Il fidanzato della cameriera: " Era allegra, non si è uccisa"

Il fidanzato della cameriera: " Era allegra, non si è uccisa" Processo per ì delitti di Alleghe Il fidanzato della cameriera: " Era allegra, non si è uccisa" / testimoni concordi contro gli imputati (Dal nostro inviato speciale) Belluno, 23 aprile La chiave del mistero di Alleghe (sempre ammesso che si possa ancora parlare di mistero dopo le confessioni di Aldo Da Tos, sua sorella Adelina e suo cognato Pietro De Biaso, le cui successive ritrattazioni non sembrano avere una giustificazione plausibile tanto più che vengono smentite dalle accuse del quarto imputato, Giuseppe Gasperin) è tutta in taluni piccoli dettagli. Perché, infatti, nell'ormai lontano 1983 si sarebbero uccise prima Emma De Ventura tagliandosi la gola con un rasoio e poi Carolina Finazzer gettandosi nel lago? Nell'udienza odierna, una testimone, Giuseppina De Pian, è venuta a raccontare ai giudici che sua cugina Carolina Pinazzer non solo non aveva mai sofferto di sonnambulismo (malattia che, secondo i Da Tos, avrebbe dovuto giustificare la decisione presa dalla donna di togliersi la vita), ma le aveva inviato un biglietto invitandola ad andare subito da lei perché « aveva da parlarle urgentemente ». « Purtroppo arrivai troppo tardi: Carolina era già morta», ha spiegato Giuseppina De Pian. Come dire — la testimone non lo ha affermato, ma lo ha lasciato chiaramente intuire — che qualcuno ebbe interesse a far tacere Carolina Pinazzer per sempre. Il cerchio insomma, attorno ad Aldo Da Tos, Adelina Da Tos e Pietro De Biasio (Giuseppe Gasperin è da tempo rassegnato al suo destino), diventa sempre più stretto. « Per quanto riguarda Emma De Ventura — ha affermato oggi Emilio Ganz, ohe nel 1933 era fidanzato con la cameriera dell'Albergo Centrale di Allegn». — posso escludere che si sin tolta la vita. Si è detto che aveva dei dispiaceri amorosi. Ma se andavamo perfettamente d'accordo ed era una ragazza sempre allegra! Ho ricevuto una sua lettera, scritta il giorno prima di morire, in cui non ai accennava ad alcuna amarezza» ' L'ultimo elemento utile alla jaccusa l'ha poi fornito 11 co ]gnato di Emma De Ventura un muratore: Giacomo Tommaselli. Cercò di obiettare nel 1933 che la ragazza non poteva essersi tolta la vita. Sarebbe intervenuto, allora, 11 cavaller, Rainero Massi, fiduciario fascista di Alleghe ed ispettore federale del partito fascista per l'Agordino, e gli avrebbe intimato di « pen aarla in un altro modo» E | Giacomo Tommaselli tacque. Ma oggi si è ricordato che quando entrò nella stanza dell'albergo dov'era atata trovata morta Emma De Ventura, notò che sul pavimento vi erano sparse delle perle. Erano quelle di una collana che la ragazza portava. Qualcuno evidentemente gliela aveva strappata: era stato l'assassino? Il processo è stato rinviato a mercoledì prossimo per ascoi tare ancora altri testimoni.

Luoghi citati: Alleghe, Belluno, Tos