Fra gli uomini "celebri,, in America troviamo una ventina di italiani di Antonio Barolini

Fra gli uomini "celebri,, in America troviamo una ventina di italiani DUEMILA PERSONAGGI DOMINANO LA CRONACA NEGLI STATI UNITI Fra gli uomini "celebri,, in America troviamo una ventina di italiani Degli statisti, il più noto è Giovanni XXIII; poi Gronchi, Segni, Togliatti rità, De Sica ha battuto Fellini - Unanime il plebiscito per le tre "stelle,, - Un solo sportivo: Camera - Quanto a popolatici cinema: la Magnani, la Lollo, Sophia Loren (Dal nostro corrispondente) New York, aprile. E' uscito il primo Registro delle Celebrità, misurate e viste dalla prospettiva americana: vale a dire in base a quel che, del mondo, sanno vedono sentono gli americani. E non del mondo soltanto, ma di se stessi. Val la pena di darvi una scorsa, appunto per questo: per i prescelti e per il modo con cui sono stati presentati. Anzitutto, va precisato che non si tratta di un « Chi è •>; ma di qualche cosa di meglio e di peggio al tempo stesso. Di peggio, perché il « Chi è », di solito, si propone una semplice informazione anagrafica delle persone note e svolge quindi un compito strettamente tecnico, scevro di ambizioni marginali; e questi non sono stati i veri propositi dei compilatori del Registro delle Celebrità. Di meglio, perché (rifiutando il Registro lllllllllllllllllllllllllllllllllllllll Illlllllllllll un apporto anonimo e tecnico; ma proponendosi di dare, oltre che il ritratto fisico — ogni celebrità ha riprodotta la sua fotografia —, anche un ritratto morale della persona) ne esce un quadro significativo e rappresentativo del gusto, del costume, dei sentimenti, delle preferenze, di ciò che è « famoso » agli occhi di questa generazione di americani. Così, va notato che non si tratta nemmeno di un altro tipo di manuale tecnico, che in America è ambitissimo ritrovo per determinati tipi di arrivati; vale a dire il « registro della cosiddetta alta società », del sangue blu del nostro secolo, dell'almanacco di Qotha dell'alta borghesia. Si sa che questo risponde ad altri precisi requisiti dell'alta società. Esso, soprattutto, è il risultato di una determinata etichetta elevata a una pseudoetica dignità. Perciò, lllllllllllllllllllllllll IH111111U111111E111H [ 11111 i vi sono iscritte persone che non avrebbero nessuna ambizione di èsservi; ma vi sono, per compenso, escluse intere schiere di aspiranti. Vi- si accede per ricchezza consacrata da generazioni o da meriti filantropici, per titoli riconosciuti e ufficiali; in qualche caso, anche per divorzi raggiunti in base alle regole: perfino per stranezze ammesse: sport, cani, cavalli, giardinaggio, e chi più ne ha, più ne metta.. Ma basta un neo, un errore qualsiasi nell'amministrazione di questa sapiente misura di rapporti sociali, per esserne d'un tratto esclusi, in base all'inappellabile giudizio dei compilatori. Questi ultimi — vai la pena di sottolinearlo — sono per la più parte anonimi borghesi, fanaticamente gelosi della loro missione e responsabilità di salvaguardare la purezza della casta dei privilegiati. Il Celebrity Register è anzi 11 ( 11111111111 ! 111111H1111 ! IM11 * I < 1111M1111111HIJ111 ti un libro umano, duttile, che si propone soltanto di seguire le onde degli interessi della fama. Ha perfetta coscienza e ironia della sua labilità, del suo baciare in fronte e scomparire; del suo tornare per un richiamo di buona fortuna: della vecchiaia che arriva sulle illusioni della bellezza per coprirla di oblìo; della forza che scompare; dell'immane silenzio che fa seguito agli strepiti dei palcoscenici della vita. Per gli americani, le persone celebri del mondo a loro, note, in base al Registro I960, sono S240; per la maggior parte sono attori, atleti, statisti, re, stripteasers, scrittori Per comporre questo primo volume del Registro vi hanno lavorato venti ricercatori e redattori per oltre quattro anni Ne è uscito un grosso volume dalla copertina azzurra, di 864 pagine, che sì vende al prezzo di circa lire ledicimila. Presso ogni nominativo consacrato alla celebrità, è riprodotta la sua fotografia, ma con uni eccezione: il gioielliere Harry Winston che, per impegno contratto con le Compagnie di assicurazione, non può fornire a nessuno la propria immagine e tanto meno può permetterne la pubblica divulgazione. Il mondo è una piccola protenda e l'America una grande provincia del mondo. Questo spiega perché i compilatori del registro han dato essenzialmente posto alle figure della vita americana; a