La giovane sposa scoprì l'assassinio della cameriera e fu uccisa perché non tradisse il segreto di famiglia di Guido Guidi

La giovane sposa scoprì l'assassinio della cameriera e fu uccisa perché non tradisse il segreto di famiglia Il processo in Assise pei* la tragica catena di delitti ad Al leghe La giovane sposa scoprì l'assassinio della cameriera e fu uccisa perché non tradisse il segreto di famiglia In viaggio di nozze il marito le aveva rivelato il delitto in tutti ì particolari: quando tornarono, i parenti decisero di sopprimerla - Questa ò la confessione resa da uno degli imputati al momento dell'arresto - Ma ieri in aula ha ritrattato ogni cosa (Dal nostro inviato speciale) Belluno, 6 aprile. «/o di questa storia non so assolutamente nulla. Io non so se Emma De 'y'entura si sia uccisa la mattina del'9 ma'gaio 1933 ad Alleghc o se sia stata uccisa. Io non so quale sia stata la causa della morte di mia moglie, Carolina Finazzer. Io non so chi possa avere uociso Luigi e Luigia Del Monego il 19 novembre 1946. Io so soltanto di essere innocente ». Dopo anni ed anni di riflessioni, Aldo Da Tos ha ritenuto che queste affermazioni fossero le più efficaci per organizzare una sua difesa valida e dietro di esse si è trincerato nel momento in cui si è trovato oggi dinanzi ai giudici della Corte d'assise. B non si è preoccupato di modificare il proprio atteggiamento neanche quando ha visto sul volto dei giudici l'incredulità alternarsi alla meraviglia e neanche quando il presidente gli ha ricordato, gli ha letto anzi, tutto cid che egli aveva ammesso nel corso dell'istruttoria. Aldo Da Tos ha SB anni, ma ne dimostra almeno dieci di più. Ha sposato nuovamente nel 1938 ed ha due figli: uno di 21 anno, e una di lt, anni. Per l'intera giornate è rimasto con Varia dimessa, seduto sul banco degli imputati, accanto al cognato Di Biasio e a sua sorella Adelina (una donna di.un anno più anziana di lui, grassa, tozza, energica, dallo sguardo duro). B lo stesso atteggiamento ha mantenuto allorché è stato il suo turno di fornire ai giudici qualche chiarimento sulla catena di delitti che ha oppresso, nel giro di 13 anrl, il ridente paesino di Alleghe, in una delle più belle valli dolomitiche. Ai carabinieri di Agordo aveva rilasciato, non appena nel luglio 1968 venne arrestato, la più ampia delle dichiarazioni scrivendola di suo pugno, confermandola al giudice istruttore più tardi e smentendola clamorosamente soltanto oggi. t Io sapevo — disse allora — che la cameriera Bmma De Ventura, la mattina del 9 maggio 1933, non si era uccisa in una stanza dell'albergo Cen¬ trale, di oui mio padre era prò-' prietarìo. Io sapevo che era stata uccisa da mia sorella Adelina. Alla fine del novembre del 1933 sposai Carolina Finazzer ed in viaggio di nozze, a Roma, le confidai il segreto della mia famiglia. Quando narrai questa mia confidenza ai parentif mio padre e soprattutto mio cognato mi dissero ohe Carotina non doveva più parlare. La aera, del t dicembre 1933 veiinero .nella mia stanza Pietro Di Biasio e mia sorella Adelina per chiedere a mia moglie di non fare parola a nessuno di quanto sapeva. Lei rifiutò ed allora mio cognato la soffocò stringendola al collo con le mani, mentre mia sorella Adelina la teneva ferma per le gambe e io per le braccia. Erano le 22,30 circa. Alle due di notte mio cognato ed io prendemmo il cadavere e lo gettammo nel lago. Tutti credettero al suicidio, anche perché avevamo fatto circolare in paese la voce che mia moglie era sonnambula e che in stato di sonnambulismo poteva essersi avviata verso il lago. Tredici anni dopo mio cognato venne a sapere ohe i coniugi Del Monego erano sul punto di accusarci avendoci veduti quella notte mentre trasportavamo il corpo di mia moglie. Pietro Di Biasio allora decise di' ucciderli e insieme a Giuseppe Gasperin li aggredimmo mentre tornavano a casa, la notte del 18 novembre 19//6 ». Presidente — Se lei, Aldo Da Tos, sostiene ora che queste dichiarazioni non rispondono a verità, vuol dire che le ha inventate il giudice istruttore; non è cosi f tNon la so, io sono innocente », ha replicato con un filo di voce Aldo, Da Tos. Maggiori risultati -li aveva senz'altro dati ai giudici il racconto di