Il greco fu uccìso con un colpo di pistola fermati due camerieri suoi assidui amici

Il greco fu uccìso con un colpo di pistola fermati due camerieri suoi assidui amici Il greco fu uccìso con un colpo di pistola fermati due camerieri suoi assidui amici Il giovane, fulminato da una rivoltellata in fronte, fu poi legato e gettato nella vasca d'acqua - Ricercato un tedesco che aveva preso a frequentarlo negli ultimi tempi - Da qualche giorno i due "fermati,, disponevano di molto denaro; alla vittima sono stati portati via tutti i risparmi (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 14 aprile. Il greco Jean Pararas, di 28 anni, trovato cadàvere martedi scorso in una cisterna di irrigazione presso Coldirodt, non è morto per annegamento, come si riteneva in un primo esame, ma per un colpo di pistola alla testa. Sulla sua fronte è stata osservata una piccola lesione che — a causa della deformazione dei tessuti prodotta dal loro rigonfiamento — sembrava causata da una pietra aguzza. Nell'autopsia eseguita stamane, il perito settore dott. Boverio ha accertato che si trattava di un foro d'arma da fuoco, ed ha rinvenuto nel cranio i frammenti della pallottola spezzatasi nell'urto contro l'osso frontale. Il perito ha stabilito che il colpo è stato sparato a bruciapelo da una persona più alta del Pararas, probabilmente mentre entrambi si trovavano seduti accanto, ma fissandosi. Il proiettile si è conficcato al centro della fronte, all'attaccatura dei capelli, con direzione leggrrmente dall'alto in basso e da sinistra a destra. Nell'urto la pallottola, di calibro non ancora accertato ma inferiore al 6,35, si è spezza 8 di t, o, o a i a a o si e. il uù e, n o a. a ta in tre frammenti, che sono stati repertati e verranno- affidati ad un perito balistico. Dato lo stato di macerazione in acqua dei tessuti, il dottor Roverio fa risalire la morte da un minimo di 5 giorni fa ad. un massimo di 8, collocandola cioè ad un'ora imprecisabile tra il 9 e il 6 corrente. L'ubicazione della ferita sembra escludere che fra l'uccisore e la sua vittima ci sia stata lotta o una discussione accesa, o comunque che il Pararas potesse sospettare un gesto mortale. Lo sparo devo essere avvenuto improvviso e deve avere colto di sorpresa il giovane greco. E' anche chiaro, sia per le circostanze del delitto come per la località isolata in cui avvenne, che colui che lo uccise doveva essere persona a lui molto nota e di cui egli credeva di potersi fidare. La parte colpita fa ritenere che la morte sia stata istantanea. L'uccisore ne fu cosi convinto che non ritenne necessario sparare altri colpi. Egli poi prese delle misure per ritardare la scoperta del delitto, allo scopo evidente di assicurarsi la fuga ed eventualmente prepararsi un alibi. Con un pezzo di quella funicella in plastica che costituiva la redditizia attività del Pararas nel rivestire il volante delle automobili, legò le gambe del cadavere, forse anche i polsi (quest'ultimo particolare verrà accertato dalla analisi dei tessuti, ma non e rilevante), fra le gambe ser rate dalla funicella assicurò la valigia caricata di 50 chili di pietre, e, cosi appesantito, lo lasciò cadere nell'acqua della cisterna. Ma la salma del Pararas è risalta alla superficie forse troppo presto per i suol piani. L'autorità giudiziaria che conduce le indagini ritiene ohe movente del delitto sia la rapina. L'attività alla quale il Pararas si dedioava gli rendeva molto. A mille lire per ogni volante rivestito di fettuccia di plastica, egli riusciva talvolta a chiudere la giornata con un guadagno di 20, e anche di 25 mila lire. Era considerato un uomo molto economo; addirittura tirchio. Non gli si conoscevano amicizie dispendiose. Forse mandava qualcosa alla famiglia ad Atene, ed è verosimile che spedisse del denaro a una donna, anche lei greca, che abita a Trieste, e con la quale evidentemente aveva da tempo una relazione. E' la donna di cui gli è stata trovata in