Il Senato concede la fiducia a Tambroni con 128 voti favorevoli e 110 contrari di Enrico Altavilla

Il Senato concede la fiducia a Tambroni con 128 voti favorevoli e 110 contrari Un governo con compiti amministrativi fino al 31 ottobre Il Senato concede la fiducia a Tambroni con 128 voti favorevoli e 110 contrari Hanno detto «sì» 1U democristiani, 8 missini, 2 indipendenti [Cadorna e Paratore] e il monarchico Massari (che non ha seguito le direttive dei suo partito] - Nella votazione la maggioranza era fissata in 120 voti: l'appoggio missino non è stato determinante - Il Presidente dei Consiglio dichiara: di mio governo è autolimitato nelle funzioni e nel tempo ed ha rinunciato fin dalla sua costituzione ad essere politico; manterrò gli impegni che ho assunto» - La Camera è stata convocata per giovedì prossimo: è probabile che si giunga ad un nuovo voto L'appello del Presidente del Consiglio ai parlamentari (Nostro servìzio particolare) Boma, 29 aprile. Stasera il Senato ha concesso la fiducia al governo Tambroni. La votazione, avvenuta per appello nominale, ha dato il seguente risultato: presenti 238 maggioranza 120 si 128 no 110 Hanno votato a favore 117 democristiani, 8 missini (1 cui voti non sono stati determinanti), 2 Indipendenti (Cadorna e Paratore) e U monarchico Massari, che non ha seguito le direttive del suo partito. Hanno votato contro so¬ cialisti, comunisti, - mocratlcl, liberali, n. ci, l'indipendente ., valdostano Chabod ed i due altoatesini. Erano assenti quattro democristiani (Salomone, Pennesi, Bomano, Fajetta Noè), il comunista Montagnana, Il liberale Vendittl (colpUo ieri da malore nei corridoi di Palazzo Madama), Einaudi e Zanotti-Bianco, 1 monarchici Lancellotti e Pennavarla. L'esito del voto non è stato salutato da applausi. Sono andati a stringere la mano a Tambroni per congratularsi 1 ministri Tognl, Spataro, Medici e altri. Il governo ha, dunque, ottenuto la fiducia delle due assemlee; ma fra pochi giorni sarà forzato a verificare alla Camera la propria maggioranza. Prima del voto il Presidente del Consiglio ha pronunciato un brevs discorso di replica, affermando che il dibattito al Senato non ha aggiunto nuovi elementi a quelli emersi nel dibattito alla Camera; Il governo non sente, dunque, la necessità di altri chiarimenti, < tanto più che — ha detto 'i'ambroni — non sono facilmente spiegabili le ragioni dell'accanimento mostrato dai parlamentari verso il ministero. Il Parlamento ha a sua disposizione i mezzi per controllare gli impegni da noi assunti e per impedire, eventualmente, che si realizzino >. « Da opposte parti e con diverse finalità — ha continuato Tambroni — si è affermato che questo non è 11 governo che 11 Paese attende, anche se il Paese non è Interpellabile. SI è fatto ancora una volta 11 processo agli atteggiamenti della d.c. e all'Impossibilità e incapacità da parte sua di operare scelte politiche. « Non spetta a me rispondere, ma ad altri, se crederanno di farlo (io lo farò in altra sede per dovere di onestà e di fedeltà al mio partito), avendo 11 governo rinunciato fin dalla sua costituzione ad essere un governo politico. Si tratta di un governo autolimitato nelle funzioni e nel tempo e quindi Impossibilitato a richiedere maggioranze precostituite od a ricercare accordi contrattati. « Ecco ancora una volta il perché ci siamo rivolti al Parlamento ed a tutti 1 gruppi politici in esso rappresentati. < Comunque, poiché il dibattito qui conclusosi è stato sol tanto politico e riferentesi a valutazioni soltanto politiche, è lecito a me constatare la risultanza dell'impossibilità dì dar vita ad un governo diverso dall'attuale, avendo l'on. Lami Starnuti affermato che formazioni di centro non so no più " da considerarsi possibili" e che la formula di centro-sinistra, tentata già due volte nel corso di questa crisi, anche con la sola astensione del psi, è quella che prima o poi si farà. Il sen. Battaglia, d'altra parte, ha sostenuto che esiste una maggioranza di centro-destra