Sullo scherma

Sullo scherma Sullo scherma All'Ambrosio: Il buco - Al Lux: Asfalto che scotta Il buco (cLe trou>) è l'addio di Jacques Becker, il regista che ha dato al cinema francese di questo dopoguerra una delle sue opere più valide (Casco d'oro), uno spettacolo vibrante (Grfsbi), e un paio di superiori c divertimenti » (Antonio e Antonietta, Edoardo e Carolina), l'ultimo dei quali abbiamo testé rivisto con piacere alla televisione. Anche se minore rispetto al nominati, TI buco ha però sempre il suggello d'un nobile artigianato e lascia nettamente sentire, pur nel rigore realistico, quel dono di tenerezza e partecipazione alla sorte degli infelici, che è sempre stata la prima e più ingenua ispirazione di questo registaInfelici sono tutti i personaggi del film: cinque detenuti della prigione parigina della Sante, in attesa di giudizio. Anche la macchina da presa si fa reclusa e non lascia mai il triste luogo altro che negli ultimi momenti, per mostrarci dal coperchio sollevato d'un chiusino uno scorcio notturno di Parigi. Ma anche quest'unico estèrno appartiene alla storia della prigione, corona cioè il lungo lavorìo di Geo, Borelli, Monsignore, Roland e Gaspara — i cinque detenuti — per aprirsi un varco alla libertà. Avvicendandosi all'opera e regolandola mediante una rudimentale clessidra sul turni di guardia, a forza di limare e scavare una notte dopo l'altra, i prigionieri aprono un passaggio sotterraneo che mette dalla loro cella alle fognature della prigione: quando tutto è pronto per l'evasione, qualcosa che è bene tacere interviene a farla fallire. Ma l'interesse precipuo del film non consiste né nella suspense né nella sorpresa finale, che pur non mancano, ma in quella lunga e lenta preparazione della fuga, durante la quale si spiegano 1 diversi caratteri dei cinque (quattro sono comuni malfattori, il quinto è un piccolo borghese) e nasce fra loro una taciuta ma struggente amicizia. " Impossibile non pensare, per quel gusto della precisione che rasenta il documentario e fa sì che lo schermo risuoni spesso come un opificio, a Un condannato a morte è fuggito di Bresson, sebbene questo film, con molto meno dicesse molto di più. Ma anche a Becker è riuscito di stringere in poco spazio un intero mondo di speranza e di dolore, comprendendovi le figure, aspre ma umani, dei carcerieri. Forse 145 minuti risultano un po' troppi all'economia del racconto che talvolta s'adagia nella descrizione meccanica; fra tante lime, manca quella del regista. Ma non lamentiamoci: per molte ragioni, fra le quali anche la splendida condotta degli attori Michel Costantin, Jean Keraudy, Philippe Leroy, Raymond Meunier e gli altri. Il buco è degnamente l'ultimo messaggio d'un regista che non dimenticheremo. 1. p. n caso ha voluto che contemporaneamente all'ultimo film di Becker uscisse anche Asfalto che acotta (« Classe tous risques>), opera prima di un ex-assistente di Becker, Claude Sautet, la quale inoltre ha in comune con II buco il soggettista José Giovanni. Ma non vi è altro che renda possibile fra i due film un accostamento meno casuale: al più, ci si potrà riferire a un altro film di Becker, Grisbi, per la analogia degli ambienti e il ritorno del tema dell'amicizia e della fedeltà fra banditi. Il film, che è la storia della disperata fuga di un gangster, si apre su Milano con una rapina in via Orefici e prosegue a Nizza da dove il fuggiasco, perduti in un conflitto alla frontiera la moglie e il complice, raggiunge Parigi portando con sé i due figlioletti grazie all'aiuto di un giovane « duro », il quale sarà il solo a rimanergli fedele quando gli immemori compagni di un tempo non soltanto lo abban doneranno, ma cercheranno di consegnarlo alla polizia, pagando tuttavia con la vita il loro tradimento. Serrato e vigoroso nella pri¬ mqPdgl'spsdvimspqdtssditsBingmacb2cHddavigiitpLskabCclncdmd I ECHI DI CR0IHCI 1 MOBILIFICIO O.K.A.l'. 20 rate. Vendita propaganda camere da 89.000. tinelli da 39.000. Vasto assortinienio. Ritiro mòbili usati. Approfin Garibaldi 9 (con ilei DIPLOMATA MIBTV chiaroveggente medianica. Corisu/'osiom c. R. Stargli. 7.1 ang. t; Monlcocllo scala destra 1" p. esci. giov. dom. CASA I/il. MOBILE - CASA DEL RISPARMIO. Facilitazioni. Via Bogino angolo vm Cesare Battati. Telefono 653-487. ma parte, il film perde 1 colpi quando l'azione si sposta a Parigi e ristagna alla ricerca di un finale, che sopraggiungendo a precipìzio, ha tutta l'aria di un espediente degli sceneggiatori per cavarsi d'impaccio alla bell'e meglio. Disinvolto e sicuro negli esterni dal vero e nelle scene di movimento, il giovane Sautet si impappina nelle zeppe dello scenario e dà prova di scarso polso nel dirigere gli attori. 1 quali tuttavia, nonostante il dialogo sciatto nella sua voluta semplicità, sanno sbrogliarsela lodevolmente anche da soli, sia Lino Ventura, che rende omaggio alla sua origine italiana doppiando se stesso, sia, e ancor meglio, Jean Paul Belmondo, uno degli attori più interessanti della nouvelle vague (l'avete visto In A doppia mandata). Meno convincente, anche a causa di una parte che sa di riempitivo, il contributo di Sandra Milo. Conservatorio — Stasera alle 21,30 per gli Amici della Musica concerto della pianista Barbara Holmqucst. In programma opere di Mozart, Brahms, Chopin, Ghedlni, Ravel e Moussorgsky. Centro Cinematografico — Oggi alle ore 15 e 17 al cinema Bernini verrà proiettato il] film « L'eterna illusione » di Frank Capra. Ingresso riservato al soci. Bomano — Domattina alle 10 il Sindacato Giornalisti Cincm. in collaborazione con la « Cinelatlna », farà proiettare in visione popolare, a richiesta, (Ingresso L. 300) il film di Sergio M. Eisenstein « La corazzata Fotemkin » e la «Antologia» dedicata al grande regista. Verrà distribuita la « cartolina-referendum ».

Luoghi citati: Milano, Nizza, Parigi