La torbida famiglia degli albergatori d'Alleghe accusata dei delitti da un complice implacabile di Guido Guidi

La torbida famiglia degli albergatori d'Alleghe accusata dei delitti da un complice implacabile Drammatico confronto tra Imputati alla Corte d'Assise di Belluno La torbida famiglia degli albergatori d'Alleghe accusata dei delitti da un complice implacabile / presunti assassini negano disperatamente e implorano: «Hai un Cristo davanti.a te - Dì dunque la verità» « La verità è che tu hai ucciso e mi hai costretto ad uccidere » - Martedì inizia l'escussione dei testimoni (Dal nostro inviato speciale) Belluno, 9 aprile. Le accuse di Giuseppe Gasperin sono state terribili e spietate: ma i Da Tos e con loro Pietro De Biasio hanno resistito. Quella di tener duro nella maniera più ostinata, pur avendo confessato inizialmente, è l'ultima loro àncora di salvezza e ad essa si aggrappano con la forza della disperazione. Cedere significa l'ergastolo e all'incalzare del loro avversario hanno opposto oggi una resistenza passiva, ma tenace. t Pietro De Biasio mi ha costretto a uccidere Luigi Del Monego la sera del 18 novembre 1946, mentre egli si riservava il compito di assassinargli là moglie che aveva rac•contato di avere veduto, la notte del 4 dicembre 19SS, Aldo Da Tos trasportare sulle spalle il cadavere della moglie Carolina Finazzer per gettarlo poi nel lago, in modo da far credere che quella sventurata si fosse tolta la vi- ta», ha ripetuto oggi ai giudici Giuseppe Gasperin. t Tu menti sapendo di mentire — è insorto Pietro De Biasio — hai un Cristo davanti a te. Di' dunque la verità...». « La verità è che tu hai ucciso e mi hai costretto ad uccidere » ha proseguito imperterrito l'altro. . « E' un pazzo, signor presidente, è un pazzo costui », ha commentato scuotendo il capo Pietro De Biasio. « Ma se tu la notte del 18 novembre 1946, quando vennero uccisi i coniugi Del. Monego, eri con me e con tuo cognato!» ha incalzato Giuseppe Gasperin. « f?on è vero, signor presidente, non è vero — ha implorato l'altro. — Io ero a letto con mia moglie. Dovrebbe rimorderti la coscienza, Gasperin, a dire certe cose ». < E U rimorde la tua che hai rovinato cinque famigliet» ha replicato Gasperin. « Credi forse di farmi ancora paura f Non ne ho più di paura, io.'», t Chi vi ha dato i denari per quel delitto*» ha voluto sapere il presidente. « Lui, Pietro De.Biasio», ha ricordato Gasperin..: « E' falso, è falso, è falso» ha urlato disperatamente l'altro, ma ■ invanoj perché il suo avversario è stato irremovibile. ••• • •••: E se non era riuscito Pietro De Biasio a costringere Giuseppe Gasperin a modificare il proprio atteggiamenti, .tanto meno I/impresa é: ■- rtwscit»- = ad Aldo Da Tos:-ben menò forte del cognato, e ormai come rassegnato al proprio destino. Quando Gasperin gli ha ricordato nei minimi dettagli la uccisione dei coniugi Del Monego, responsabili di essere a conoscenza del segreto dei Da Tos, l'albergatore di Alieghe ha apposto un blando: «Noti è v.ero non è vero», per poi chiudersi nel mutismo più assoluto, girando di tanto in tanto lo sguardo inebetito e distratto. ' Ma è sincero l'ex-segretario delVEnal di Alieghe f Dimostrare che non lu. sia è'l'obtet ìtiv'o più immediato è più' importante che i difensori s\ rii prométtono / di", raggiungere. ' forche, . Giuseppe Gasperin, inizialmente, disse, di avere compiuto il delitto con la col. laborazione di un suo cómpae'sano, Pietro Spongaf ' / ■ ' c Perché — ha spiegato oggi Gflsperin — il nome "di Pietro Sponga figurava: in itti elenoo' dei miei possibili complici sottopostomi<U& ■ ictrrabinieri. E allora feci quel nome perché apparteneva a un amico morto da tempo e che non poteva smentirmi.' Avevo paura, allora, ad accusare Pietro De Biasio j. « Come dire cioè che i carabinieri suggerirono al Gasperin — hanno osservato i difensori — taluni. elementi ». E ora il dibattimento riprenderà martedì. ' La prima fatica, la più semplice sotto un certo aspetto, è stata conclusa. Fatta la conoscenza in questi giorni con i protagonisti di questa lugubre storia, i giudici dovranno- ricostruire il quadro generale della situazione, e lo' prenderanno a fare da martedì, con i primi testimoni. Intanto oggi/per chiarire le idee, essi sono andati a controllare più da vicino i priwit affi, con cui ebbe inizio questa vicenda: quelli relativi a a a e i i n , i o ' n i alla morte di Emma De Ventura, la cameriera. Il cadavere della ragazza — spiegò il maresciallo dei carabinieri che svolse le prime indagini — fu trovato in una pozza di sangue tra il letto e il .cassettone della stanza, n. 6 dell'Albergo Centrale. Giaceva bocconi, con la mano sinistra «otto la vita. Risultò subito che Emma De Ventura, ad Aileghe da otto mesi, stava bene e si dimostrava felice. Era fidanzata con un autista di Agordo, Emilio Ganz,: il quale la sera prima noti si era fermato con' lei com'era suo solito. Fu allora che Emma De Ventura avrebbe detto alla fi glia dell'albergatore: «.Come sarebbe bello' morire per sentire cosa dirà la gente ». Fu quella frase sufficiente a convincere il "Viiaresciallo che si trattava di suicidio. E come si sarebbe uccisaT < Dubitan do probabilmente che il fidanzato non le volesse più bene, la ragazza — venne spiegato nel rapporto — meditò di togliersi la vita. Bevve la Un tura di iodio, poi presa da atroci dolori, allo scopo di .soffrire meno deve essersi inferta una rasoiata alla gola, deponendo poi l'arma sul cassettone, prima di cadere a terra. 4 Verso le 11#0 — continua il- rapporto — la figlia dell'albergatore. Adelina Da Tos disse alla sorella che andava a controllare perché la Emma tardasse a scendere. Appena •giunta nel corridoio, Adelina Da Tos è tornata sui suoi passi dando l'allarme, perché abe va veduto la ragazza in uria pozza di sangue ». Dovevano trascorrere venticinque anni prima che questo rapporto, sulla base del quale, sia pure con l'avallo di una perizia medica, il procuratore del re di Belluno archiviò la pratica stabilendo che si trattava di suicìdio, risultasse in contrasto con la logica e con la realtà di talune circostanze. Secondo l'accusa infatti i Da Tos (e coloro che erano legati a loro da vincoli di parentela e di interessi) sarebbero riusciti a fuorviare così bene le indagini da indurre il maresciallo dei carabinieri a convincersi che quella morte tanto assurda non nascondesse un delitto, un terribile delitto, al quale ne dovevano seguire altri tre non meno spietati e non meno feroci. Guido Guidi

Luoghi citati: Agordo, Aileghe, Alleghe, Belluno