Giuseppe , Gasperin poco prima, accusato di avere partecipato all'uccisione dei coniugi Del Monego (egli fu il primo ad essere arrestato perché nel luglio 1958 una donna di Alleghe, Corona Valt, si decise a confessare di averlo visto fuggire, la notte in cui vennero uccisi i due coniugi, dai luogo del delitto). L'exsegretario dell'End di Alleghe ha scelto una tattica difensiva che, in una situazione quasi disperata, può essere ritenuta la migliore. Egli ha ammesso tutto ciò che poteva ammettere, limitandosi soltanto a ridurre l'importanza del ruolo assunto nell'episodio. Nella mattinata i suoi difensori avvocati campeis e Massenz avevano chiesto, seppure senza successo, che egli venisse sottoposto a perizia psichiatrica. « Una settimana prima del delitto, Pietro Di Biasio ed Aldo Da Tos — ha spiegato Giuseppe Gasperin confermando sostanzialmente quanto egli aveva già detto in istruttoria — mi dissero di aiutarli allorché avessero deciso di regolare certi conti che avevano con i coniugi Del Monego. Io sapevo di quali conti si trattasse. Luigia Del Mone go infatti mi aveva confidato che 13 anni prima, la notte in cui scomparve Carolina Finazzer, aveva veduto Aldo Da Tos avviarsi verso il lago con un corpo sulle spalle: quello della moglie. All'invito non seppi rifiutarmi. D'altro canto essi mi dissero: «Se vuoi ve «ire vieni, altrimenti ti faremo fuori ». Una settimana do po Pietro Di Biasio mi ordinò di uccidere Luigi Del Monego e così io feci, mentre lui ed Aldo Da Tos uccidevano Lui già Del Monego. Mi furono date come compenso 20.000 lire in quattro volte ». Presidente — Ma perché lei non si è rifiutato di partecipare a questo delitto' Gasperin — Ho avuto paura di Di Biasio; sapevo che razza di tipo fosse. Egli è capace di tutto. Presidente — Jlfa perché Liugia Del Monego si era decisa cosi tardi, dopo tredici anni, a fornire un particolare tanto itnportatite per accusare Aldo Da TosT Gasperin — Perché in quel dnnul«ssscVDnszmtdiciocfclrandsgsnanvclzsttdMa ! ! della contro i Da Tos. Suo cognato Lino aveva chiesto al Comune una licenza per aprire una macelleria. Se non che il vec chio Fiore Da Tos, padre di Aldo, proprietario di una ma ccllcria ad Alleghe, fece in modo che la richiesta venisse rifiutata. Egli faceva parte commissione esercenti del Comune e non gli fu difficile evitare che in' paese si mettesse a lavorare un suo futuro concorrente. Nonostante la frattura delfronte difetisivo, Aldo Da Tos Adelina Da Tos e Pietro Di Biasio non sembrano decisi a modificare molto il loro programma. E quale sia questo programma e su quali elementi si articoli è stato ampiamente spiegato dai difensori questa mattina, all'inizio del dibattimento. Cosa sostiene, infatti, l'Accusar Che i coniugi Del Monego sono stati uccisi perché stavano per svelare il segreto dei Da- -Tos. « Se noi dimostriamo che questo segreto non esiste — questa à la tesi praticamente sostenuta dall'avv. D'Afelio —, cfte la cameriera Emma De Ventura e la moglie Hi Aldo Da Tos, Carolina Finazzer, non sono state uccise, ma si sono tolte la vita, la ricostruzione degli accusatori viene minata alle fondamenta. D'altro canto, un illustre docente di medicina legale di Milano, il prof. Hario^ Catfabent,. ha concluso pei1 nostro confo-una indagini' scientifica ' rilevando ohe i risultati delle perizie compiute a. suo tempo dai professori Aldo Franchini e Luciano Zanaldi. secondo i quali la morte di Emma De Ventura e di Caro}ina Finazzer è da attribuvrsi ad un omicidio so no inattendibili perché, secondo la scienza, le due donne si sono tolte la vita, la prima tagliandosi la gola con un rasoio e la seconda gettandosi nel lago. Di fronte a queste affermazioni sarebbe opportuna, di conseguenza, una nuova perizia medico-legale ». E' un programma, questo, che ainora però non ha avuto la possibilità di essere realizzato: i giudici, in/atti, hanno stabilito che al momento attuale non vi è alcuna necessità di svolgere una nuova indagine scientifica. Guido Guidi Oli imputati nell'aula delle Assise. Da sinistra, Aldo Da Tos (che si nasconde dietro la balaustra), Giuseppe Gasperin, Pietro Di Biasio ed Adelina Da Tos (Telefoto)

Luoghi citati: Agordo, Alleghc, Alleghe, Belluno, Milano, Roma, Tos