A trentotto anni Cerami ha trovato la fortuna in Belgio
A trentotto anni Cerami ha trovato la fortuna in Belgio A trentotto anni Cerami ha trovato la fortuna in Belgio !' ciclista nato a Catania e naturalizzato belga si è imposto nella classica Parigi Roobaix Si è chiamato Pino sino 19ófi. Dal 195G si chiama Joseph. Fu in quell'anno che Cerami, nato a Catania nel 1922, di professione corridore ciclista, chiese ed ottenne la cittadinanza belga. In Belgio, era em'grato da ragazzo — aveva sette anni —, ma era rimasto affiliato all'Unione Velocipedistica Italiana ed aveva compiuto una carriera lunsa ed un po' grigia, la carriera del gregario fedelissimo, del tipo paziente, sempre pronto ad ogni sacrificio per il suo caposquadra, dell'atleta ohe allo sport non chiede la gioia e l'ebbrezza dei trionfi esaltanti, chiede la tranquilla sicurezza di uno stipendio garantito. Stagioni e stagioni di fatica. Qualche successo sporadico, roba di poco conto. Secondo al traguardo, nel '53, nel Giro di Lombardia, secondo anche nella Parigi-Bruxelles del '58. Briciole di gloria, che servivano però ad assicu- al oe22, liito, — ra ne enrsire er ta la nfi la a di oto. 53, nelia, u- al,rare quella famosa garanzia di guadagno. E, di anno in anno, Pino Cerami, diventato Joseph Cerami, un boccone di pane lo trovava sempre, era un uomo leale, che lavorava sodo, che mai si tirava indietro quando veniva il suo turno. Quest'uomo, arrivato a 38 anni, ha vinto domenica la Parlgi-Rotfbaix dei supercampioni. Tutti si aspettavano la battaglia degli assi, nella scena tremenda dell'* inferno del nord >. La battaglia degli assi c'è stata, il pavé era terribile, una pioggia scrosciante l'aveva fatto viscido e scivoloso. Un'ora — l'ora finale — allucinante di pericoli, alla mercé della buona e della cattiva sorte. Una serie ininterrotta di incidenti, di forature, di cadute. Un passaggio a livello chiuso, a trasformare la corsa in una baraonda. La sorte, arbitra. E, a quel passaggio a livello chiuso, Cera- mi è sgusciato via, insieme a Sabbadini, ha raggiunto Simpson, l'inglese messosi in luce recentemente in Italia sul Turchino e che era in fuga. Cerami si è scatenato, nessuno è rimasto alla sua ruota, Joseph è giunto primo — e solo — a Roubaix. Un trionfo che molti campioni sognano, senza conseguire mai. L'ha ottenuto un modesto gregario, che, in questi tempi di magra per lo sport d'Italia, appresenta uno dei pochi cai, forse l'unico addirittura, di un < oriundo al contrario >. Gli assi hanno perso la partita. Bobet, l'intramontabile Louison, sì è messo in luce con due fughe coraggiose ma fatalmente inutili, gli altri si son logorati i nervi nelle schermaglie ed al momento buono son rimasti senza energie. Tanti capitomboli, con vittime illustri, Graczyk, Darrigade, Anglade (il campione di Francia si è rotto un polso), Zagers (finito in un fosso per la spinta di un'auto del seguito), Daems (ruzzolato per l'impennata improvvisa di una moto). Tante forature: cinque per Vannìtsen, quattro per Ronchini, una per Molenaers, allorché il bel ga era lanciato verso un prò babile successo. Un inferno, proprio. Con un sorriso. Il sorriso felice di Joseph Cerami, « oriundo » che invece di arrivare in Italia come tanti calciatori e ciclisti è costretto ad emigrare per trovare fortuna nello sport. Domenica si è gareggiato, In tutt'altro clima, anche a Modena. Esordio stagionale dì Baldini e rientro di Venturoni. Per Baldini, troppi fischi, la folla non perdona all'ex campione del mondo di non essere in forma. Per Venturelll, molti applausi ed un brivido. Meo, che aveva ancora nelle ossa la molesta sensazione lasciatagli dal capitombolo effettuato venerdì pomerìggio sulla pista milanese del Vigorelli, è di nuovo caduto. Nulla di grave. Cerotti su cerotti, paura su paura. Ed il quadro di una giornata ricca di incidenti, si chiude con uno scontro di cui è stato protagonista Pambianco. Pambianco, in macchina, ha investito un motociclista. Macchina e moto danneggiate, Pambianco e motociclista, per fortuna, illesi. Gigi Boccacini
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