Carlesi balle in volala Nencini sul traguardo di Reggio Calabria di Vittorio Varale

Carlesi balle in volala Nencini sul traguardo di Reggio Calabria Prima prova del campionato italiano di ciclismo Carlesi balle in volala Nencini sul traguardo di Reggio Calabria / due toscani sono fuggiti nel finale ed all'arrivo hanno preceduto di 41 secondi un gruppo di 17 inseguitori - Un lungo e coraggioso tentativo di Coletto nella fase centrale della corsa DAL NOSTRO INVIATO Reggio Calabria, imi. matt. Il Giro della Calabria che ieri abbiamo seguito per intero nel suo svolgimento senfa perderne neppurt, una pedalata, grazie anche alla" velocità e alla sicurezza della nostra < 1S0O >, può riassumersi in tre fasi, od episodi — al termine dei quali due soli corridori, superstiti di una lotta accanita, sono rimasti al comando della corsa: Nencini e Carlesi. Raccontiamole, col minimo indispensabile di parole. Prima fase: dalla fuga iniziale di sette corridori al momento in cui furono raggiunti. Durata: 150 km. A scappare, dopo neanche cinque minuti di corsa, furono Dante e Piscaglia dell'Ignis, Manie della Philco, Va'n Aerde e Brandolini della Carpano, Pizzali della Ignis e Guarguaglini della Emi. Il loro vantaggio andò a mano a mano aumentando. Al 1,0' chilometri era di e'SS" su una pattuglia di quattro, uscita per la prima dal gruppo e alla quale a mano a mano si aggiunsero altri corridori — sino a che, al passaggio da Bianco, dopo 77 km. di corsa, questi inseguitori, sempre a tre minuti scarsi, raggiungono il numero di ventiquattro. Ne fanno parte, fra gli altri, Ciampi, Martin, Fantini, Baffi, Pettinati, Tino Coletto, Brankart e Molenaers. A questo punto, il grosso che aveva lasciato fare, si riscuote: accelera l'andatura e una decina di chilometri dopo acchiappa i ventiquattro. Una volta ottenuto lo scopo, rallenta, cosicché a Gioiosa Jonica, dopo 106 km. di strada ed all'inizio della lunga salita per scavalcare l'Appennino e portarsi nuovamente sul versante tirrenico, il vantaggio del drappello in fuga è salito a 5'20" per Assirelli, Mora, Rusconi e Retvig venuti avanti, e 5'50" sul grosso. Si deve salire al passo del Limino (altitudine metri 800, km. 1SS dalla partenza). Le posizioni non cambiano sali-o un lieve guadagno del grosso gruppo inseguitore che dimezza quasi il ritardo che aveva all'inizio. In certi tratti, la pendenza è assai dura, si sale fra la nebbia che impedisce di vedere oltre i dieci metri. Breve lotta nel drappello al comando, per l'onore di passar prima lassù. La spunta Brandolini, che precede Dante, Maule, Piscaglia e gli altri in fila, distanziati di pochi metri A B'SO" segue Nencini in testa, anche lui, di una folta compagnia, dalla quale, nei tratti piùerti, avevano perduto terreno Moser e Carlesi, che vengono a 3'S5". Al fondo della discesa (11,7° chilometro) il gruppo degli inseguitori si è ingrossato fino a contare una trentina di uomini, controllati a l'S5" dall'avanguardia. Data la diminuzione del distacco, per un momento si pensa a un vicino ricongiungimento. Ma no. In vista dell'altura su cui si erge Laureana (km. 163) gli effettivi della compagnia sono risaliti a 56. Seconda fase: attacco di Tino Coletto e sua fuga. Durata 55 chilometri circa. Questo è stato uno degli episodi più belli della giornata. La salita è breve, neanche tre chilometri, ma dura. Il torinese si porta in testa, accelera di scatto, rompe il contatto col gruppone e se ne va. Su, in cima al colle, ha già duecento metri di vantaggio che aumenta nella discesa. Dopo questa, la strada si fa piana: e Coletto, che ha fatto saltare la catena sul pignone grande e vuole profit tare del vento in favore, con bellissima azione si avvicina alla pattuglia dei sette fuggi,tivi, la raggiunge, e senza concedersi un attimo di sosta, la stacca — portandosi, da solo, ni comando della corsa. Ultimo a rassegnarsi era Brandolini, ma