Il sindaco, il vescovo e i partiti esortano i livornesi alla calma

Il sindaco, il vescovo e i partiti esortano i livornesi alla calma Mentre i paracadutisti rimangono chiusi in iaserma Il sindaco, il vescovo e i partiti esortano i livornesi alla calma Ieri non sono accaduti incidenti - Qualche timore per la giornata di domani Ancora 44 giovani in carcere - Contrastanti pareri di autorità civili e militari (Dal nostro inviato speciale) Livorno, 23 aprile. Placate le ire (speriamo non per oggi soltanto) e mancati i motivi per nuovi scontri, essendo rimasti i paracadutisti in caserma, si fanno gli esami di coscienza, si manifestano generosi propositi di riconciliazione. Si può dire che, se nei prossimi giorni i paracadutisti ritornassero in città senza manifestare intenzioni di rivincita, i livornesi resterebjero tranquilli. Tutti, dal vescovo al sindaco, hanno ammonito: <Non conservate rancore >. E una popolazione generosa, anche se esuberante, non può conservare rancore verso i soldati suoi ospiti. Si è detto che tutto era dovuto a futili questioni, a contrasti per donne, a qualche atteggiamento sbagliato. Non è ammissibile, per simili ragioni, covare desideri di guerra civile, tanto più dopo aver affermato solennemente che Livorno è città amantissima delle Forze Armate per antica tradizione. Da una parte e dall'altra si riconosce che la battaglia poteva essere evitata con un po' di buon senso. Ma le valutazioni delle cattse e delle responsabilità sono diametralmente opposte. Le autorità militari sono convinte che la battaglia sia stata preordinata e combattuta con tecnica speciale da agitatori di professione. Lo fanno capire, senza rilasciare alcuna dichiarazione, mantenendo un assoluto riserbo. I paracadutisti, dal canto loro, si mostrano addolorati per le interpretazioni generalmente date ai fatti, negando di aver mai offerto il minimo pretesto col loro comportamento. Negano perfino che qualche paracadutista abbia infastidito donne livornesi; sostengono, tutt'al più, che i paracadutisti sono* invidiati dalla popolazione maschile del posto, perché aitanti, eleganti e perciò preferiti. Le valutazioni qui si spezzettano: non riferiremo a lungo polemiche che rischiano di venire al gallismo. Da parte delle autorità civili altrettanto riserbo ufficiale Ma, da una conversazione col capo di gabinetto della prefet tura, abbiamo appreso qualcosa di importante: si ritiene che gli incidenti dell'altro ieri siano stati spontanei, per nulla organizzati. Semmai organizzatori ed agitatori profittarono della situazione quando era già in atto, come spiegavamo ieri. < Non è stata una ragazzata, anzi i tumulti si sono sviluppati secondo una certa tecnica, ma non erano organizzati in precedenza*, c< ha detto il capo di gabinetti del prefetto Come si vede, tesi nettamente opposta a quella raccolta negli ambienti milita ri. La stessa interpretazione della prefettura ci è stata data dal sindaco, prof Badaloni, comunista Visti a distanza, con sereni- j ombrano indub- \biamente proporzionati Fu ] un.esp,0,„one di violenza colleti hva< in cui ebhero buon gioco | messori. Ma fu resa possibile , dall'errore di mandare in città i paracadutisti, benché /ossenota la tensione esistente, ben- che le autorità civili avessero chiesto il contrario. Chi diede l'ordine di far uscire i paracadutisti, dopo che in una riunione in prefettura tutte le autorità e i rappresentanti dei partiti si erano impegnati a far opera di pace? Nessuno risponde. Il comando del presidio militare lascia intendere che ar- rivarono ordini dall'alto. La\prefettura dice: * Questioni dij competenza dell'autorità m\li tare ». Forse non sapremo mai per quale infelice iniziativa, di chissà quale personaggio, si sia avuta tanta battaglia a Livorno. « Mai vista tanta gente picchiarsi in quel modo, botte da orbi », dicono i testimoni. Oggi, consegnati i paracadutisti in caserma, l'opera di pa ciflcazione è stata rivolta a\quella parte dei livornesi che sembrava meno propensa a dimenticare. Il vescovo ha lanciato un appello ai giovani « perché non si lascino trasportare da desideri di rivincita ». Tutti i partiti, meno il msi, hanno sottoscritto un manifesto in cui invitano i livornesi a riallacciare i tradizionali rap- iiiiiiiiiii mi iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimim:mi t porti di affetto con le Forze Armate, senza esclusione. Verso sera la città era tappezzar ta di manifesti invitanti alla calma e alla riconciliazione. Resta V interrogativo dei prossimi giorni. La paciflcazio ne è aiutata dal ritorno a casa di moltissimi fermati: su 199, 12 sono stati denunciati a pie de libero, 44 sono stati tratte \nuti jn arresto, gli altri sono j start rilasciati. Afa desta qual che ansietà il pensiero della Festa della Liberazione, lunedì 25 aprile. E' augurabile che gli stessi livornesi richiamino alla responsabilità gli agitati In futuro i paracadutisti cerchino di uscire dalla loro rigida concezione del prestigio di casta militare, e tutto ritornerà come prima. Oggi un ufficiale \paracadutista ci ha detto: *Noi dobbiamo addestrare i nostri soldati alla guerra, dobbiamo infondere in loro lo spirito aggressivo*. Non riusciva a ca pire come queste parole turbassero tanto chi lo ascoltava, non capiva come la gente ami nel soldato un uomo, non un lottatore dal volto feroce. Mario Fazio tiniMiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiii 111 1 m ■ 1111

Persone citate: Badaloni, Mario Fazio

Luoghi citati: Livorno