Italia e Francia emergono nella prima giornata di bridge

Italia e Francia emergono nella prima giornata di bridge Italia e Francia emergono nella prima giornata di bridge La nostra squadra (campione mondiale) e la rappresentativa francese (campione europeo) vincono gli incontri con il maggiore scarto di punti La prima mezza giornata dell'Olimpiade si è conclusa con una bella affermazione degli italiani contro gli spagnoli (65-15) e dei francesi contro la Danimarca (64-34). Diciamolo subito: a tanta distanza dalle giornate conclusive, questi risultati non hanno nemmeno un valore indicativo. E tuttavia la differenza di punti a favore degli italiani e dei francesi comprova la classe schiacciante delle due squadre, l'una attuale campione del mondo, l'altra d'Europa. Ieri mattina, con un sontuoso ricevimento a Pwlazzo Ma- dama, hn avuto luogo la cerimonia inaugurale della la Olimpiade del bridge. L'ingegner Giordano presidente del Circolo della stampa che con l'Associazione Bridge Torino ha organizzato la manifestazione, ha porto il benvenuto alla folla cosmopolita e variopinta raccolta nelle vetuste sale: uomini e donne di cinque continenti, australiani, libanesi, filippini, indiani, sudafricani; e gli europei, dai bruni spagnoli ai pallidi scandinavi; e gli americani del sud e del nord. In tutto, 300 persone di 25 nazioni, quante sono le partecipanti alla più importante competizione di bridge che sia mai avvenuta. Il sindaco ha salutato gli ospiti a nome dei torinesi, invitandoli a tornare per il '61, e l'avvocato Carl'Alberto Perroux, capitano della squadra italiana campione del mondo, ha annunziato che il presidente Gronchi ha concesso 11 suo patronato a queste Olimpiadi. Infine il barone Robert de Nexon, presidente della federazione mondiale del bridge, ha rivolto parole gentili di ammirazione per la nostra città: «Molte erano le aspiranti ad ospitare la Prima Olimpiade del bridge, ma Torino è stata preferita, tra tutte, per la sua bellezza e per la bravura organizzativa dei suol abitanti ». Altra brevissima cerimonia nel primo pomeriggio a'ila palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino, col giuramento prestato dai più giovani (e aitanti) giocatori: l'italiano Forquet e il filippino Reyes. E l'Olimpiade era varata. Immediatamente ai tavoli dei vasti saloni, illuminati dalla diafana luce del neon, centinaia di cervelli maschili e femminili si misero al lavoro. E' uno spettacolo, il gioco del bridge? Per chi non lo conosce, parrebbe di no. Eppure un pubblico folto, elegante, affollava le corsie dietro le transenne che li separava dai giocatori scambiandosi sommessamente impressioni, pronostici, commenti. In una sala è stato approntato un teatrino, con lunghe file di sedie volte ad un fantomatico tabellone, nero ardesia, sul quale compaiono e scompaiono bianche cifre e lettere maiuscole: A K G 7 4 2, e si accendono lumini rossi e verdi. E' il bridge-rama. La platea osserva in profondo silenzio la diavoleria, che è collegata per misteriose 11111111111111111111 ■ 11111111 ■ n ■ ■ 1111111 n 11 iiiiiirui vie ai cervelli di quattro giocatori, due italiani e due spagnoli, installati in una cameretta preclusa al pubblico. Di ognuno conosce le carte che ha In mano e quando un giocatore ne depone una sul ta volo, subito il tabellone regi stra la sua mossa. Ogni spettatore può così sdoppiarsi in quattro parti come se fosse alle spalle di ciascun giocatore e, anzi, dentro al suo cervello, partecipando con tutto il proprio essere ai suoi dubbi e ai suoi riposti ragionamenti Parrà strano, ma anche il profano è afferrato dalia misteriosa magia di questo astruso spettacolo, che sa di fantascienza e di « mondo del 2000» Specialmente quando le luci del tabellone rimangono im mote per un tempo che pare eterno, sembra di sentire la tensione estrema del giocatore che riflette prima di gettare la sua carta. Le nostre speranze di vincere per la quarta volta il titolo mondiale sono giustificate: il sistema dei < Fiori napoletano », inventato da Avarelli e Belladonna, funziona ancora a dovere e, a quanto risulta da questa prima giornata, non è stato ancora adottato da nessuna altra squadra, come si poteva temere data la comprovata superiorità sugli altri sistemi. Abbiamo chiesto al capitano della nostra squadra avvocato Perroux perché nessuno l'abbia copiato: è forse un segreto? « Non è un segreto, — ha risposto — dal momento che gli autori lo hanno rivelato in un loro trattato Ma il bridge è come l'automobilismo: tutti possono guidare una macchina da corsa, ma pochi sono capaci di portarla alla vittoria». j ^ : Il «bridge-rama», in una sala della « Promotrice », permette al pubblico di seguire le partite come se fosse alle spalle di ciascuno dei quattro giocatori (Foto Moisio)

Persone citate: Avarelli, Belladonna, Forquet, Gronchi, Parrà, Reyes, Robert De Nexon

Luoghi citati: Danimarca, Europa, Francia, Italia, Torino