Il giovane Liviero a Napoli supera Nencini in volata di Vittorio Varale

Il giovane Liviero a Napoli supera Nencini in volata Concluso con una fuga a sette il Giro di Campania Il giovane Liviero a Napoli supera Nencini in volata E' un veneto di 22 anni, alla prima stagione da professionista - Anche Van Looy ha partecipato alla gara, ma senza impegnarsi - Sfortunato tentativo di Cestari (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 30 marzo. Per le corse capita sovente che più esse promettono alla vigilia per valore di partecipanti e per ragioni di concorrenza fra gl'interessati, e meno riescono bene. Il fatto si è ripetuto oggi per il Gire della Campania, attorno al quale la presenza di Van Looy e quella di tre squadre assenti dall'ultima corsa (il Giro della Calabria) davano un'importanza davvero notevole. L'atteggiamento passivo e indifferente di Van Looy ha praticamente « addormentato » la gara, nel senso che i « capitani* delle varie squadre (salvo qualcuno) hanno calcato la loro corsa sulla sua, rinunciando ad attaccarlo — forse in attesa di prenderlo di contropiede ove fosse stato lui ad assumere la offensiva. Ma Van Looy, che domenica prossima deve affrontare il difficile Giro delle Fiandre, evidentemente è stato pago d'incassare il vistoso premio d'ingaggio pagatogli dagli organizzatori, ed ha rinunciato ad ogni iniziativa. Ancora una volta si dà il caso di un famoso corridore straniero, pagato perché venga ad allenarsi sulle nostre strade per le corse di casa sua. E così è avvenuto che mentre gli avversari principali (salvo qualcuno, ripeto) stavano a sorvegliarlo, davanti ad essi un gruppo di giovani partiva al l'attacco quando mancavano un centinaio di chilometri al traguardo, prendeva un certo vantaggio mantenendolo per il rimanente del percorso, fino a battersi per il primo posto. A formare questa pattuglia, entrata per prima sulla pista del l'Arenaccia, erano sette corridori: di cui, alcuni conosciuti — come TVenctm e Baffi. —, 01 tri un po' meno — come Batti stini, Cestari, Tinazzi ed Ac cordi, mentre il settimo, un novellino addirittura, è quegli che ha vinto fra la sorpresa generale. Egli è Lino Liviero, ventiduenne, nato e residente in Castelfranco Veneto, di professione saldatore, terzo di sette fratelli. Fino all'anno scorso militava nella categoria dilettanti, ed era arrivato venticinque volte primo; quest'inverno entrava nella squadra della Torpado, e dopo essersi allenato in riviera, partecipava per la prima volta alle corse a fianco dei professionisti. Fino ad ieri non aveva riportato che piazzamenti d'onore, pur facendosi notare dal suo direttore sportivo Bergamaschi per lo spirito d'intraprendenza. Oggi egli ha avuto l'accortezza di alimentare con altri la fuga da cui doveva scaturire la decisione della corsa; e allorché in pista si è trovato a lottare a gomito a gomito nella volata con quelle due vecchie volpi che sono Baffi e Nencini — li ha messi nel sacco tutt'e due, con uno sprint che negli ultimi metri gli ha permesso di colmare il ritardo che aveva nell'entrare nell'ultimo rettilineo, e di superarli entrambi. L'epilogo in volata, e la fuga di un altro giovane dopo la salita di Agèrola alla maniera di Coppi (ma senza il risultato che il campionissimo sapeva trarne), sono stati i soli episodi della giornata degni di essere ricordati. Saltiamo dunque di pie pari la cronaca, abbastanza inconcludente, fino al momento in cui il gruppone, formato da una sessantina e più di uomini, si ruppe — e più non si ricompose. Tutto ciò ch'era avvenuto prima del 150° chilometro fin quasi alle porte di Salerno, non ha importanza: A pochi chilometri da Salerno da un tentativo di fuga operato sull'azzardato attraversamento a piedi di un passaggio a livello trovato chiuso, uscì la formazione di un manipolo di quattordici corridori — che assunsero la iniziativa delle operazioni, e non la lasciarono più, sia pur con le varianti e i cambiamenti di ruolo che diremo I quattordici animosi erano: Brandolini e dacci della Carpano, Cestari e Baffi della Ignis, Accordi e Liviero della Torpa do, Bonariva e Pintarelli della Emi, Tomasin dell'Atala, Chiodini della Bianchi, Benedetti della Ghigi, Ciampi della Phil co, Aru dell'Audax di Cagliari e Impanis della Faema. Tutti i celebri assi erano rimasti indietro, e non si videro più all'avanguardia: né Van Looy né Defilippis, né De Bruyne né Carlesi, né Ronchini né Favero. Soltanto uno, più tardi, venne fuori; con uno spettacoloso inseguimento seppe riportarsi all'avanguardia, e farsi onore: Nencini. A Salerno (km. 160) il vantaggio dei fuggitivi era già di un minuto e qualche secondo; appariva salito a due minuti a Viefri sul Mare: a S'35" al bivio dove la strada della costiera amalfitana si biforca; ed a destra comincia la durissima salita di Agèrola lunga dieci chilometri. Qui, vari cambiamenti avvennero nel primo gruppo; dapprima Ciocci, poi Brandolini, poi Tomasin, infine Benedetti, Bo nariva, Ciampi ed altri perdettero terreno ed in testa rimasero in sei: Liviero, Impanis, Accordi, Cestari, Baffi ed Aru. Poi, col proseguire dell'ascesa e della fatica anche questo sestetto si sgretolò, ed al romando rimasero Cestari ed Accordi — che nell'ordine transitarono sul valico, a 750 metri d'altitudine ed a 197 chilometri dalla partenza. A e' e 8" veniva Liviero, a S'SS" Baffi, a S'40" Impanis, a S'43" Aru, a 3'10" Nencini e Battistini fi primi degl'inseguitori usciti di forza dal gruppone che, guidato da Carlesi transiterà con ben 3'55" di ritardo dai primi) Frammezzo, c'erano Tinazzi e Cor ktndGpvdhlptsifdiglvCngvB<èipns kart, Brugnami e qualche al-\tro a tre minuti e mezzo. iDalla selezione avvenuta nell'avanguardia sulla salita e' Liviero batte Nencini e Ba ffi «ul traguardo (Telefoto) dalla vigorosa ripresa di Nencini e Battistini sull'Agèrola si delineava nella successiva discesa sulla piana vesuviana una nuova situazione — finalmente interessante ed emotiva. Cestari scappava, piantava Accordi, e con un minuto di vantaggio entrava sull'autostrada di Pompei — filando da solo' verso l'arrivo, distante una ventina di chilometri. Dietro a lui l'inseguimento era organizzato da una pattuglia in cui Nencini, Baffi, Liviero, Tinazzi e Battistini erano i più concordi ed attivi — mentre Impanis e il raggiunto Accordi seguivano passivamente. La lotta era limitata fra il solitario fuggitivo e la pattuglia dei sette (poscia ridotta a sei per il cedimento di Impanis) che l'inseguiva. L'esito non poteva essere dubbio. Il Jieve vantaggio del coraggioso veneto non fece che scemare di fronte all'incalzare degli avversari — che ad otto chilometri da Napoli gli erano addosso. Ecco la città, e il campo sportivo dell'Arenaccia dove Liviero taglia primo il traguardo. Vittorio Varale i o a o i a n