La fucilazione di Mussolini è stata un fatto di guerra

La fucilazione di Mussolini è stata un fatto di guerra La fucilazione di Mussolini è stata un fatto di guerra U Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Milano ha chiesto l'archiviazione della pratica - Nessun procedimento, quindi, contro i giustizieri dei gerarchi fascisti in foga Milano, 29 marzo. Il Procuratore.generale presso la Corte d'Appelo di Milano ha dichiarato che la fucilazione di Benito Mussolini, eiaretta Petacci, Marcello Petaccl- e tredici gerarchi fascisti camuffati e in fuga sulle camionette tedesche è un fatto di guerra e come tale non soggetto a'nessun procedimento di ìndole giudiziaria. Tale affermazione dell'alto magistrato è contenuta in un documento, depositato nei giorni scorsi in cancelleria. In esso il P. G. chiede che la sezione istruttoria metta la parola: fine, archiviando l'intera, pratica, all'indagine condotta sui fatti delle tragiche' giornate dell'aprile 1945 e dichiari che Ferruccio Parri, Walter Audisio, Palmiro Togliatti, Luigi Longo, Aldo Lampredi e Pietro Belini Delle Stelle, giustiziando i responsabili della disfatta, hanno compiuto una azione di guerra. L'inchiesta sui fatti di cui furono- protagonisti Ferruccio Parri e gli altri esponenti della Resistenza costituisce lo strascico di una azione civile promossa dalla famiglia Petacci. I congiunti di Cip-retta e Marcello, sostenendo che l'ordine firmato dà Longo per il pel, da Pettini per il psiup, da Achille Marazza per la de, di uccidere Mussolini e gli altri fosse da considerarsi illegìttimo — perché ispirato a motivi dì vendetta personale — avevano chiesto alla magistratura un risarcimento di danni a carico del convenuti, nella misura di 280 milioni di lire in riferimento alla < arbitraria > esecuzione di Clara e di Mar cello Petacci. Nell'istanza i Petacci avevano indicato in Palmiro Togliatti, in Luigi Longo, comandante delle Brigate Garibaldi, in Ferruccio Parri allora presidente del Comitato di liberazione nazionale, i mandanti del delitto ed in Walter Audisio, Aldo Lampredi, vice co mandante delle Brigate Par tigìane di Milano, e Pietro Bellini Delle Stelle, comandante della 52* Brigata Garibaldi che operava a Dongo, gli esecutori materiali. Nel corso del giudizio, il magistrato civile, rilevando nei fatti esposti dai -familiari dell'amante di Mussolini, possibili elementi per. un'accusa di omicidio plurimo; trasmise gli atti alla procura della Repubblica' di Como. L'intero fascicolo, però, data la particolare e delicata inchiesta da svolgere, fu avocato dalla sezione istruttoria presso la Corte di Appello di Milano che per cinque anni ha condotto l'indagine. Ora questa è praticamente conclusa. •- i i-i —

Luoghi citati: Como, Dongo, Milano