Ante-cinema in piazza

Ante-cinema in piazza DIETRO IvO SCHERMO Ante-cinema in piazza Un ingoiatore di spade re di Albania per cinque giorni - Gustosa rassegna degli spettacoli popolari italiani - Una trilogia contro i "superficiali erotismi,. - Mozione di attori britannici - L'infallibile "western.. - Un altro Mabuse Il desiderio, il bisogno di cinema si perde nella notte dei tempi. Perché è desiderio e bisogno di spettacolo, di rappresentazione. Doveva toccare ai fratelli Lumière, e alla loro «invenzione), il dare allo spettacolo la possibilità di diffondersi in proporzioni che soltanto pochi anni prima sarebbero apparse incredibili. E di fronte alla enorme congèrie industriale e commerciale che ormai sostiene e impone il cinema ovunque, sono davvero commoventi le ricerche dedicate a quelle forme di spettacolo, elementari e foranee, che di piazza in piazza, e di villaggio in villaggio, hanno portato, e ancora talvolta portano, un po' di stupore e un po' di risate, con « artisti > sovente innamorati del loro errabondo mestiere. Infatti, un Chalot de Gironville, discendente da una schiatta di attori girovaghi, poteva, circa ottant'anni or sono, fieramente scrivere, di sé e dei suoi compagni: «Contento della mia sorte, io dichiaro che 1 miei simili, i ciarlatani, i pagliacci e i saltimbanchi, se cosi li volete chiamare, sono tra gli uomini i più liberi, i più felici e anche i più nobili ». In compenso il più temerario fu certo un' ingoiatore di spade, Otto Witte, il quale, spacciandosi per Halim Eddin, riusci nel 1913 a farsi addirittura incoronare re d'Albania. (Il suo regno durò cinque giorni). Invece alla inglese «mangiatrice di fuoco » Priscilla Birt il Ministero britannico dei combustibili concesse, durante il razionamento dei carburanti causato nel 1956 dalla crisi di Suez, tre galloni di benzina al mese; perché potesse così continuare a servire la sua «arte>, ragguagliata, per l'occasione, « al consumo di un motore di mezzo cavallo-vapore >. Gli spettacoli popolari italiani sono stati descritti e illustrati da Anton Giulio Bragaglia, Alessandro Cervellati, Roberto Levai, Alberto Menarini, Dino Mezzanotte, E Ferdinando Palmieri, Vito Pandolfl e Sandro Piantanida in un bellissimo volume, La piazza (Coli, del «Gallò grande» delle Edizioni Avanti), ricco anche di ineccepibili tavole in bianco e nero e a colorì. Dai « fachiri » agli ingoiatori di spade, dagli acrobati ai cantastorie, dai guitti ai pagliacci è tutta una folla, minuta e policroma, che sfila su questo singolare schermo; e non po teva mancare una succinta rievocazione del primissimo cinematografo, dalla baracca alla sala, dovuta al Palmieri. Prende le mosse da una citazione goldoniana del «Mondo niovo», un pantoscopìo settecentesco, uno dei più schietti antenati del cinema; e venendo poi al 1896, in un baraccone torinese ricorda come si vedano soltanto film marini, ovvero «mare in burrasca, barche sul mare calmo, pescatori al lavoro ». Nella stessa Torino, pochi anni dopo, le vere e proprie sale sono già undici; e con un gusto penetrante e sicuro il Palmieri scorcia poi il periodo dei nostri primordi cinematografici con citazioni gustose, per lo più tratte da giornali e giornaletti di allora, e riguardanti l'alleanza, data per certa, fra cinema e fonografo; o la pubblicità; o il « caffè-concerto », che come avanspettacolo già vorrebbe accompagnarsi ai primi film; o altro ancora. Ombre di ombre, in un ormai lontano crepuscolo che, dopo una rapida alba, doveva dare poi vita a un prepotente mattino. ■ * * Jean Delannoy parte a lancia in resta contro il « superficiale erotismo » di troppi film d'oggi; e gli contrapporrà addirittura una trilogia di film tratta da tre romanzi, il primo da Dans le noir de la vigne di André-Jean dot, il secondo da La princesse de Clèves di Madame de la Fayette, e il terzo da Verità della menzogna, dell'americano Patrick