idonea a dare vita — secondo il pli — ad un governo di lunga durata. < Il tutto come fatto di aspirazioni di opposti settori del Parlamento, che comunque si riconducono alla de perché si muova a sua volta o verso sinistra o verso destra. « Si può continuare a discutere per mesi o per settimane, ma allo stato delle cose le due ipotizzate . formule di governo non sono- state attuabili, ed ecco perché noi abbiamo ritenuto di ripetere che tocca ancora ai partiti di muoversi, se lo possono fare, e il più presto possibile. < Feci cenno alla Camera dei deputati che l'incarico dato a me dal Capo dello Stato per la formazione del governo era da ritenersi determinato prevalentemente per le mie passate e presenti funzioni di ministro del Bilancio e quindi indicato all'assolvimento di precisi compiti costituzionali. < Tutte le prevenzioni ed i sospetti anche qui fatti valere mi sembrano .ingiusti. Ingiusti poiché la linea di politica economica da me indicata e messa in azione resta, ed è stata approvata dàlia maggioranza, o meglio da tutto il Parlamento in sede di commissioni o di aula E' la stessa indicata a Firenze ed alla quale ci si è richiamati molto genericamente, senza rilevare le eventuali contraddizioni, che del resto ne esistono. <Noi tutti del governo abbiamo accettato responsabilmente di assolvere nelle attuali condizioni ad un ingrato dovere, non certo per " cupidigia di potere ". « Noi ripetiamo un caldo appello al Parlamento, a tutti i suoi gruppi politici, perché essi, prima del voto, rivedano le posizioni assunte, guardino senza prevenzioni la realtà, e compiano sia pure un sacrificio, ma verso la nazione, superando accesi contrasti, divergenze sostanziali, acute personalizzazioni. Questo superamento darebbe nobiltà e credito a chi volesse compierlo. < Abbiamo detto e ripetia mo che nessun voto, da qual siasi parte venga, può quali flcare politicamente la funzione amministrativa del nostro governo, e nessuna polemica: artificiosa o violenta, fatta qui o portata fuori, è in grado di cancellare la nostra affermazione. « Noi speriamo che voi tutti ci aiuterete a non diminuire il prestigio che abbiamo insieme conquistato in quindici anni di vita democratica e a garantire la sicurezza necessaria per non interrompere il costruttivo cammino del nostro Paese ». Sono poi seguite le dichiarazioni di voto, tutte più concise di quanto non avvenga di solito. Il socialista Cianca ha detto che il governo Tambroni non avrà alcuna autorità nell'assise internazionale, e non potrà assumere alcun importante impegno. Le contraddizioni manifestate dalla de sono state deplorate dal senatore a vita Paratore, il quale ha, però, annunciato voto_ favorevole motivandolo con la necessità di porre fine alla lunga crisi. Il comunista Terracini ha criticato Tambroni sia per avere sostenuto che il dibattito al Senato è stato vuoto e inutile, sia per non avere annunciato con chiarezza che si dimetterà dopo avere fatto approvare i bilanci. Voto contrario è stato annunciato anche dal monarchico Fiorentino, che ha addirittura parlato di una « vocazione al cannibalismo » della de, ricordando che il suo partito appoggiò il precedente governo, meritandosi in cambio il continuo dileggio dell'on. Moro. Anche il liberale Dardanelli si è detto contrario al governo, che sarà necessariamente debole. Fra continui tumulti ha poi parlato il missino Ferretti, parola per parola rimbeccato dai senatori di sinistra. « Non ho orecchie per voi... non riuscirete a provocarmi » ha detto Ferretti; e ha portato a termine il suo breve discorso senza reagire alle interruzioni, don brevi pai-ole hanno annunciato voto contrario l'altoatesino Sand, e il socialdemocratico Savio. Il democristiano sen. Bo, che è uno dei tre ministri dimissionari, ha fatto una brevissima dichiarazione per giustificare il suo voto favorevole. «Non intendo — ha detto — sottrarmi al dovere di t«ner conto della dichiarazione resa ieri dalla direzìo.. del'mio partito e della conforme risoluzione