Dai prodigi dell'elettronica alta «fabbrica» del moto

Dai prodigi dell'elettronica alta «fabbrica» del moto / progressi deAla scienza alla Fiera di Milano Dai prodigi dell'elettronica alta «fabbrica» del moto La tecnologia moderna offre una vasta rassegna di complicati e perfettissimi macchinari dagli usi più impensati - l veicoli cosmici nel padiglione sovietico - Ln modello di nave nucleare negli stands Fiat (Nostro servizio particolare) Milano, 23 aprile A voler cercare nel vasto e fitto poligono della Fiera i documenti e gli oggetti concernenti le scienze pure e applicate, c'è da muoversi parecchio. La scienza si è insinuata un po' in ogni campo, dovunque si incontrano di quelle scatole parallelopipedi, dalle pareti metalliche, tempestate di pulsanti e di chiavette, con incastonati quadranti e luci; scatole che nulla rivelano all'aspetto della loro magìa segreta: sono armàdi con comandi elettrici, sono memorie magnetiche che ricevono ricordano e smistano messaggi, sono registratori di grandezze di ogni genere: vibrazioni di strutture, rugosità di superficie, pressione di pneumatici, radiazioni nucleari, e quant'altri mai di quegli enti di cui c'è stata in questi ultimi anni una moltiplicazione che dà il capogiro. In alcuni luoghi per altro le novità d'avanguardia sono maggiormente addensate: così nei saloni dell'elettronica dove, con l'avvento dei minuscoli transistor e dei circuiti stampati, c'è una marcata tendenza verso i congegni in miniatura; nel padiglione dell'Unione Sovietica, dove gli organizzatori hanno puntato con speciale ambizione ai prodotti della ricerca scientifica (in una sorta di sacello, tenuto in una suggestiva mezz'ombra, sono mostrati i modelli dei veicoli cosmici strumentali), e così nel padiglione della Francia, dedicato quest'anno a mostrare i prodotti dell' ingegneria arrancati alla medicina e alla chirurgia; mentre nella sala che la Fiat ha dedicato alle colossali anatomie di motori Diesel per la propulsione navale (è il tema scelto quest'anno dalla grande industria torinese), s'incontra anche l'illustrazione della progettata nave cisterna nucleare, e del già costruito reattore di Saluggia che tra breve comincerà ad immettere nel mercato i raggi isotopi di fabbricazione nostrana. Particolarmente intensa è la presenza scientifica nel padiglione dedicato alle cose nucleari, attiguo al piazzale denominato appunto « ricerche e scienza ». Qui sono visibili schemi e modelli di centrali elettronucleari che sono in allestimento nel nostro Paese; c'è un simulatore di reattore nucleare (e cioè un grosso apparecchio che permette di studiare un reattore in funzione senza che esso ci sia davvero, perché un insieme di circuiti elettrici ne simula il comportamento e dà le misure delle grandezze in gioco). I visitatori possono ammirare altresì un plastico di campo gamma del Cnrn, per le apnlicazioni degli isotopi radioattivi alla produzione di mutanti vegetali, e alcuni esempi delle varietà ottenute. Ci sono lampade a luce atomica, con vite lunghissime misurabili in lustri e decenni, tenute accese da gas radioattivo (cripton 85 ortnure tritio), i quali gas eccitano alla luminosità sostanze fosforescenti: e ciò senza bisogno di alimentazione o di ricarico. E infine vi si incontra un prodotto della più singolare fra le nostre industrie estrattive: il boro, che si ricava dai soffioni di Larderello; quel boro che in aggiunta al radio fornisce una comoda sorgente di neutroni e che essendo un eccellente assorbente di neutroni autentici trova applicazione nolla regolazione -delle pile. Anche l'attiguo padiglione dedicato ail'alto vuoto ha uno speciale significalo. Quel vuoto che, lino a tre secoli fa, nell'opinione dei dotti non esisteva e non poteva esistere, per ragioni che parvero inoppugnabili, 10 si produce oggi, lo si fabbrica, con delicate macchine. E difatti un numero sempre crescente di procedimenti scientifici e industriii- 11 dev'essere condotto in assenza di materia gassosa o, ciò che è lo sltsso, in assenza di pressione. Ci sia da distillare una sostanza, essiccare un prodotto, liberare un acciaio da impurità gas sose, fabbricare specchi di gran pregio o lampade eiet- nmcazlatnuptscvfniastdrrplppdtvstgIepisidglndsdrvmcnndfdtldplArzsmmsfzzmtrichc o tubi per la televi-j sione; si voglia guardare a\un microscopio e ettronico,] accelerare particelle in uni ciclotrone; tutto ciò esige | un grado di vuoto più o me-, no spinto. Di qui la moltipli cazione dei modi per ottene- re il vuoto: le pompe rotative, quelle a diffusione, quelle molecolari; e la molteplicità degli strumenti idonei a ^ misurarne il vuoto ; nonché degli accorgimenti per conservarlo, per assicurare cioè la perfetta tenuta dei recipienti che lo contengono. Qualche riposo a tanto macchinismo e a tanta concentrazione di ingegnosità, anche chi è curioso di scienza può trovare in alcune deliziose mostre di prodotti artigiani, in laghetti e fontane dotati di cigni, e 3n nella grazia settecentesca di una gondola veneziana. Se poi, in questa sagra dell'ottimismo, dove ciascuno si sforza di mostrare il meglio che possiede, uno vuole trovare una nota discorde, può fermarsi al lungo capannone allestito dalla Cassa per il Mezzogiorno, tappezzato all'esterno di pannelli dove si dimostra con grandi fotografie quanto quella parte d'Italia sia squallida, misera, sporca; la cui visione, resa anche più angosciosa, per chi abbia la pazienza di leggere, da certe liriche di poeti deprimenti che accompagnano le figure, scoraggia del tutto il- pubblico dall'entrare nel padiglione stesso e vedere come, grazie alla suddetta Cassa, quella parte del nostro paese stia migliorando. Didimo vtfnadl

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Saluggia, Unione Sovietica