La grandiosa sfilata degli alpini a Venezia

La grandiosa sfilata degli alpini a Venezia Oltre cinquantamila "veci,, e "bocia,, nella città lagunare La grandiosa sfilata degli alpini a Venezia Entusiastici battimani e grida di evviva della folla assiepata per tre ore dietro le transenne • fanfare e gustose allegorie - Il governo era rappresentato dal sottosegretario alla Difesa on. Bovetti Dai'nostro corrispondente Venezia, lunedi mattina. L'adunata nazionale degli alpini ha avuto ieri la sua giornata più solenne, con l'Imponente sfilata dai giardini pubblici a piazza San Marco, che è durata quasi tre ore, e con la semplice ma suggestiva cerimonia di chiusura del convegno. Alle decine e decine di migliaia di « veci > e di < bocia > giunti sabato, altri se ne sono aggiunti Ieri provenienti specialmente dalle zone più vicine. Cosi la cifra di cinquantamila, fatta ieri, muta nuovamente per salire ancora di parecchie migliala. I cinquantamila e più si sono dati convegno Ieri mattina per tempo al giardini pubblici dove erano stati eretti numerosi altari da campo sui quali 1 rinr-ellani militari hanno ce¬ lebrato Messe in continuazione. Al principale di questi altari, sotto l'arco Napoleonico del Oran Viale, ha celebrato la Messa il Patriarca cardinal Urbani. Vi assistevano i dirigenti dell'ANA e le autorità cittadine. Erano circa le 10 quando è incominciato l'Inquadramento per la sfilata, che doveva portare, attraverso la Riva dei Sette Martiri e la Riva degli Schlavoni, i cinquantamila In piazza S. Marco, dove, davanti al campanile, era stato eretto un palco per le autorità. Accolto dalla fanfara dell'8" Reggimento, è arrivato il sottosegretario alla Difesa, on. Bovetti, In rappresentanza del Governo. Con lui erano 11 Prefetto dott. Migliore, il commissario del Comune, Bilancia, e il presidente della Provincia, Favaretto Fisca. Sul palco era un folto gruppo di autorità militari e ci- vili di Venezia e della regione. I reparti dell'80 Reggimento erano in testa alla interminabile teoria di alpini che sono stati accolti da lunghi entusiastici battimani e da grida di evviva della folla del veneziani che si assiepava dietro le transenne. Seguivano 11 gruppo del generali e colonnelli In servizio, Il gonfalone della città di Venezia con la rappresentanza municipale, il labaro nazionale dell'ANA, scortato dal presidente nazionale aw. Erlzzo e dal vice-presidenti nazionali, il gruppo degli alpini decorati di medaglia d'oro e 1 consiglieri nazionali dell'ANA.. Quindi, a una é una, tutte le sezioni, al cune delle quali venute dall'estero: le più lontane erano quelle di Buenos Aires e di Montreal. Numerose erano le musiche, intercalate ai gruppi, molti del quali recavano allegorie, come uno scarpone gigantesco in cui stava un bimbo vestito da alpino, una tenda da campo con i suol piccoli alpini, un altro eroe-ora si ispirava ai motivi della canzone «Il capitano l'è ferito». Il gruppo di Venezia recava la " riproduzione In legno di un cannone da 75, che ogni.tanto faceva udire la sua voce con uno schiocco non troppo guerresco. Un altro gruppo si era portato un mulo che avanzava a fatica perché scivolava sul selciato. Quando la bestia si fermava, un alpino era pronto a collocargli dietro un «triangolo rosso». Un altro gruppo, infine, era munito di reti'da. farfalle: questi alpini si ripromettevano di salvare i commilitoni che fossero caduti in acqua. \ La testa del corteo era già arrivata a San Marco ed aveva compiuto il giro della piazza, ritornando, dal lato delle Procuratle Vecchie, In piazzetta del Leoncini, ove avveniva l'ammassamento di arrivo, che non solo lungo la Riva e Ano ai Giardini la lunga fila non presentava soluzione di continuità, ma al Giardini erano ancora migliaia e migliala di altri che rimanevano da Incolonnare. La sfilata si è così protratta fin quasi alle 13,30, ora in cui, la piazza era ormai gremitissima. Il presidente nazionale dell'ANA, aw. Erizzo, ha pronunciato un caldo discorso ringraziando anzitutto Venezia per l'ottima organizzazione e per l'affettuosa accoglienza. Egli ha detto che gli alpini sono giunti a Venezia più numerosi che nelle altre città, non solo per l'attrattiva che Venezia esercita In tutto 11 mondo, ma anche perché, essendo essi nella maggior parte redùci dalla grande guerra, hanno un particolare affetto per la «Regina dell'Adriatico» ohe è stata per loro la città delle retrovie. Calmatisi gli applausi che hanno coronato le parole del l'avv- Erizzo, il Patriarca Ur banl,' dalla loggia della Basi lica, ha rivolto la sua parola agli alpini, ricordando 1 Caduti di tutte le guerre è, prendendo lo spunto dalla solidarietà che esiste fra gli alpini, ha auspicato una solidarietà che unisca tutti gli uomini Egli ha quindi concluso invocando su tutti la benedizione della Vergine Nlcopeia, che si venera in S. Marco. Ha quindi Impartito la benedizione, alla quale ha fatto seguito il «rompete le righe », dato dal presidente nazionale dell'Aria, e con il quale si è conclusa la parte ufficiale del raduno. Gli alpini, da piazza S. Mar co si sono riversati poi per calli e campi pieni di sole, Invadendo ristoranti, trattorie, oste rie, portando ovunque 11 suono delle loro fanfare e 1 loro caro ti montanari. ,. Antonio Levorato Un reparto schierato, in Piazza San Marco (Telefoto)

Persone citate: Antonio Levorato, Bilancia, Bovetti, Erizzo, Favaretto Fisca, Patriarca, Riva

Luoghi citati: Buenos Aires, Montreal, Venezia