Rapito il figlio del miliardario francese Peugeot una lettera al padre:"Datemi 60 milioni e io uccido,,

Rapito il figlio del miliardario francese Peugeot una lettera al padre:"Datemi 60 milioni e io uccido,, Tutta la Francia segue sgomento le ricérche; si teme un nuovo "caso Lindbergh„ Rapito il figlio del miliardario francese Peugeot una lettera al padre:"Datemi 60 milioni e io uccido,, Il bimbo (4 anni) stava giocando nel giardino d'un campo da golf - Il criminale l'afferra e fugge su un'auto guidata da un complice, lasciando su un mucchio di sabbia la lettera di ricatto - "Non avvertite la polizia; vi darò istruzioni fra 48 ore,, - Drammatico appello dell'industriale alla tv: "Non ho fatto denuncia, pagherò, ridatemi ii mio bambino,, • Dieci anni fa il primogenito di Peugeot moriva di morbo blu (Nostro servizio particolare) Parigi, 13 aprile. Tutta la polizia è mobilitata per ritrovare il piccolo Eric Peugeot, di 4 anni e mezzo, rapito ieri pomeriggio mentre giocava nel giardino del Club di golf a St.-Cloud, e tutta la Francia è in ansia: il rapitore he lasciato una lettera con la quale chiede un riscatto di 50 milioni di franchi (62 milioni di lire circa) e minaccia di uccidere il piccino se la polizia si occupa del fatto. Ora, la polizia se ne occupa non perché i genitori di Eric l'abbiano informata o abbiano chiesto la eua assistenza, ma perché la voce del rapimento è giunta alle orecchie d'un commissario, il quale non l'ha potuta ignorare. La famiglia Peugeot, alla, quale appartengono le note fabbriche di automobili e una cinquantina di società che trattano complessivamente per 150 miliardi di affari all'anno, è disposta a pagare il riscatto ed aspetta che il rapitore indichi il modo di procedere. Ma ha paura. Essa ha offerto quindi una forte ricompensa a chiunque dia informazioni che contribuiscano a ritrovare il bambino; il padre ha inoltre lanciato alla radio ed alla tv un patetico appello ai rapitori. E' un uomo affranto, sembra distrutto: dieci anni fa, proprio il 12 aprile, moriva negli Stati Uniti il suo primogenito, colpito da morbo blu. Eric, i cui connotati sono stati comunicati a tutti gli uffici di polizia di Francia, è un ragazzino piuttosto robusto per la sua età, con i capelli biondi tagliati a spazzola e gli occhi vivacissimi. Ieri era vestito con un paio di calzoncini grigi e una maglia rossa, scarpe di cuoio giallo scuro chiuse da una linguetta di pelle bianca, e calzoni grigi. li rapitore, secondo alcune testimonianze, sarebbe un giovane alto 1,80, vestito con una màglia verde e calzoni di flanella grigia. Il suo complice, che aspettava al volante di una Peugeot 403 nera, sarebbe biondo, di corporatura media ed alto un metro e 75 circa; indossava un abito blu. Il bambino giocava con alcuni compagni e con il fratellino maggiore, Jean Philip, di 7 anni, su un mucchio di sabbia dove andavano a cadere i ragazzini che scivolavano sul toboga. La bambinaia, Jeanine Germano, di 23 anni, e dà sei anni al servizio dei coniugi Peugeot, era rimasta, sull'automobile, in un viale poco distante, e parlava con l'autista, Georges Perelli. Ogni tanto dava un'occhiata verso il gruppo dei piccini, aspettando il ritorno dei loro nonni, che erano andati a giocare al golf come di consueto. Vicino c'era egualmente una giovane mamma che aveva accompagnato la figlioletta di quattro anni e mezzo e si riposava su una sedia a sdraio. Tutto era tranquillo, quando la bambinaia, volgendo lo sguardo verso il gruppo dei piccini, non vide più Eric. Si avvicinò e lo chiamò invano. Interrogò il fratellino, il quale rispose: < E' andato a fare un giro con un signore da quella parte >. Indicava un muro, quello di un antico convento, coperto di edera, dove c'era una breccia dalla quale si passa in un terreno incolto largo una trentina di metri. La bambinaia varcò la breccia e cer- cò con gli occhi il piccolo Eric. Il terreno era vuoto. Chiamò il piccino e. nessuno le rispose. Il reticolato che- recingeva quello spazio era stato sfondato vicino all'uscio e la catena a cui era