Folla di cittadini alla prima lezione su "Trent'anni di storia d'Italia»

Folla di cittadini alla prima lezione su "Trent'anni di storia d'Italia» Centinaia di persone sono rimaste fuori dei cancelli Folla di cittadini alla prima lezione su "Trent'anni di storia d'Italia» Il prof. Alatri ha parlato sulle « radiose giornate del 1915 > : il popolo non voleva la guerra I testimoni : per l'interventismo l'on. Pivano, per il neutralismo il sen. Frassati e l'operaio Parodi; per la impresa fiumana il comandante Cartosio, il prof. Valeri e Arturo 'Mai-pirati La prima delle dieci lezioni sui < trentanni di storia Italiana dal 1915 al 1945 > ha avuto un imponente successo dì pubblico. Il salone della Galleria d'Arte Moderna era stipato sino all'inverosimile e una gran folla è rimasta fuori perché alle 21 precise sono stati chiusi i cancelli, n prof. Antoni celli, nella breve prolusione, ha spiegato che questo corso è organizzato dal Circolo della Resistenza, dall'Unione cultu rale, dalla Consulta ed è offer to in particolar modo alla gioventù perché « possa prendere coscienza critica delle vicende patite Dall'Italia sotto la dittatura interna e sotto l'oppressione straniera* e meglio afferrare il concetto di libertà e di democrazia. Il prof. Antonicelli ha aggiunto l'aggettivo « militanti » a queste lezioni, perché oltre alla esposizione di un docente di università, si valgono delle testimonianze di persone che vissero quei momenti. Ieri ha parlato il prof. Paolo Alatri della università di Roma sul tema « Dopo la guerra del '15'18 >. Egli ha affermato che l'intervento non era voluto dalla maggioranza degli Italiani e che le < radiose giornate del maggio 1915» sono una leggenda della propaganda fa- chpqfevan«JUTsvcomrivicoincoUloopanlicscisti che voleva fare appa- aUrire quella guerra come la ^caansequarta guerra d'indipendenza. Il primo testimone è stato l'on. Livio pivano: nel 1914 era mazziniano, quando ; fascisti ebbero il potere, fece parte I della «opposizione in aula» yo-jtI razione fu Prefetto di Alessan- £^ffi?L£?SS L*.™f*!dadria. Ha parlato come interventista: «Quando è scoppiata la guerra avevo 18 anni, e come mazziniano soffrivo al stdcocpensiero che l'Austria avesse |^oaggredito la Serbia e ancora dminaociàase l'Italia Noi pen. msav-.mo che la libertà tradita loili qualunque parte del mondo lsfor=-e un'offesa alla umanità » | li sen Alfredo Frassati è scstato «. testimone > del neutrali-'dsmo. Ha compiuto novantun Icanno e conserva un notevole tavigore fisico: < Ci dicevano dche la guerra sarebbe fini-'fata in tre mesi, perché si sa che il popolo non vuol guerre. Io invece sostenevo che sareboe durata almeno tre anni. Perché? Lo dissi a Cadorna. Prima tisennpIllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllItlll che noi entrassimo in guerra il più forte esercito del mondo, quello tedesco, era da un anno fermo alla Marna e non passava. Dissi a Cadorna: " E lei non crede che il Carso valga «JtilllitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitJiiiiiiritiiiiiiiiii In Marna? " Mi rispose: "Sverneremo a Lubiana " >. Sempre per il neutralismo ha parlato Giovanni Parodi, operaio, sindacalista che poi nel '20-'21 fu segretario della Ca iiiiiiiiitriiitiiiiKiiiiiii iiiiKiniiiii illuni mera del lavoro. «Gli operai non volevano la guerra: la vor levano gli esponenti delle gres, se banche-e delle grandi industrie ». Si sono succeduti tre interventi sulla impresa di Fiume. Il comandante Tomaso Cartosio, ufficiale pilota n'amico di DAnnunzio, ha detto: «Parlo per me : io ho preso parte alla impresa di Fiume, perché ero convinto che sarebbe rimasto inutile il sacrificio di. 650 mila morti se non avessimo rivendicato il confine adriatico, datoci da Dio è cantato da Dante>. Il prof. Nino Valeri, che prima era stato compagno d'arme del com. Cartosio, non condivise poi le sue idee: «Già allora, pur giovane, ricordavo il proverbio piemontese: non .si deve mai esagerare. Ero con le truppe regolari, e mi trovai dalla parte opposta dei legionari. In quell'impresa vidi la morte dello Stato liberale ». Ultimo testimone il prof. Arturo Marpicati, ora magistrato, che dal '31 al '34 fu vice segretario del partito fascista: «Nel 1919 insegnavo letteratura a Firenze e fui invitato a tenere una conferenza a Fiume. Andai e mi convinsi che la città era italiana. I nume ni volevano l'autodecisione politica e l'avevano chiesta a Wilson. Questo avveniva sei mesi prima della marcia di D'Annunzio. Quando D'Annunzio si mosso mi sentii moralmente impegnato a seguirlo ». Dopo le testimonianze il pubblico ha chiesto chiarimenti su alcuni problemi ed hanno risposto l'on. Pivano e il prof. Alatri. inznsilscpnla4cranpldtpT2'6n4isadlrr iiitiiiiiiiiiiiuiiiiiiriiiti iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiKi Un testimone: il sen. Frassati, al suo fianco l'on. Pivano e il prof. Antonicelli