione, affidata al fine David Niven, alla briosa Mitzi Gaynor e a ottimi generici. |. p. (•a. b.) Scarpe grosse e cervello fino nel West ottocentesco. Il selvaggio e l'innocente («The wild and the innocenti») accosta il faccino onesto di Audie Murphy al visetto tutto vezzi di Sandra Dee, la nuova ingenua hollywoodiana: lui nei panni di un giovane cacciatore, non ancora scozzonato, che si reca in città per vendere le sue pelli; lei nelle vesti sbrindellate di una povera ragazzetta in cerca di lavoro. Il primo incontro con la civiltà della bizzarra coppia non avviene sotto buoni auspici. Il cacciatore s'infiamma per una donnina allegra scambiandola per quello che non è, la sua compagna finisce, ignara, in un saloon equivoco gestito da uno sceriffo senza scrupoli. Che entrambi, dopo qualche disavventura, rinuncino ai dubbi van- lonesudiprqustgibalaFsizochsttrstTcuil negaPdi{GsiorpichWH12LtastPorgiBPbapadimLSttochss20diteMB« BcrfainnoSoviconCrafooAraItCzincavinBtiboGdsesentaggi dell'incivilimento e ri- I iuprendano, insieme, la strada dei monti è l'ovvia conclusione di questo western di fattura artigianale, ma cordiale e candido come i suoi protagonisti. L'ha diretto sul grande schermo a colori il regista Jack Sher, guastando un poco la freschezza della vicenda con un finale truculento e melodrammatico, stonata concessione alla regola che non c'è western che si rispetti senza un duello con le armi da fuoco. * * (a. I>.) Dinne una per me (« Say one for my »), con il quale si è inaugurato un nuovo cinematografo costruito dove un tempo sorgeva il teatro , - Chiarella, è un «musical» edi-!eflcante, quindi intonato alla ri,\^correnza pasquale, poiché ci riporta Bing Crosby nella parte, ancora una volta, di un sacerdote cattolico, e senza che l'attore debba rinunciare a cantare, sia pure rugiadosi e castigati motivi. Crosby è qui il padre spirituale degli artisti di Broadway e, in particolare, il protettore di una giovane cantante c ballerina (Debbie Reynolds) che rischia di cadere tra le grinfie di un dongiovanni di palcoscenico (Robert Wagner). Ma costui dovrà arrenderti al combattivo prete che ETopptovmdnTmAilbedpe plictvlmcedtenfangscdate lo rimetterà sulla retta via benedicendone le nozze con la sua protetta. La vicenduola è di maniera, ma serve come pretesto per cucire insieme qualche discreta sequenza rivistaiola. Gli interpreti, anche il giovane Wagner, cantano e ballano senza risparmio, sotto la guida distratta del regista Frank Tashlin, in altre occasioni assai più vivace e scanzonato che non in questo zuccheroso cinemascope a colori. TEATRO PER RAGAZZI — Questo pomeriggio, alle ore 17, al Teatro Carignano, rappresentazione straordinaria della Compagnia del Teatro per ragazzi dell'Angelicum di Milano. Verrà replicato il maggior successo della stagione teatrale dell'Angelicum: «Il gatto con gli stivali » di Charles Perrault nella riduzione teatrale di Gici Ganzìni Granata. Eddie Cochran era uno del più popolari cantanti americani di « rock 'n roll »

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