32 tipi di sigarette italiane vincono su 89 marche estere

32 tipi di sigarette italiane vincono su 89 marche estere I fumatori sfidano i pericoli del tabacco 32 tipi di sigarette italiane vincono su 89 marche estere Ma la concorrenza si fa più stretta: per effetto del Mec sono comparsi tipi olandesi e belgi a 250 lire il pacchetto da venti - In un anno 19 miliardi in fumo nella provincia di Torino - Preferite le «nazionali semplici», le «esportazione» e le «alfa» E Mercato Comune ha favorito anche i fumatori. Alla fine del 1959 erano 67 i tipi di sigarette estere che si potevano acquistare dal tabaccaio: sono saliti ora a 89. Alle marche tradizionali — provenienti soprattutto dalla Svizzera, Stati Uniti e Germania — si sono aggiunte numerose qualità di sigarette olandesi, belghe e lussemburghesi, finora sconosciute sul nostro mercato. Suddivisi per nazionalità, 1 tipi di sigarette straniere a disposizione del fumatore italiano sono 1 seguenti: 32 svizzeri, 19 americani, 13 tedeschi, 9 olandesi, 3 inglesi, 3 francesi. Seguono, con scarso favore tra il pubblico, le sigarette di altri Paesi. Le « egiziane », un tempo assai richieste, oggi non si importano più: sono passate di moda Le sigarette fabbricate nei paesi del Mec (Italia, Olanda, Belgio, Francia, Lussemburgo e Germania occidentale) beneficiano di un dazio inferiore rispetto alle altre. Questo consente alle sigarette olandesi e belghe di essere vendute da noi sulle 250-300 lire al pacchetto di venti e di far concorrenza non soltanto ad altri tipi esteri, più costosi, ma anche ad alcune qualità Italiane. Finora però, contro la vasta gamma di sigarette straniere, le 32 marche italiane (oltre a 9 qualità di sigari, 3 di sigaretta 10 di trinciati, 9 di tabacco da fiuto) lottano con pieno successo. E' noto che 11 Piemonte e una delle regioni che danno 11 maggior gettito al Monopolio. Durante l'ultimo esercizio finanziario, dal 1" luglio '58 al 30 giugno '59, i piemontesi hanno mandato in fumo 37 miliardi 762 milioni di lire, cosi divisi: oltre 33 miliardi per circa 4 mila tonnellate di sigarette; quasi 4 miliardi per trinciati; un miliardo per 176 tonnellate di sigari; 120 milioni per 13 tonnellate di sigaretti e 115 milioni per 63 tonnellate di tabacco da Auto. Tutte le c nazionali semplici > e le « alfa > che si consumano in Piemonte escono dalla Manifattura torinese. Le 26 macchine ne sfornano 1350 al minuto, 110 milioni in un me se di « nazionali > e 145 milioni di « alfa ». Ogni sigaretta è lunga 7 centimetri. Se si mettessero in fila tutte le sigarette prodotte in un mese nella nostra città, si coprirebbero 18 mila chilometri: la distanza fra Roma e New York e ri torno. Le statistiche sul consumo dei tabacchi danno un quadro esatto dell'evoluzione dei popoli. Nel '700 era di moda il tabacco da fiuto (ora in uso quasi esclusivamente presso i montanari e nelle campagne). L'800 fu il secolo del sigaro e della pipa. Il '900 ha segnato il dominio quasi incontrastato della sigaretta. Ma anche in questo campo si registra una lenta variazione dei gusti. I tipi che una volta piacevano al le signore, leggeri, dolci, oggi sono disdegnati dal gentil sesso. Che cosa fumano, e quanto spendono ogni mese i torinesi per questo vizio del tabacco, cóntro il quale periodicamente tuonano i medici? Prendiamo i dati del mese scorso: 41.922 chilogrammi di < nazionali semplici » (nari a 356 milioni di lire); 29 528 chili di c nazionali esportazione » (325 milioni di lire); 9018 chili di « super con filtro » (118 milioni di lire) ; 6261 chili di « super senza filtro » (78 milioni 262 mila lire). Sigari, sigaretti, trinciati hanno un consumo minimo. In compenso i torinesi hanno fumato in un mese 3828 chili di sigarette straniere per quasi 52 milioni di lire. Notiamo subito che a differenza delle altre grandi città - dove la sigaretta più in uso è la < nazionale esportazione », — a Torino si predilige la «nazionale semplice». Servono le prediche dei medici, 1 molti articoli sul rapporto cancro-tabacco? I fumatori più previdenti hanno ripiegato sulle sigarette con filtro. In Italia ce ne sono già otto tipi, e si vendono con sempre maggior favore. Però una parte dei fumatori afferma che il filtro altera l'aroma del tabacco. Le polemiche sui pericoli del fumo hanno quasi sempre l'effetto di ridurre i consumi per qualche settimana. Poi si dimentica, e si dioe: impossibile rinunciare alla quotidiana razione di * veleno ». Mark Twain assicura- vsssd3IIM:rilllLMMMIIl;[MtllMlllMlir:i1IIIIIIIII[l!Tllt]M va invece che era facilissimo: « tant'è vero, spiegava, che lo sono riuscito almeno cento volte a smettere di fumare ». Che i torinesi siano poco sensibili alla paura lo dimostra 11 costante consumo. Nel '58 in provincia di Torino (la sesta nella scala nazionale) si è registrato un consumo medio per persona di un chilo 382 grammi di tabacco; nel '59 un chilo 380 grammi. Il contributo alle casse dello Stato è aumentato, a causa dei prezzi: da 10.985 lire a 11.366, per un totale di circa 19 miliardi. Naturalmente non tutti fumano: si calcola che i fumatori siano uno su quattro, il che significa una spesa approssimativa, per ogni fumatore reale, di 45 mi!» lire all'anno.

Persone citate: Mark Twain, Sigari