Chiesti dieci anni per madre e figlio accusati della morte di una ragazza

Chiesti dieci anni per madre e figlio accusati della morte di una ragazza La fidanzata di Quarjnento uccisa con acqua e sapone Chiesti dieci anni per madre e figlio accusati della morte di una ragazza La tragedia rievocata in Tribunale - I due imputati si dichiarano innocentima contro di loro il P. M. ha, ricordato le parole della giovane in agonia In tribunale è ripreso Ieri il processo contro il giovano Pier Luigi Serralunga di 21 anni e contro la madre Emma Carena vcd. Serralunga dì 46 anni, ambedue residenti a Quargnento, accusali di avei aiutalo una ragazza diciottenne. Maria Rosa Ciarli abitante in Alessandria, ad interrompere la maternità con pratiche che lo causarono la morte. La prima udienza si era tenuta 11 27 marzo scorso. Erano stati sentiti 11 figlio e la madre — cho hanno negato ogni colpa, — 1 testimoni, il perito d'ufficio professor Tovo, dell'Istituto di medicina legale di Torino, il consulente di parte civile prof. Formaggio della Università di Pavia. Ieri l'udienza è stata occupata dalla discussione orale, ma l'Intervento degli avvocati si è protratto cosi a lungo che a sera il presidente dott. Jannibelli si e visto costretto a rinviare 11 prorosso al 3 maggio. La causa è assai delicata e l'accusa si basa innanzitutto sulle dichiarazioni rese dalla giovane Maria Rosa in punto di morte alla clinica chirurgica di Torino. La giovane, che da Torino era andata ad abitare ad Alessandria, perché il padre ferroviere era stato trasferito, quasi tutte le domeniche si recava a Quargnento in visita ai nonni. In questo paese conobbe Pier Luigi Serralunga, panettiere, e accettò le suo offerte d'amore. Egli aveva una « 600 » e sovente uscivano insieme sino alle rive della Bormida. La relazione durò dalla fine dell'estate scorsa a novembre, quando Maria Rosa, angosciata ebbe certezza delle non volute conseguenze. Pier Luigi dapprima le consigliò di prendere 5 pastiglie di chinino, poi la condusse da sua madre. Con la scusa di un funerale la giovane andò a Quargnento 1*8 dicembre e in casa del fidanzato rimase sino alla sera del giorno seguente. Poi con la corriera tornò ad Alessandria dove l'attendeva la madre spaventata dalla lunga assenza. Nella notte ebbe forti dolori ed emorragia e fu trasportata all'ospedale. Le sue condizioni peggiorarono e allora venne ricoverata a Torino. Ma l'opera dei medici fu inutile. Poco prima dì morirà disse che a Quargnento la madre del fidanzato l'aveva sottoposta a pratiche che avrebbero dovuto Interrompere la sua gravidanza. Il perito prof. Tovo accertò che era stata usata acqua e sapone e che la . aponina entrata nel sangue aveva provocato l'avvelenamento. Ieri hanno parlato gli avv. Noya e Salza di parte civile; il p.m. dott. Toninelll; 11 primo difensore avv. Avonto. Il p.m. si è detto convinto della colpevolezza del giovane e di sua madre. Ha aggiunto che più grave è la posizione della donna: avrebbe dovuto avvertire la madre di Maria Rosa, invece agi unicamente spinta dall'egoismo di voler togliere dal postìccio il Aglio. Ha chiesto la condanna a 10 anni. Forse meno grave la posizione di Pier Luigi : si può capire che abbia perso la testa, però egli deve rispondere anche di atti contro il buon costume per essersi soffermato In riva al fiume insiemo con la ragazza. Pertanto anche per lui il p.m. ha chiesto la reclusione di 10 anni. Il giorno 8 maggio parlerà il secondo difensore avv. Balestrerò di Alessandria e si avrà la sentenza.

Persone citate: Avonto, Formaggio, Maria Rosa, Noya, Pier Luigi Serralunga, Salza, Tovo