attaccato il lucchetto era stata spezzata. L'uscio stesso era aperto. Dopo avere chiamato di nuovo Eric senza avere risposta la ragazza capi che il piccino era stato rapito. Ad una decina di metri c'era un vecchio giardiniere che lavorava e gli domandò se avesse visto un bambino. L'uomo rispose di no. Allora la giovane corse come una pazza verso l'automobile per avvertire l'autista e poi al Club del golf, per informare il signor Peugeot, nonno del piccino. Ritornando sul posto dove l'autista e il piccolo Jean Philip aspettavano, e i bambini avevano smesso di giocare, uno di questi indicava sulla sabbia una busta bianca. Su di essa era scritto a macchina: « Eccezionalmente urgente ». Conteneva una lettera, pure dattiloscritta, col nastro rosso, con la quale il rapitore informava la famiglia Peugeot di avere preso il piccolo Eric e che lo avrebbe restituito soltanto contro la somma di 50 milioni di franchi. Il testo esatto non è stato comunicato, ma si sa che lo stile è brutale e volgare e che la lettera conclude con una minaccia: « Non avvertite la polizia né i giornali, altrimenti ci va di mezzo la vita del bimbo. Vi darò! istruzioni entro 48 ore ». pdldtnqscmnsstz! Un bambino di quattro an-j ni e mezzo e il fratellino di Eric avevano visto il rapito- re. Si era avvicinato al loro gruppetto e aveva detto, ri-"volto al piccino: <Vieni». jj ] ' a r . e i e 0 o , e n o ò! piccino, niente affatto diffidente, lo aveva seguito. «Quell'uomo mi pareva gentile >, ha detto Jean Philip. I nonni ritornavano al club per telefonare al figlio Roland, che in quel momento si trovava nel suo ufficio, informandolo - di ciò che era avvenuto e della minaccia. Fu deciso quindi di non avvertire la polizia, e questa è la ragione per la quale soltanto stamane il rapimento è stato risaputo. La polizia non poteva non esserne informata prima o poi. Troppe persone furono testimoni ieri della disperazione della bambinaia e del nonni, e la voce della scomparsa di Eric Peugeot era corsa come un lampo fra coloro che si trovavano al Club del golf. Perciò qualcuno avvertì durante la notte il commissario Clot, che dirige la < brigata criminale », il quale ordinò subito al commissario Gìllet, della tlutctvhcmrpdmi czcvticplui•n !,!„„™i~ 1 gStS' ÌnCOmÌn"lrdare le indagini. | PIntanto la famiglia Peugeot lera riunita al completo in ca- vsa.dei nonni, dove la mamma sdi Eric era svenuta, appren-1 idendo il ratto del figlio. Tutti | apiangevano, disorientati e sgo- |amenti: c Cosa possiamo fa-mre?», andava ripetendo il pa- ddre, mentre la nonna diceva i gfra le lacrime: < Se non me lo I priportano presto, morirò dij—dolore». Verso le 23 Colette,e Roland Peugeot, i genitori, tornavano al loro appartamento e un'ora dopo circa ! squillava il telefono. -j U,na vo£e « u°.m° c°"ferma; i va la richiesta di 50 milioni di - Ranchi indicando che Eric o stava bene ma era al sicuro, -"3 ripetendo l'invito a non av- petendo l'invito a non av j ] vertlre ' la polizia. Il signor 'Peugeot ignorava che a quel momento la polizia era già informata. La voce anonima precisava che avrebbe richiamato per indicare come avrebbe dovuto essere effettuato il versamento. Stamane alle 7 il telefono squillava di nuovo e il signor Peugeot entrava in comunicazione col misterioso rapitore. Ma si è poi rifiutato di rivelare la conversazione. Stamane tutte le porte del parco di St. Cloud sono state chiuse, mentre la polizia cominciava le indagini, dirette dal commissario principale Pierangeli, della prima brigata mobile. L'inchiesta ha rivelato che il ratto s'è svolto con grandissima rapidità: pochi secondi appena, a quanto pareLe testimonianze hanno permesso di ricostruire 1 fatti. Verso le 17,10 un uomo giovane penetrava nel giardino passando dalla breccia nel muro, si dirigeva verso 11 toboga, invitava il piccolo Eric a seguirlo e lo portava via, probabilmente tappandogli la bocca per impedirgli di urlare. Una automobile col motore acceso e un complice al volante aspettava in un vìcolo cieco e partiva poi a tutta velocità. Il giardiniere