Quentm. — Ingrid Bergman sarà la protagonista di Aimez vous Brahms?, dal romanzo della Sagan. — Negli Stati Uniti sono attualmente in attività 15.771 sale cinematografiche (compresi i « drive-in », cinema all'aperto per automobilistij. Tre Stati hanno più di mille locali (Texas, California, New York), quattro più di cinquecento (Pennsylvania, Ohio, Illinois, Michigan); in coda, poverini, il Nevada e l'Alaska, rispettivamente con trentacinque e ventotto sale. — L'associazione degli attori britannici ha approvato, dopo un vivacissimo dibattito, una mozione che mira a limitare l'attività degli attori non professionisti, data la grave disoccupazione esistente tra gli attori veri e propri, di teatro e di cinema Il fair play britannico non ha tuttavia mancato di farsi sentire. L'attore John Justin ha infatti osservato: «Se criteri del genere fossero stati adottati in passato, oggi Marilyn Monroe sarebbe una sconosciuta»; e altri ha detto: «Ai giovani, così, penserà il cielo ». * * Il cinema è un insaziabile divoratore di volti, di nomi, di film; e di tentativi, di tendenze, di mode. Eppure un determinato genere di film, quasi nato con il cinema stesso, resiste a qualsiasi usura, rinnova con una puntualità quasi incredìbile i suoi spettatori, e con una tenace invidiabile disinvoltura ricopia e ripete se stesso. E' il « western ». Vale a dire sparatorie, cavalcate e sceriffi; oppure sceriffi, cavalcate e sparatorie. E' un film-ragazzo; che evidentemente soddisfa un suo vastissimo pubblico-ragazzo. Ogni tanto il genere si nobilita, o comunque accampa qualche diversa pretesa (da un Ford ai suoi imitatori); ma poi la formula riprende tutti i suoi diritti, che si risolvono in immancabili ingenti incassi. Ora anche un regista fino a ieri non comune, Robert Aldrlch, s'è pronunciato a favore del western. Film del genere, ha detto, « a carattere storico, e interpretati da grandi attori, ripresi in località pittoresche, e con larghezza di mezzi, e a colorì, e su grande schermo, sono ancora una garanzia». C'è tutta la ricetta. E sono, o sarebbero, parole almeno sorprendenti, per un regista non comune che volesse continuare a seguire vie poco battute; ma, evidentemente, anche l'Aldrich si sta lasciando avvincere dall'« affare » cinematografico, quale, per l'appunto, è garantito dal teestern. * * Si è svolta, a Valladolid, la < Quinta Settimana Internazionale del Cinema Religioso e dei Valori Umani ». — Nicholas Bay ha iniziato a Madrid le riprese de II Re dei Re; sono fra gli attori Richard Burton e Carmen Sevilla. — Brigitte Bardot avrebbe deciso di fondare una sua <ditta*, per la produzione e la distribuzione dei suoi film; il prossimo intanto si annuncia con un titolo degno di lei, La femme est la femme. — Regista Jean Giono, si sono iniziate le riprese di Creso, protagonista Femandel. — Peter Ustinov ha inquadrato a Todi alcuni estemi di Romanoff and Juliet, dall'omonima commedia, protagonista lo stesso Ustinov. — Comproduzione italo-tedesca una variaaione del tema < Afabuse » che Fritz Lang delineerà ne I mille oc¬ chi del dott. Mabuse, con Danni Addams e Peter Van Eyck. — Isa Miranda apparirà alla tv britannica nella commedia Judgment Day, di Elmer Rice. — Geo, del quale sono note e apprezzate varie compilazioni dedicate alla caricatura, da D'Annunzio a De Gaulle, pubblica ora, per le edizioni Omnia, una Storia del cartone animato, dalle « animazioni » di ottocentesche lanterne magiche agli ultimissimi eredi di Emile Cohl, il primo ideatore di disegni animati per lo schermo. * * Spiccioli — Un regista, in un night-club: «Quanto si an-noierebbe, tutta questa gente, se non credesse di divertirsi ». E un altro regista, dopo la presentazione di un suo nuovo film: < Si diffida sempre troppo, delle critiche sfavorevoli: e mai abbastanza di quelle fa¬ vorevoli ». m. g. UltllllllllllllilllllllllIIIIIIIIIIIlllIlillllIIIIilillll