Richiesta un'esemplare condanna dell'uomo che in accollellalo nel sonno dalla moglie

Richiesta un'esemplare condanna dell'uomo che in accollellalo nel sonno dalla moglie La requisitòria del P. NI. al processo in Corte d'Assise Richiesta un'esemplare condanna dell'uomo che in accollellalo nel sonno dalla moglie E' accusato di maltrattamenti e ignobili sevizie, che provocarono la sanguinosa reazione della donna: per lui sono proposti quattro anni e 8 mesi - Per la mancata omicida chiesto il minimo della pena: cinque anni Il pubblico ministero ha chiesto ieri due condanne quasi identiche, sui cinque anni di reclusione, per i coniugi Lucia Menafro, di 35 anni e Michele Dattoli, di 39, comparsi insieme sul banco degli imputati in Corte d'Assise. La donna accoltellò il marito, ferendolo gravemente, mentre l'uomo era incriminato di maltrattamenti e lesioni Si tratta di due reati di natura molto diversa; ma il magistrato ha ritenuto che alla donna si dovessero concedere tutte le attenuanti possibili, mentre ha contestato all'uomo l'estrema gravità della sua condotta. Data la scabrosità di molti episodi l'interrogatorio degli imputati e dei testi si è svolto a porte chiuse 11 sanguinoso episodio, che ha dato origine al processo, è avvenuto il 26 febbraio dello scorso anno, nell'alloggio di via Villar 36; fu l'epilogo di dieci anni di matrimonio, ir. cu, erano state quasi continue le liti e le» scenate. La nascita di due figli, Franco, che ha ora 8 anni, e Domenico, che ne ha sette, non migliorò la situazione: anzi l'uomo si comportava in maniera vergognosa dinnanzi ai figli che, per intervento della madre e del parroco, furono poi accolti in un istituto. 11 Datloll. secondo l'accusa, infieriva spesso sulla moglie percuotendola e schiaffeggiandola (più volte la sventurata dovette farsi medicare in ospedale), costringendola a subire altri atti di brutalità. Anche una sorella della moglie, loro ospite, fu insidiata dal cognato che intrecciò con lei una relazione sotto lo miiimiimimiimmimi mminmmmmmn stesso tetto coniugale. Il giorno della tragedia, afferma la Menafro, il marito superò ogni limite col dirle: «Scendi in strada, un tipo comi! te fa in fretta a guadagnare dei soldi ». Poco dopo, sconvolta dal furore, spinta da un impulso irresistibile di vendicarsi dei lunghi anni di ignominia e di maltrattamenti, Lucia Menafro afferrò un coltello da cucina e colpi all'impazzata il marito, che dormiva, trafiggendolo tre volte alla imimmim inumili n unum a i a i , , . e i ù a schiena. Ferito in modo gravissimo allo stomaco ed ai polmoni, il Dattoli giunse esanime al Martini: fu salvato solo con numerose trasfusioni e un difficile Intervento chirurgico. Fu dimesso dall'ospedale dopo due mesi, completamente ristabilito, per entrare subito dopo alle «Nuove». Il dott. Caccia, che sosteneva l'accusa, ha detto di non credere al pentimento del Dattoli ed ha sostenuto che, mentre le coltellate della moglie non hanno lasciato per fortuna delle conseguenze, il suo comportamento ha distrutto la famiglia, portata la j donna all'esasperazione ed al d°litto, corrotto i figli in tenera età Ha quindi chiesto 4 anni ed 8 mesi di reclusione per-lesioni e per maltrattamenti, con l'aggravante di aver provocato nella moglie una grave malattia (prostrazione ed esam lir.'mto nervoso). Per quanto riguarda la Menafro, invece, il p.m. ha riconosciuto che essa ha diritto a tre attenuanti: le «generiche» (per 1 suoi buoni precedenti, per i giustificati motivi di risentimento che la turbavano), quella delia provocazione ed infine quella del la « diminuita capacità di intendere e di volere », confermata anche dal perito psichiatrico dott Broglia. Il pubblico ministero però ha precisato che la Menafro era in quelle particolari condì zioni in seguito a temporanei disturbi mentali, dovuti ad esaurimento nervoso, non perché in ferma di mente: ha quindi escluso che la donna debba essere ritenuta «socialmente pericolosa» e quindi internata dopo l'espiazione della pena in una casa di cura. Il dott. Caccia ha concluso la sua requisitoria chiedendo per Lucia Menafro 5 anni e 6 mesi Hanno quindi preso la parola gli avvocati Dal Piaz e GontilliInsabato, difensori del Dattoli, e Guidetti Serra per la Menafro L'avv. Dal Piaz ha letto una lettera in cui la moglie dice di credere al pentimento del marito, di perdonarlo e di accettare il suo perdono. L'avv. Guidetti Serra ha sostenuto che la Menafro ha colpito all'impazzata, senza volere ucci¬ ni n ninnimi nini iiiiiiii dere: 1 suoi colpi erano cerio tali da ferire a morte; ma la donna era fuori di s6 e non se ne rendeva conto. Ha quindi chiesto che l'accusa venisse ridotta a quella di « lesioni », sia pure con le aggravanti dell'arma o della parentela, controbilanciato dalle varie attenuanti, e che quindi la sventurata potesse tornare libera a riabbracciare i suoi figli. Stamane parlerà ancora l'avv. Armando De Marchi, sempre per la Menafro. Quindi la Corte (pres. Carron Ceva, cane. Santostefano) pronuncerà la sentenza iiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiittiiii coniugi in Assise: Lucia Menafro per tentato uxoricidio, Michele Dattoli per sevizie