Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi La dialettica della storia -1 redditi del marchese e lo stipendio di mio padre La vacanza della professoressa - Ahimè! i tempi sono mutati (anche le collaresse aspirano all'assegno) - Madri di seconda categoria - II cane bastonato Un lettore ci scrive da Firenze: « Chi scrive, domiciliato a Firenze, ha seguito sul giornali, e soprattutto su La Stampa, innegabilmente il più onesto giornale d'Italia, e quello che è fatto meglio, là polemica a proposito del San Sebastiano, di D'Annunzio, e il veto posto (sia pure in forma indiretta, e proprio per questo meno simpatica) dalle autorità ecclesiastiche. E ho letto la nota a ciò relativa, dell'Osservatore Romano, con la quale si rivendica — da parte dei dirigenti del teatro napoletano — il diritto di agire come hanno fatto, In nome... della libertà. Che sarebbe come dire il diritto di soffocare la libertà in nome della libertà. « Si potrebbero rispondere infinite cose: ed anche, per esempio, ricordare che quando, nel 1833, fu soppresso il giornale l'Antologia, qui a Firenze, esso fu soppresso dal Granduca per un intervento, presso a poco simile a quello odierno, del Governo Austriaco, sollecitato (la storia si ripete) dalle autorità ecclesiastiche, o da giornali ufficiali, fedeli alle autorità ecclesiastiche. E tante e tante altre cose sarebbe facile dire, e tanti e tanti altri esempi e precedenti, citare. « Ma la realtà è diversa, ed è questa: che il colloquio è impossibile. Si parlano due linguaggi diversi, si - ubbidisce a imperatori diversi. Fra la libertà, chi crede in essa, lotta per essa, ed è impegnato a difenderla; e chi non crede nella libertà, e non la capisce e non la sente; non è possibile intendersi. Inutile qualsiasi tentativo d'iniziare il colloquio; avanti dunque cosi, e ognuno per la sua strada, lottai, s'intende, ognuno per la d propria fede e per 1 propri ideali. Del resto questa, e non altra, 6 la dialettica della storia ». prof. Raffaele Ciampimi Un lettore c, scrive: « Ritorno a acrlvcrti, " Specchio dei tempi ". L'altra volta ti parlavo di me, povero immigrato, senza lavoro, in possesso del diploma di maturità classica, delle mie speranze e della mia attuale disperazione. Ti pregavo di pubblicare la mia lettera, di aiutarmi a cercare un lavoro. Ho sperato di vedere pubblicata la mia lettera. Invano. « Ma la colpa non è tua. E' mia, è nostra, 6 di noi meridionali che non abbiamo saputo farci un mondo slmile al vostro. Allora siamo degli inetti? Non sappiamo organizzarci? Certo la politica italiana non è la più disposta a risolvere 1 nostri problemi : disoccupazione, industrializzazione e scuola. Forse proprio la scuola e la causa principale della nostra situazione. In molti paesi della mia Calabria esistono tuttora, si e no, le sole scuole elementari. « Sono nativo di Pc-listena, circa ventimila abitanti e una sola scuola media inferiore, nessuna di grado superiore. Le scuole di avviamento professionale, industriale, le scuole agrarie e tecniche sono nel capoluogo distante 78 chilometri. Fate un'inchiesta sul lavoro, sulle retribuzioni, sulla scuola, sulle aspirazioni della mia popolazione. Prima di guidlearci vedete, ascoltate. Da noi ci sono potenti proprietari. Tra gli altri un marchese che di solo reddito lordo di olio si accaparra oltre 70 milioni all'anno, per non parlare di aranceti e pomctl e altri terreni, mentre a mio padre che è salariato fisso alle sue dipendenze, per un lavoro complessivo di 12 ore al giorno, dà la miseranda somma di ventiduemila lire al mese. « Questi sono i fatti che bisogna accertare, questo dovrebbero vedere I nostri signori ministri e i nostri giornalisti. E dopo aver visto e sentito penso che deporrete tutti i pregiudizi che ora avete su di noi. Non siamo diversi dagli altri e per tal motivo desideriamo vivere come gli altri e non ai margini della società. Se dovessimo continuare a vivere cosi penso che sia stata inutile e del tutto priva di significato l'unificazione d'Italia per noi " sottosviluppati ". « E voi che avete noia a vederci nelle vostre città, fate il primo passo e noi vi seguiremo >. Vincenzo Luddenl Una lettrice ci scrive: « Scusa se solo oggi ti scrivo per ringraziarti della delicatezza usata verso i professori poveri, rifiutandoti di far loro l'elemosina. Io non vivo in soffitta però so che cosa significa, perchè ho passato il mio primo anno di " ruolo " a centinaia di chilometri da casa, con una famiglia a carico e senza assegni, con le mani piagate dai geloni sanguinanti e costretta dall'Inedia a trascorrere a letto le ore che non passavo a scuola. t Ora ho ottenuto il trasferimento, ho una casa riscaldata e di che nutrirmi, ma, grazie anche all'affitto sbloccato, lavoro di sera, di domenica e durante le " vacanze " per mantenere 1 miei. Non spero che nella sola vera vacanza: la morte ». Una povera professoressa Un lettore ci scrive: t E' apparso sui giornali, persino russi, che la vedova di Mussolini chiede una pensione statale basandosi su una presunta legge del 1911. Detta legge è dubbio che esista veramente, ad ogni modo non è mai stata applicata, e noi: si può fare riferimento alla pensione concessa alla vedova De Gasperl perché accordata con apposita legge votata dalle Camere. « La notizia richiama alla mente il caso della vedova di Giovanni Lanza, Collare della SS. Annunziata. Re Umberto I conoscendo le misere condizioni economiche della vedova Lanza, quale Capo Supremo dell'Ordine della SS. Annunziata, le fece decretare un modesto assegno mensile, e glie lo comunicò con lettera personnle. La vedova Lanza ringraziò S. Maastà Umberto I per il suo interessamento, ma rispose che non poteva accettare con la seguente argomentazione : " Se quel poco die abbiamo è stato sufficiente per vivere in due, lo sarà tanto più ora che sono sola ". C'è da restare ammirati, e anche vergognati del mal costume d'oggi ». Alessandro Solaro Una lettrice ci scrive: « Sono un'implegata del commercio prossima a divenire madre, e poiché vedo che hai pubblicato lettere d< dipendenti del commercio che reclamano migliore trattamento economico e maggior libertà di orario di lavoro, unisco alle loro voci la mia, per pregarti di risolvere un enigma. « Perché alle future madri impiegate nell'industria è concesso di stare a casa 90 giorni prima del parto e 90 giorni dopo, mentre a noi del commercio sono concessi solo 40 giorni prima e 50 giorni dopo? Forse che le mamme del commercio sono diverse dalle mamme dell'industria? ». Luciana Santacroce Una lettrice ci scrive: « Sono una torinese, orgogliosa di essere tale, perché Torino è città gentile e di buon cuore, ma purtroppo ieri ho assistito ad una scena poco civile, per una città come la nostra. < Passando in mattinata ih via Musine angolo via Corio, tre uomini addetti al servizio municipale, tre accalappiacani, catturarono, come fossero leoni, due cani. Il terzo, un piccolo animale spaventato, ha tentato di fuggire. Fu inseguito e, raggiuntolo. Io frustarono fino a tramortirlo. Non so se il cane è morto o meno, perché è stato messo in gabbia sul carro, e non dava segni di vita». Segue la firma

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