Musiche di W. A. Mozart dirette dal m.° Vittorio Gui

Musiche di W. A. Mozart dirette dal m.° Vittorio Gui Musiche di W. A. Mozart dirette dal m.° Vittorio Gui preconcetto dei generi musicali, insista nel considerare sconvenienti alle sedi del concerto < profano > le composizioni su testi religiosi ed ufficiali, e ripeta p js'a poco il parere scritto circa centocinquant'anni or sono dall'Hoffmann, il vivace letterato, musicista e critico, sul Requiem di Mozart: « culmine nella contemporanea musica religiosa», opera di « puro culto, che, eseguita in sale da concerto, sembra la comparsa di un santo in un ballo festoso». E' da presumere che nessuno pensi tuttora così. Tuttavia e oppostamente la scelta d'un Requiem per un concerta in un Venerdì Banto parrebbe consigliata dal timore dell'inopportunità in tale ricorrenza d'una qualsiasi altra musica bella, e perciò di là dal 'bene e dal male, dal mondano e dal sacro. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Certamente, non v'è alcuno i che, antiquato e testardo nel [ Comunque sia, e pur nel ram-idmarico che il frequente ritorno | tdel Requiem lascia quasi ignote al pubblico altre affini opere di Mozart, la riudizione è sempre da accogliere con letizia e con amore. E l'ennesima non desta impressioni e osservazioni diverse né contrastanti. Nel piacere che essa generalmente reca avviene ancora una volta di distinguere una parte libera ed alata e una soltanto tecnica. Nel comporre questa lo stesso Mozart restò vincolato al preconcetto che alla « musica da chiesa» convengano i contrappunti, la polifonia, le forme fugate, e in generale tutto ciò che al teatro, per convenzione,ivnon s'addice. Infatti questo mpoema musicale, sorto sulla gcdVilvrlccgritttAsmeditazione del mistero della morte, sull'invocazione della pace futura, sulla previsione delle pene eterne, si alza sublime là dove l'artista cantò con purezza, con immediatezza, A colorire la partitura d'un inconsueto pathos, intervengono i corni di bassetto e i fagotti, voci non chiare, calme, affettuose, un poco malinconiche. Eccoli iniziare con un dolente tema la preghiera, mentre il sincopato moto degli archi reca l'immagine dell'affanno. Allorché il coro intona e svolge lo stesso tema violini sospirano, quasi singhiozzano fra pause e intervalli discendenti. L'invocazione della luce perpetua sale trepida e pia. Un altro accento, più ansioso, vibra nelle voci e negli strumenti per la più urgente sollecitazione, Exaudi. Cosi, con commozione e cordialità, la cantica procede fino al momento del Kyrie. Ed ecco la tradizione alla riscossa, ecco la fuga. Un andamento allegro, uno scatto, un incalzarsi di suoni e di voci. Eleison? Misericordia? Pietà? Niente di tutto ciò. Composizione e strumentazione di per se stanti. L'espressione ritorna e s'espande col Dies Irae. Nel seguito l'arte grandeggia con potenza, varietà, appropriatezza, umanità, trascendenza. Per la determinatezza queste pagine sono pari a quelle che si ammirano nelle più belle opere, serie e comiche, orchestrali o da camera. All'ascoltatore non esperto importa meno l'elenco, facile a redigere, dei pezzi e dei fram- ngN, menti, la cui autenticità mo- : zartlana è documentata dal l'autografo. D'altra parte resta finora oscuro quanto il Sussmayr trasse dai dispersi appunti e raccolse dalla viva voce del Maestro. E perciò i tentativi dell'attribuzione sonò vani. Qualche passo è degno di Mozart, In qualche altro si nota o la maniera del tempo o una • struttura non ricorrente in altre opere di lui. Esclusa la ricerca della paternità, si pren- da il Requiem qual è, nell'ai tuale consistenza, e si goda va, nella gradevole vocalità, la mezzo soprano Oralia Domin guez, il tenore Francesco Albe.- ciò che più ne è artistico. A favorire la letizia della riudizione provvide il maestro Vittorio Gui con l'esperienza e il gusto dell'arte mozartiana lungamente esercitati e tante volte mostrati. Nella partitura colse con uguale acume sia la complessità degli episodi orchestrali e corali, sia la delicatezza dei particolari emergenti da inflessioni, accenti, ritmi, di strumenti e di cantanti solisti. E per questa par-j te potè giovarsi di un quartet-' to bene assortito: la soprano Angela Vercelli, nuova a questi concerti e sicura, espressi' nese, ed il basso Ugo Trama, già esibitisi nella stessa sede. Nella presentazione del Concerto per due pianoforti, v. K. 365, ebbe validi cooperatori, concordi, impeccabili, briosi e affettuosi, il Gorini e il Lorenzi. Con lui, con i solisti, con l'orchestra furono calorosamente applauditi anche il coro e il maestro Maghini. a. d. c.