Accordo sul problema di Berlino e contrasto per le prove atomiche
Accordo sul problema di Berlino e contrasto per le prove atomiche Accordo sul problema di Berlino e contrasto per le prove atomiche (Nostro servizio particolare) Londra, 8 aprile. Il presidente De Gaulle è tornato a Parigi ed i commentatori diplomatici hanno cominciato oggi a vagliare e discutere i risultati della sua visita. Di pratico e di concreto — va detto subito — non è stato conseguito nulla: non perché Macmillan e l'ospite si siano trovati su posizioni nettamente antitetiche, ma perché gli incontri miravano solo a uno scambio di idee, di impressioni e di chiarimenti e non ad una intesa. I due colloqui hanno però fruttato in dubbiamente una maggiore comprensione dei problemi co muni e reciproci, a tutto van taggio della solidarietà occidentale per le prossime discussioni alla vetta. L'amicizia, anzi la fratel lanza, con l'Inghilterra ha costituito il tema principale di tutti i discorsi del Presidente, e alcuni giornali scrivono che sembra lecito affermare che egli ha lasciato oggi questa isola, più persuaso che mai della necessità di stringere — e non di allargare — la Manica. D'altra parte vi é ora la <Piccola Europa*, quella del < Mercato comune », un sodalizio — affermano gli inalesi — che, se attuato troppo celermente, potrebbe scindere il vecchio continente in due blocchi ostili. Macmillan ha ripetuto a De Gaulle che economia e politica non possono essere disgiunte, che i Sei non devono procedere a un passo che lederebbe gli interessi delle altre nazioni europee^ La risposta di De Gaulle a questa osservazione non si conosce con esattezza, ma da ottime fonti risulta che egli si sarebbe sottratto alla discussione, definendo il problema di natura economica. A una notevole identità di vedute sulla questione di Berlino e su quella tedesca, farebbe contrasto, invece, una divergenza di idee sui collaudi nucleari. De Gaulle, — e l'ha fatto capire chiaramente nel suo discorso alla Westminster Hall — rinuncerebbe agli esperimenti atomici solo quando i tre < grandi » avranno rinunciato tanto agli esperimenti quanto alle armi nucleari. La posizione è rigida ma, qualora i tre t grandi » s'accordassero veramente per una cessazione di tutti i collaudi, De Gaulle potrebbe forse ripiegare su un atteggiamento più flessibile. La sua sarebbe insomma una richiesta massima, aperta a negoziati. Psicologicamente, la visita e stata un innegabile e vistoso successo. m. ci.
Persone citate: De Gaulle, Macmillan, Piccola Europa
Luoghi citati: Berlino, Inghilterra, Londra, Parigi
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