La Madonna del Latte

La Madonna del Latte La Madonna del Latte Amministrare la cosa pubblica, essere in diretto contatto con gli amministrati, rendere loro democraticamente ragione... Butto via questo inizio anche perché tutto cominciò in un altro modo. La settimana scorsa, trovandomi a Novara, andai a trovare un amico, adesso sindaco della città. Appena entro nello studio, nel paiazzo del Comune, vedo una parete ricoperta di quadri modem: ed unii rappresenta la piccoli piazza Furstenbcrg di Par>5i dove Delacroix aveva il suo ate'.er li pittore: lo si può ancora vts'tare perché no hanno fatto un mus'.'n. E cosi si comincia a parlare Mi pittura. Ad ,un certo punto l'amico sindaco, che è anche avvocato, che è socialista, mi dice: «Conosci la chiesa della Madonna del Latte* ». Gli rispondo di no e si meraviglia perché con tanto girare in bicicletta su e giù per le nostre campagne quand'ero ragazzo, non gli pare possibile che non l'abbia mai vista. Mi racconta, con entusiasmo che gli invidio: «Ci sono affreschi notevoli. Anche Casorati li ha visti poco tompo fa e li ha trovati belli. Sono del Cagnoli, un pittore del '400, che firmava dipingendo in usi angolo un cagnolino. Peccato, vanno in malora e tu non li conosci ». Si alza dalla scrivania, va verso un tavolo coperto da una lastra di cristallo e sotto la lastra c'è una grande cart!" topografica della città. Mi chiama, vuole che veda dov'è la chiesetta della Madonna del Latte: a Gionzana, un paesetto alle porte della città, che è anzi diventato una frazione della città. « Facciamo in tempo? — dice interrogando se stesso —. Perché vale la pena di vederli, sono affreschi popolareggianti, su quelle terre allora c'erano gli Avogadro, li avranno fatti dipingere per i loro contadini. Aspetta: chiamo Franco, deve venire anche lui con noi ». Vedo entrare un uomo alto, robusto, che riconosco come se l'avessi salutato l'altro ieri: ma l'ho salutato che era giovanotto e ora me lo ritrovo assessore all'igiene e sanità, con un corto sigaro tra le labbra. « Vengo volentieri — dice — ma un'altra volta ti porto a vedere i cascinali del Novarese, così ti fai un'idea di quel che sono e posso meglio dirti quello che vorremmo che fossero ». * * Si va verso Gionzana. « Sai — mi spiega il sindaco — un bravo tecnico potrebbe distaccare gl affreschi e io saprei dove metterli al sicuro per sempre. E così farli vedere a tutti perché sono memoria della nostra vita ». Si corre su una strada che taglia una piatta campagna con le rogge, coi filari di gelsi, con qualche pioppaia, con qualche cascinotto all'orizzonte, dentro un paesaggio che ho sempre amato e che riconosco per mio. Poi si arriva all'inizio di un abitato e ci fermiamo ad un crocicchio perché dovremmo cercare la donna che ha le chiavi della chiesetta. Il sindaco, dinamico, andrà lui di persona a chiederle, ma appena è fuori dalla macchina esclama: « Qui hanno buttato giù la spalletta del ponte ». Alle nostre spalle c'è un piccolo ponte, che attraversa un « fosso » e in quel punto la strada fa due curve strette, una per entrare ed una per uscire dal passaggio sopra le acque. Una spalletta è caduta e subito se ne intuisce il motivo. Dice il sindaco : « Sono i camion col rimorchio, quei bestioni che vengono da Torino e vanno verso Varallo e tagliano di qui per risparmiare chilometri». Qualche donna, due contadini, ragazzotti sono comparsi. « Quando è capitato? » si domanda. Non lo sanno: ieri, forse l'altro ieri e di notte. « E come è capitato? ». Risposte vaghe, come se sapessero e non volessero dire. « Bene — taglia corto Franco — qua bisogna avvertire l'ufficio tecnico. Ma perché il cantoniere non ha ancora detto niente? ». Tutti abbassano gli occhi e il sindaco taglia più corto di Franco: « Telefono subito io. Bisogna provvedere perché così, se resta così, è un pericolo ». Con due passi siamo al telefono pubblico, che è nell'osteria. In questi giorni ho ricevuto un avviso che dice d'un nuovo servizio telefonico speciale con New York, ma telefonare da Gionzana (frazione di Novara) a Novara risulta un po' complicato. Il sindaco che è di carattere non soltanto dinamico e tollerante, ma anche ottimista, mi dice : « Qui c'è un vino buono. C'è un Sizzano, che neanche Mario Soldati se lo sogna. ebi<AFtpcWdmtrptgtltidggppdlnmnrfcF Lui, adesso, va matto per il Gattinara ». Nell'attesa della telefonata (misteriose manovre avvenivano in un'altra stanza) il padrone dell'osteria portò una bottiglia di Sizzano, e versa nei bicchieri, ma anche dice: «Non vorrei sembrare un importuno, ma sa che il pozzo dell'acqua non funziona ancora? ». Il sindaco guarda Franco dicendogli: «Rispondi tu ». La faccenda non è complicata. Il pozzo per dare acqua alla frazione di Gionzana è stato fatto. Sono andati oltre i cento metri di profondità per superare falde poco buone o avare e rutti lo sanno, ma tutti forse non sanno che l'ufficio competente non ha ancora dato parere favorevole: all'analisi l'acqua del puzzo non risulta purissima e bisogna aspettare che si « purghi ». Sono appena finite queste spiegazioni che un tizio, là dentro, avendo capito chi aveva occasione d'incontrare, si alza e dice che la strada — quella che dal paese porta alla provinciale — è in disordine, con la nevedi quest'anno, con le piogge del mese scorso era diventata faticosa. « Lo so, lo so — risponde il sindaco — ma hanno cominciato a portare la ghiaia ieri o questa mattina. Poi viene il compressore, ancora un giorno' di pazienza ». Quel tizio non è convinto e per fortuna un ragazzo, che sta lì a guardarci da un angolo, racconta che ha visto lui venire e andare il camion della ghiaia proprio ieri. Intanto vengono a dire che il telefono non è più bloccato, adesso funziona, forse si potrebbe anche chiedere un numero di New York. Il sindaco e Franco vanno nell'altra stanza, io rimango solo e un tale, in maniche di camicia, che sedeva ad un tavolo solitario, mi chiede se può parlare d'una cosa molto delicata (non precisa quale) con quei due personaggi. Gli rispondo : « Certo, deve dire a quei due tutto quello che vuol dire». Così « quei due » tornando non fanno nemmeno in tempo a sedere che quel tale dice: « Signor sindaco, ci sarebbe anche la faccenda dell'ambulatorio ». Il sindaco guarda il bicchiere di Sizzano che non gli lasciano gustare e risponde: « Ma l'ambulatorio è stato deciso da un pezzo». E Franco spiega : « Si tratta di trovare un locale adatto, una stanza a piano terreno. Lei sa che non è facile ». L'oste, la moglie dell'oste e quello che aveva parlato della strada e l'ultimo che aveva sollevato il problema dell'ambulatorio, riuniti a consiglio, giravano con la memoria per le strade del paese alla ricerca d'un locale adatto. C'erano pareri e contropareri e proprio la soluzione non risultava facile. Alla Hllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll fine il sindaco disse rivolgendosi a quello che si interessava per l'ambulatorio: «Le dò un incarico preciso: mi trovi un locale adatto, adesso ha capito come deve essere, e mi a»verta subito. Io penserò al resto ». * * Tornammo fuori, sulla strada ed era tardi. « Come vola il tempo » disse il sindaco dirigendosi a testa bassa, le spalle un po' curve, quasi di corsa verso la chiesetta che volevamo visitare. Era alla fine d'una stradina, che si perde nei campi, alle spalle d'un piccolo cimitero. La chiave non funzionava bene. Poi la porta finalmente si aprì e noi entrammo. Guardavo sui muri !c riirure dipinte dal Cagnoli e ascoltavo le parole dell'amico sindaco, che ancora si infervorava nel suo progetto di metterle in salvo e di farle vedere a tutti togliendole dalla solitudine di quei luoghi. Ma pensavo ad altro. In quel momento le conferenze al vertice, le crisi ministeriali, 1 giuochi dell'alta politica sfumavano in prospetr:ve fuggenti verso orgogliosi miraggi di astuzie, di potere, di pace e di guerra. Davanti a me, vero e v'ivo, rimaneva questo umano e indispensabile amministrare la cosa pubblica nell'ambito d'una collettività ancora visibile a quattr'occhi, ancora raggiungibile in maniera diretta. Ed avevo la sensazione che l'unica scuola buona per i politici comincia da qui. Enrico EmanuelH niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiNiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiHi

Persone citate: Avogadro, Cagnoli, Casorati, Delacroix, Mario Soldati