quanti, tutti i santi giorni, sono il chiasso o la ragione del chiasso e delle trombe, trombette o tromboni di questo paese; con la precisazione che le voci più delicate e autentiche vi sono pressoché escluse, o nominate per caso. Gli italiani sono rappresentati in proporzione a questo criterio di scelta e, pertanto, tutto il lustro americano del nostro paese figura con appena una ventina di virenti. Fra questi, notevole risalto vien dato al Pontefice regnante, la cui personalità viene definita « benigna cordiale ed estroversa » rivolta tutta a una spontanea tnmanizzazione del papato », e quindi allo sforzo di aprire il colloquio della Chiesa con le altre tradizioni confessionali. Fra gli uomini politici, figurano soprattutto il Presidente Gronchi, l'on. Segni (con quasi una colonna di informazioni sul suo conto) e, infine, più quotato di tutti, l'on. Palmiro Togliatti. Strana l'omissione dell'on. Saragat che, in America, dovrebbe essere c':bastanza noto. Tra gli scrittori, figurano Moravia e Silone. A entrambi viene dedicato largo spazio; entrambi sono riconosciuti massime voci della letteratura europea contemporanea; particolare attenzione viene data anche agli aspetti politici della nobile biografia di Silone. Omessi — altra cosa strana, in America — Carlo Levi e Guareschi. Tra i pittori. De Chirico: <c L'uomo — è detto (con quotazione tratta da uno dei suoi massimi critici) — la cui pittura giovanile ha più di ogni altra profondamente influito su quella europea della prima metà del secolo; eccezion fatta dell'opera di Picasso*. Dopo di che (salvo qualche involontaria omissione cui posso essere incorso nello sfogliare il volume), e salvo le note dedicate a Camera per lo sport, e per la moda ad Elsa Schiapparelli, gli artisti di teatro fan la parte del leone. Tra i lirici: la Tebaldi, la Callas e Cesare Siepi. Inutile dire che, anche nel registro, la Tebaldi è messa a confronto della Callas e vi fa la solita figura della cantante candida, dalla voce di angelica tradizione; mentre la Ca.llas seguita ad essere la « diva fiera e tempestosa » del nostro secolo. Di De Sica si racconta che, stante il naso antidrammatico, avrebbe dovuto limitarsi a ruoli modesti e che pertanto, malgrado il naso, è poi diventato uno dei più grandi attori viventi e il regista italiano di maggior fama, cui si deve, forse — è anche detto — il più bel film di tutti i tempi CLadri di biciclette.). In quanto a Rossellini, con molto conformismo, grande spazio è dato ai suoi amori e cosiddetti scandali. Relativamente modesto risalto si dà invece ai più veri valori della sua autentica e grande personalità. Non figura, tra i registi, Federico Fellini; ma, in compenso, figura sua moglie, Giulietta Masino, per l'enorme successo avuto, qui, dal film: <La strada». Tra gli attori cinematografici, Rossano Brazzi risulta < il più quotato e brillante Romeo continentale; quegli che può ormai imporre a Hollywood condizioni proprie », La Pier Angeli, insieme alla quale viene citata anche la sorella gemella Marisa Pavan, viene indicata come l'attrice responsabile di avere introdotto a Hollywood un tipo di eroina continentale, dal temperamento t luminoso e sensibile ». Grande spicco, infine e logicamente, viene dato alle tre grandi dee o grazie, del nostro cinema: l'Anna Magnani, la Sofia Loren e, reginissima tra gli americani, la Gina Lollobrigida. A proposito di quest'ultima, si ricorda la frase rivoltale da Sam Rayburn, il vecchio e galante deputato del Texas, speaker della Camera dei Rappresentanti Americana, quando gli è stata presentata: « Non ho mai attraversato l'oceano, signora — egli le ha detto — ma, adesso che vi ho visto, sento che potrei anche farlo ». Come si vede, non ci dobbiamo lagnare. In fin dei conti, abbiamo soprattutto esportato tre tipi di donne, tre regine, tre grazie: « Non soltanto; — mi ha fatto presente un amico molto religioso e puritano, con cui parlavo di queste cose — ma voi, italiani, avete esportato anche tre virtù: la fede, la speranza e la carità! ». Intuii che, secondo lui, la Gina avrebbe dovuto impersonare la fede; la Sofia, la speranza... € Santo cielo — gli chiesi, allora, — non vorrai attribuire la carità alla Magnani spero f i. Quello mi | rivolsi una calma tipica sorniona occhiata protestante e rispose: € Perché no? La carità è tutta fuoco interno Quanto alla fede, ne avete tanta, che state per regalare la Gina al Canada! ». Antonio Barolini

Luoghi citati: America, Canada, Hollywood, New York, Stati Uniti, Texas