anche lui è costretto a cedete In vista di Rnsamo (chilometri VIS), Ir posizioni sono: in lesta il torinese, che precede di io" i sette che sapete e di S minuti il grosso. Incoraggiato dall'ex corridore Pezzi che ora dirige la squadra della \ Ghigi, Coletto insiste nella ruga. Il traguardo è ancora lontano, mancano quasi cento chi. lomctri, e Coletto arrischia il gioco grosso. Il suo vantaggio sale Al passaggio a Polistena (km 190), il gruppo che ha ingoiato uno dopo l'altro i sette fuggitivi della mattina, accusa I cl l'iO" di ritardo. Ma, poiché non si 6 lontani dall'ultimo ostacolo naturale del percorso, sul quale potrà giocarsi la carta decisiva, gli inseguitori si risvegliano. A dirigere la ciccia a coletto si alternano un jc' tutti gli avversari: l'interesse di neutralizzarlo è generale, e gli sforzi vengono perciò messi in comune. A Gioiosa Tauro (km ZIO) dove la strada comincia lievemente a salire, essi sono ancora a Z'IB" dal fuggitivo. Questi ancora si difende, ma dietro a lui la corsa si movimenta, gli scatti si succedono, la velocità aumenta, la fila si allunga, si disgrega, si rompe in tanti tronconi. Un paio di volte Defilippis cerca di svignarsela, ma è subito insegui¬ to e raggiunto. Coletto appare a. duecento metri, poi a cento; a dargli il colpo di grazia è Carlesi, il primo che, all'entrata di Palmi, gli piombava addosso alla testa del gruppo, ^>a .fortemente ridotto. Ne fanno parte diciassette corridori. La seconda fase è terminata a Palmi con la resa di Coletto. Terza fase, con l'attacco di Nencini, e sua conseguente fuga con Carlesi. Essa dura i cinquanta chilometri che da Palmi, dove comincia la salita al dalle di S. Elia, portano al l'arrivo. I diciassette compo nenti del primo gruppo sono, quattro della Legnano: Batti stini, Azzini, Massignan e Casati; tre della Ignis: Baffi,, Gestori e Tinazzi; due della Philco: Carlesi e Adriaenssens; due della Carpano: Nencini e Defilippis; pure due della Gazzola: Fantini e Gismondi; tre della Torpado: Galeaz, Accordi e Franceschetto; e Metra della Emi. Quasi immediatamente, Nencini scuote il drappello, e parte all'attacco. In un primo momento soltanto Battistini e Carlesi lo inseguono e riescono a raggiungerlo. Poco dopo sopraggiunge Franceschetto, portando a quattro l'avanguardia. A un chilometro dal valico, dopo avere condotto fino allora a sostenuta andatura, Nencini opera un paio di scatti. Il secondo è fatale a Battistini ed al giovane padovano. Con il bianconero rimane soltanto Carlesi. In vetta, passano nell'ordine, precedendo di SS" Battistini e Franceschetto, di 40" i primi della lunga fila. Nella pericolosa discesa i due toscani aumentano il loro vantaggio che a Bagnara (35 km. all'arrivo), è salito a l'Z". La lotta si restringe fra ì due in fuga e il gruppo che alle loro spalle si è ricomposto per l'inseguimento. Dei diciassette che erano ai piedi della salita, qualcuno, oltre ai due fuggitivi, ne man-, co, mentre altri sono riapparsi dalle retrovie e sono Conterno, Brankart, Fallarini e Zamboni. Diciotto dunque, contro Nencini e Carlesi. L'ultima mezz'ora, di corsa è emozionante. A Scilla il vantaggio dei due toscani ancora di Ì5", scende a 40" a 8 chilometri dal traguardo. Terranno t Non terranno t Terranno; si mantengono al comando davanti agli inseguitori, che all'ultimo chilometro perdono Defilippis e Fantini per forature (Defilippis è particolarmente sfortunato: buca, ripara e buca dinuovo); e si battono in volata. Qui, la maggiore velocità di Carlesi ha la meglio, imponendosi a Nencini per due lunghezze. Nello sprint per il terzo posto, disputato con l'accanimento derivante dal punteggio per il campionato delle squadre, Baffi ha la meglio davanti a Galeax, Conterno eccetera. Vittorio Varale ! Carlesi supera Gastone Nencini a Reggio Calabria Telefoto)

Luoghi citati: Calabria, Gioiosa Tauro, Palmi, Polistena, Reggio Calabria