Il messaggio del Papa al mondo

Il messaggio del Papa al mondo Ieri alla presenza di 200 mila persone che gremivano piazza San Pietro Il messaggio del Papa al mondo Nella sua allocuzione Giovanni XXIII ha affermato la necessità che i cristiani siano in ogni campo coerenti con i principi della professione religiosa - Egli ha poi rivolto un pensiero accorato ai tanti cattolici della Chiesa del silenzio «che non godono della libertà né individuale, né civile, né religiosa» e ha infine avuto parole di solidarietà per coloro che sono oggetto di violenze razziali Nostro servizio particolare Città del Vaticano, lunedì matt. Una folla enorme (nonostante fino alle 11,30 avesse piovuto in continuazione), che alcuni sono giunti a calcolare intorno alle duecentomila persone, gremiva ieri, alle 12,30, piazza San Pietro per ascoltare il messaggio pasquale di Giovanni XXIII e la formula della benedizione solenne Urbi et Orbi che egli ha impartito a Roma e al mondo. Il centro dell'allocuzione del Pontefice riguardava la necessità che i cristiani siano in ogni campo coerenti con i principi della loro professione religiosa. Altro argomento trattato nel messaggio è stato quello delle sofferenze della « Chiesa del silenzio >, mentre non è mancata una parola di solidarietà per coloro che sono oggetto di violenze razziali. Giovanni XXIII parlava dalla loggia esterna della basilica vaticana. Sulla piazza aveva cessato di cadere la sottile pioggia che aveva imperversato per tutta la mattina; la folla di romani e di turisti di ogni nazionalità occupavano ogni spazio libero tra gli emicicli del colonnato berniniano, e ai piedi della scalea antistante il tempio si allineavano, perfettamente inquadrati, un reggimento di formazione dell'esercito italiano e folti contingenti della gendarmeria pontificia e della guardia palatina. Il Papa, richiamandosi alla passione e morte di Cristo, ha detto: < Questo soffrire, questo morire così doloroso ed umiliante, che noi abbiamo seguito con cuore commosso in questi giorni, fu però un glorioso combattimento. Orbene, diletti figli, voi lo sapete, voi lo sentite, quel combattimento dura sulla terra ancora. Tutti noi vi assistiamo e vi abbiamo parte. Da un lato sta il Cristo con i suoi rappresentanti e seguaci della Chiesa, in santa elevazione e fraternità; e con la Chiesa benedetta stanno la buona dottrina, la verità, la giustizia, la pace: dall'altra furoreggia lo spirito anticristiano, che è errore, falsa concezione della vita intima e sociale, prepotenza e violenza anche materiale, disordine nefasto e rovinoso. < Tale è la condizione della vita quaggiù. Ebbene, diletti figli di Roma, diletti figli del mondo Intero che state in ascolto: le posizioni di ciascuno essendo ben nette, è necessario, è nobile per tutti noi, far loro onore. Ciò impone molto senso di responsabilità, esercizio di dirittura morale, timore del compromesso, sincerità assoluta di intenzioni e di opere innanzi a Dio e Innanzi agli uomini ». Giovanni XXIII andava poi col pensiero ai tanti cattolici che «non godono della libertà né individuale, né civile, né religiosa > dichiarando ohe «dall'esempio mirabile di intrepida fortezza che essi danno, la Chiesa ritrae incremento di edificazione e di fervore >. Il Pontefice aggiungeva: <Ed anche a tutti gli altri figli di Dio, sofferenti a cagione di stirpe, o di situazioni economiche complesse e preoccupanti, o per la limitazione nell'esercizio dei loro diritti naturali e civili, si rivolge il nostro sguardo ansioso, mentre la parola cordiale e commossa vuole trasfondere nell'anima di ciascuno un sentimento di umana solidarietà, destinato a fiorire nel giorno segnato dalla Provvidenza >. Infine Giovanni XXTII concludeva con una preghiera a Gesù «salvatore e redentore>, nella quale diceva tra l'altro: «Noi ti rinnoviamo l'impegno della nostra fedeltà nel fare onore alle responsabilità che la nostra vita ci impone nei rapporti di ordine religioso, civile e sociale >. Prima di impartire la benedizione Urbi et Orbi, il Pontefice ha improvvisato, oltre il testo del messaggio pasquale che aveva appena finito di leggere, un «augurio di buona Pasqua > nelle lingue francese, inglese, tedesca, spagnola, portoghese e olandese. L'innovazione è stata accolta con manifestazioni di gratitudine dai turisti numerosissimi nella piazza e, quando Giovanni XXIII ha concluso la benedizione solenne, dalla enorme folla, che si accalcava anche nelle vie immediatamente circostanti, si è levato un Inter minabile applauso. Da vari punti del colonnato berniniano si innalzavano contemporaneamente alcune centinaia di colombi. Poi lentamente la moltitudine di fedeli cominciava a sgombrare la piazza. Il Papa non ha voluto limi tarsi a un semplice accenno verbale per quel che riguarda la questione razziale. Il primo gesto della giornata di Pasqua da lui compiuto è stato, infatti, quello di inviare il segretario particolare mons. Loris Capovllla alla clinica < Salvator Mundi », ove si trova da molti giorni ricoverato, in seguito a un attacco dì malaria, il card. Laurian Rugambwa, vescovo di Rutabo, nel Tanganika. Il prelato ha espresso l'augurio del Pontefice al cardinale, poi ha celebrato la Messa ad un altare eretto non lungi dal suo letto, e infine, sempre per incarico ricevuto dal Papa, gli ha fatto dono della pianeta usata per la celebrazione, affinché la indossi nella cattedrale di Rutabo. La pianeta è adornata con gli stemmi di Pio XII, che nominò Laurian Rugambwa al rango episcopale, e di Giovanni XXIII. che lo ha chiamato a far parte del Sacro Collegio. Prima di rivolgere al mondo la sua parola dalla loggia ester¬ na del tempio, il Papa celebrava la Messa nell'interno della Basilica, all'altare della Confessione. Il rito ha avuto inizio alle 11,30 in una atmosfera di grande trasporto mistico. Il Pontefice, vestito di bianco, è giunto nel tempio in sedia gestatoria, preceduto da un corteo di pochi dignitari ecclesiastici e laici. Si trattava di una Messa «bassa», senza alcuna solennità, di quelle che Giovanni XXIII preferisce, per l'immediata rispondenza che creano tra lui e i fedeli. Oltre al Corpo diplomatico, assistevano alla Messa pontificia, il ministro tedesco' degli Esteri von Brentano e vari vescovi, tra cui quelli polacchi di Danzica e Breslavia, Filippo Pucci > Dalla loggia della BaslUca U Papa benedice ia folla che gremisce Piazza S. Pietro (Telefoto)

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Danzica, Roma, Tanganika