adottata oggi dal gruppo parlamentare de di accordare la fiducia all'attuale governo. In questo spirito di disciplina di partito e di solidarietà con i colleghi del mio gruppo, voterò l'ordine del giorno di fiducia al governo ». Assai movimentate sono state le dichiarazioni del sen. Cadorna (indipendente) e del presidente del gruppo parlamentare de, Piccioni. .Cadorna ha espresso la sua perplessità di fronte a un governo che si regge sui voti del parlamentari del msi, i quali, < allontanandosi dall'aula durante la celebrazione del 25 aprile hanno voluto ricordare la loro origine ». Cadorna ha poi detto di avere avuto sollecitazioni dalle associazioni partigiane per votare contro il monocolore, ma egli ha preferito dimettersi dalla presidenza della Federazione volontari della libertà. Tale affermazione ha provocato 1 primi battibecchi con l'estrema sinistra. « E' necessario — ha detto Cadorna — votare, a favore del governo anche sapendo di dare un dispiacere a molti amici, perché occorre dare un governo al Paese e uscire da questa lunga crisi ». <fdadsdad<dn<Srbtspplaccldtsscmiiiimmiiiiiiiimii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Da sinistra si è gridato: < Vergogna!... Bella figura che fai. Devi restituire la medaglia d'oro che ti abbiamo dato il 25 aprile! ». Cadorna — Non me l'avete data voi. La medaglia me la sono guadagnata. Sereni (pel) — Non sei più degno di portarla ora che vai a braccetto coi fascisti! Cadorna, riprendendo la sua dichiarazione, ha osservato che < il Parlamento presenta segni di decrepitezza...»; ma da sinistra si è ancora interrotto: <: Siete voi cl.e siete decrepiti. Sta zitto, venduto! ». Cadorna — C'è da domandare: chi ha interesse ad indebolire le istituzioni parlamentari? Palermo (pei) — Voi e i vostri amici fascisti. De Luca (pei) — Lei non è più il generale Cadorna, ma può dare il braccio al generale Carboni! Cadorna — Lei può andare a braccetto con quel signore che ha nominato. Se ne vuole conferma, lo chieda al suo collega Palermo che lo sa meglio di me. Siccome da sinistra si continuava a sbraitare, Cadorna spazientito ha gridato: < Ma state zitti, buffoni », e per poco non scoppiava un nuovo tumulto. H sen. Piccioni ha precisato iiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii miiiiiiiiiiiiiiii il carattere e la portata del voto della de. Ma la sua dichiarazione è stata interrotta da vivaci battibecchi. Subito ha cominciato il socialista Lussu: «Ma che aspettate? Spaccatevi In due una buona volta e scegliete». Dal banchi de si è replicato: Ti piacerebbe, eh?! Piccioni continuando ha aggiunto: «Noi prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente del Consiglio, secondo le quali il governo ha lo scopo di consentire l'amministrazione dello Stato e l'approvazione dei bilanci, oltre la presenza dell'Italia nelle sedi internazionali. Assolto tale compito, il governo si presenterà al Parlamento perché questo prenda atto... ». Voci da sinistra — Che significa? Precisa, precisa meglio. Piccioni — ... del definitivo adempimento del suo compito. Carattere amministrativo, dunque, e obiettivo limitato nel tempo. Da ciò consegue necessariamente il netto rifiuto di. ogni qualificazione politica che potesse derivare dal voti dei gruppi politici. L'attuale situazione è stata determinata da uno stato di grande necessita; basti ricordare che la crisi dura da più di due mesi. Voci da sinistra — La colpa è vostra, soltanto vostra. Piccioni (sempre frale interruzioni della sinistra) — Si iiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii tratta di una soluzione provvisoria ma necessaria. Ci auguriamo che nel frattèmpo la situazione politica si svolga in modo da determinare più proficue convergenze e più durature forme di governo. La seduta si è poi conclusa con la votazione per appello nominale. Enrico Altavilla L'oti. Tambroni pronuncia a Palazzo Madama il suo breve discorso di replica prima del voto (Telefoto)

Luoghi citati: Firenze, Italia, Montagnana, Palermo