tasca una lettera spedita il 5 marzo. In essa lei lo sollecita di farsi vedere presto, gli scrive di <non fare come l'altra volta che hai promesso e non ti sei fatto vedere » e conclude pateticamente: «Vieni presto, noi ti aspettiamo ». Forse c'è anche un bambino. I carabinieri di Sanremo hanno incaricato quelli di Trieste di rintracciarla. Jean Pararas era considerato fra gli amici come un uomo che possedeva molto denaro. Il suo gruzzolo egli non lo teneva in banca, ma aveva l'abitudine di portarlo costantemente con sé. Diffidenza greca, ma che forse gli è costata la vita. Quello che sino a questo momento sembra il movente principale del delitto è appunto la rapina. Commessa non da uno sconosciuto, ma da un amico, o comunque da una persona a lui ben nota. Erano parecchi gli amici e conoscenti di Jean Pararas, ma da qualche tempo colui che lo frequentava piti assiduamente era un giovanotto tedesco. I carabinieri ne hanno dato il nome: Joahnn Wappeler, nato SS anni fa ad Hannover e da qualche anno stabilito in Italia. Da un certo tempo risulta scomparso da Sanremo. L'autorità giudiziaria ne ha ordinato la ricerca, affidandola anche all'Interpol, ritenendo che egli possa fornire utili indicazioni stilla fine del Pararas. Il Wappeler è un giovanotto alto e robusto, che si qualificava saltimbanco. Ma la sua vera attività pare che fosse quella di contrabbandare orologi dalla Svizzera. Possedeva una vettura Opel, con la quale faceva frequenti viaggi. A Sanremo si faceva vedere spcssissitno insieme col Pararas, andava frequentemente a trovarlo nella casa in cui questi alloggiava, presso la signora Giovanna Panerò, in via XX Settembre 14. Gli amici cominciavano a chiamarli < inseparabili > e a sospettare moventi morbosi nella loro amicizia. Il 23 marzo Jean Pararas lasciò la camera dicendo alla signora Panerò che si sarebbe reoato in Germania con un amico tedesco. Non precisò che si trattasse del Wappeler, ma è da presumerlo. E' certo comunque che il 25 era a Milano, come attesta la fattura d'un apparecchio radio da lui acquistato quel giorno presso una ditta milanese. Forse lo spedi all'amica triestina. Andò poi in Germania col Wappeler? Si la¬ sciò attirare da costui in un affare di orologi di contrabbando t Che cosa accadde al ritorno t Accadde la sua uccisione, sì, ma come, perché, e per opera di ohlT Potrebbe trattarsi di una r«-pina pura e semplice, attuata da qualcuno — ma da lui co-nosaiuto — ofce lo sapeva in possesso d'una forte somma. O anphe di un incontro morboso camuffato da rapina, o perfezionato come tale. Allo stato iniziale delle indagini, le ipotesi sono parecchie. Non ci si spiega tuttavia come un rapinatore determinato si lasci sfuggire il prezioso anello ohe il Pararas aveva al dito, avendo tutto il tempo di sottrarre anche quello. Sembra piuttosto la distrazione d'un rapinatore occasionale. E' certo oomunque che il Pararas andò con lui fiducioso, con la valigia e con tutto il suo avere, e ohe di questo, come del passaporto, non è stata trovata traccia. Sempre come ipotesi, quel colpo di pistola alla fronte potrebbe anche essere il risultato d'una divergenza sulla divisione d'un certo provento. Le indagini, condotte dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Clemente, sono orientate in tutti i sensi, e non 6 trascurato, beninteso, l'ambiente locale. Oggi pomeriggio sono stati fermati a Ceriana, un paese nell'entroterra sanremese, due giovanotti che figurano fra i più assidui conoscenti del Pararas e del Wappeler. Sono entrambi camerieri di caffé, ed è sembrato strano all'Autorità inquirente che essi da qualche giorno abbiano mostrato una larga disponibilità di danaro. I carabinieri li hanno interrogati tutto il pomeriggio, alla presenza del magistrato, e questa sera sono stati trattenuti in caserma. Difficili Indagini per» Il mltterloao delitto di Coldlrodl Giuseppe Faraci

Persone citate: Giovanna Panerò, Giuseppe Faraci, Jean Pararas, Roverio