di una villa vicina, di 81 anno, Marius Bulllfon, ha visto il rapitore. « Potevano essere le cinque del pomeriggio — ha detto — quando vidi arrivare una "403" nera che si fermò nel vicolo cieco. E' un vicolo privato, ma da parecchio tempo viene ogni tanto un automobilista per vedere il terreno (dal quale passò probabilmente il rapitore), che è in vendita. Quindi non mi stupii. Nell'automobile c'erano due uomini al quali detti uno sguardo distratto. Poi ripresi il lavoro. Una decina di minuti dopo udii il rumore di un motore e vidi la macchina che andava via. Era trascorso un minuto appena, forse, quando sentii le urla di una donna che si avvicinò e mi domandò se avessi visto un bimbo di quattro anni. Mi disse che temeva l'avessero rapito e pen- sai immediatamente all'automobile nera. Le consigliai quindi di avvertire subito la polizia ». Anche il domestico spagnolo Vicente Fernandez, di 30 anni, impiegato nella villa del principe Sandri Khan, fratello di AH Khan, vide dalla finestra il rapitore mentre correva in direzione della macchina. Non potè scorgere se avesse un bimbo in braccio. La testimonianza di una studentessa tedesca, di cui si tace il nome, dimostra d'altra parte che il ratto era stato organizzato con cura. Anche lei vide l'automobile nera ieri pomeriggio mentre filava nelle vie del vicino paesetto di Garches. Ma dentro di essa scorse soltanto l'uomo che si trovava al volante. Probabilmente il secondo si era appiattito col piccino sul sedile posteriore per nascondersi. La studentessa afferma però che l'uomo al volante era lo stesso che guidava una identica automobile giovedì scorso e che era entrata nel vicolo cieco dove ieri la vide il giardiniere. Era targata 7B, cioè immatricolata nella regione parigina. La polizia ha trovato le impronte delle gomme, ma ritiene probabile che si tratti di una macchina rubata. Non vi è il minimo indizio sul posto dove i rapitori si siano potuti nascondere, e si teme che le indagini possano indurre i malfattori a sopprimere il piccino per fare scomparire le tracce del ratto. Perciò il signor Roland Peugeot ha insistito presso la polizia aftinché non si occupi della faccenda, rifiutando altresì di sporgere denuncia. Stasera alle 20,15 ì telespettatori hanno visto sorgere sullo schermo un viso sconvolto e udito una voce rotta ogni tanto da un singhiozzo che diceva: c E' un padre al quale è stato tolto il proprio figlio che si rivolge a voi. Tutti coloro che hanno dei figli e li amano, lo capiranno, ne sono certo. La mia sola preoccupazione è di ritrovarlo sano e salvo il più presto possibile. Non ho sporto denuncia e m'impegno formalmente a chiedere che contro i rapitori non sia intentata alcuna azione giudiziaria » Si è saputo poi che la polizìa ha accettato la sua supplica, promettendo di non intervenire nelle eventuali trattative fra lui e i malfattori, per il pagamento del riscatto in cambio della restituzione del piccino. GÌ' uffici di polizia di tutta la Francia sono informati, ma un'azione vera e propria sarà iniziata soltanto nel prossimi 1 giorni se il bambino non viene lrestituito. E stasera il signor | Peugeot ha invitato i giorna- li8tl e , fotografi che monta vano )a guardia dinanzi a casa sua ad andarsene. .Egli spera 1 infatti che i rapitori di Eric | abbiano udito il suo appello |ana radiotelevisione e che si manifesteranno in qualche mo do. Non vuole quindi essere se i guitp quando si recherà all'apo I puntamento, che — egli spera j— gn fisseranno per telefono, e,- Manmicc; Roland Peugeot, padre del piccolo Eric, mentre lancia alla tv un drammatico appello ai rapitori (Telefoto) La governante e l'autista dei Peugeot (col berretto a visiera) davanti al cancello attraverso il quale il rapitore è passato con il piccolo Erio, durante II sopraluogo della polizia nel parco del Golf Club (Telefoto) Uno dei bimbi che giocavano con il piccino rapito racconta ad un cronista come vide, abbandonata su un mucchio di sabbia, la lettera lasciata dal rapitore (Tel.)

Luoghi citati: Eric, Francia, Parigi, Stati Uniti