Processato come (Disertore dopo 18 anni perché fuggì per combattere in prima linea

Processato come (Disertore dopo 18 anni perché fuggì per combattere in prima linea Processato come (Disertore dopo 18 anni perché fuggì per combattere in prima linea Aveva abbandonato il suo reparto di fanteria a Caraglio per seguire il 5° alpini in Russia - Appena scoperto venne rispedito jn Italia - Ora è stato assolto dal Tribunale Abbandonare 11 proprio reparto nelle retrovie per andare in prima linea non costituisce diserzione: cosi ha deciso il Tribunale militare assolvendo con formula piena un soldato rinviato a processo per un episodio del 1942. L'imputato si chiama Dante Albini. A quel tempo prestava servizio a caraglo In provincia di Cuneo nell'82" Reggimento Fanteria. Desideroso di andare a combattere, invece di limanere a fare esercitazioni in patria, egli aveva chiesto l'arruolamento nei paracadutisti, ma la domanda non era stata accolta. L'Albini allora fuggi dal suo reparto, raggiunse una tradotta di Alpini diretta in Russia, si infilò inosservato in un vagone, quando arrivò al fronte orientale si presentò al comandante del 5° Reggimento Alpini chiedendo di essere incorporato e mandato in prima linea. Ma ciò non era possibile ed il soldato fu rimandato ;n Italia dove lo attendeva una denuncia per diserzione. Il suo caso è giunto soltanto ieri all'esame dei giudici militari. Il P.M. col. Toffoletti, pur riconoscendo che si trattava di un episodio eccezionale, ha sostenuto che la legge in ogni caso punisce l'al¬ lontanamento dal reparto indipendentemente dai motivi che lo hanno determinato. Il difensore avvocato Bruno ha invece affermalo che il termine « diserzione » implica una fuga dovuta a codardia o, quanto meno, alRintenzione cV sottrarsi ai suoi doveri. Non può in alcun modo essere chiamato « disertore » il soldaito che, sia pure infrangendo le Jiormali regole della disciplina, ,yoleva soltanto compiere un atto di coraggio andando in prima linea. Il Tribunale (pres. gert. Starace, relat, col. Campanelli, cane, capitano Foti), dopo una biteve riunione in camera di consiglio, ha accolto la tesi difensiva assolvendo l'Albini < perché il fatto non costituisce reato». — La Corte d'Assise d'Appailo ha confermato la condanna a 5\anni, per omicidio preterintenzionale inflitta dai giudici popolari di Cuneo all'agricoltore Paolo Giovanni Ferraris, di 66 anni. Il 27>settembre 1958 egli venne a lite \con il pastore Domenico Launo, datto « Micco > in località Pian Rosì;o, sui monti di Ormea, perché .le mucche dell'uno avevano sconfinato nel terreno dell'altro. Lo a'£ferrò per la gola ed involonta- riamente ne causò la morte. Quando se ne rese conto mandò un amico a valle a chiamare i carabinieri e rimase per tutta la notte a vegliare il corpo dell'ucciso. La Corte (Pres. Puleo, P.G. Marre, cane. Quaglia) ieri ha concesso al Ferraris il condono di due anni, ma gli ha inflitto la interdizione perpetua dai pubblici uffici. Difensori gli avv. Andreis e Dardanelli.

Persone citate: Andreis, Campanelli, Domenico Launo, Ferraris, Foti, P.g. Marre, Paolo Giovanni, Puleo, Starace, Toffoletti

Luoghi citati: Appailo, Cuneo, Italia, Ormea, Pian Rosì, Russia