Il turbinoso passato della bella giovane uccisa

Il turbinoso passato della bella giovane uccisa Il turbinoso passato della bella giovane uccisa Nel '55 abbandonò uno dei fidanzati, fuggendo con i regali di nozze - Due tentativi di suicidio Breve flirt con un operaio della Michelin di Torino (Dal nostro corrispondente) Vicenza, 28 marzo. Per 1 vicentini, Maria Maglia divenne un personaggio nel novembre del '55 per un episodio che destò un certo clamore: aveva piantato in asso alla stazione il fidanzato venuto da Brindisi per sposarla. Sali su un tassì con una valigia contenente 1 regali di nozze e scomparve. Pochi giorni dopo si fece viva alla redazione di un quotidiano locale per narrare la propria storia: aveva 19 anni; era fuggita di casa quattro anni prima, il suo nome era comparso sul giornali di Roma per due tentativi di suicidio. Scappata di casa dopo la morte di un giovane di 19 anni, del quale si era innamorata e che era deceduto per scompenso cardiaco, a Padova, qualche tempo dopo, conobbe uno studente fiorentino al quale si fidanzò; delusa, andò a Roma trovando lavoro come domestica presso la famiglia Coppini. Per una nuova delusione amorosa, compi il primo tentativo di porre fine ai suol giorni, lanciandosi nel Tevere da ponte Cavour. La salvarono. Fu ta questa occasione che la polizia la rimpatriò con foglio di via. Qualche giorno dopo, fu ritrovata a Villa Borghese: aveva nella borsetta una bustina di polvere topicida acquistata poco prima in una farmacia, con le ultime 30 lire. Fu ricondotta nel Veneto presso la sua famiglia, ma in capo a otto giorni fuggì nuovamente. Andò a Lecce presso un'amica che aveva conosciuta a Roma, e che in quell'epoca era detenuta. Si trasferì a Brindisi, dove conobbe il ventiquattrenne Luigi Strambacci. SI fidanzò. Successivamente fuggi a Torino con un altro, certo D'Amore, operalo presso gli stabilimenti Michelin. A Torino venne prelevata dallo Strambacci che la voleva condurre a Marostica per sposarla. Durante il viaggio, alla stazione di Vicenza, compì la clamorosa fuga con 1 doni di nozze. Questo il racconto fatto alla redazione del giornale. : Due mesi dopo il nome di Maria Maglia ritornò sulle cronache. Lavorava a Bassano. Una sera, ai primi del dicembre 1955, perse l'ultimo pulì man per Marostica; accettò un passaggio da uno scuterista, ma questi, lungo la strada, la rapinò e l'aggredì. Il responsabile, Antonio Marcon, allora ventiquattrenne, da Bassano venne giudicato dalla Corte d'Assise di Vicenza il 20 ottobre 1956 e fu condannato per rapina e violenza a 2 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione. I giudici gli riconobbero l'attenuante del vizio parziale di mente e a lui Maria Maglia ha sempre attribuito la paternità del piccolo Antonio Raffaello, natole tre anni or sono e residente con 1 nonni materni in via Rubbi 24 a Marostica. Dopo questo episodio, Maria Maglia venne a Vicenza, dove condusse vita sregolata frequentando compagnie equivoche. Fu coinvolta In un paio di scandali e subì vari processi. Un procedimento penale era tuttora pendente presso il Tribunale vicentino. Nel pomeriggio di oggi a Marostica nessuno ancora sapeva della tragica morte della sventurata ragazza. Il padre lavora in Svizzera come muratore. Nell'apprendere la no tizia, la madre, che conta 51 anni e vive con altri sei figli e con il piccolo di Maria, ha detto: «Questa ragazza mi ha portato alla soglia del manicomio, era tornata a casa due mesi fa, non mandava un soldo per il suo figlioletto ». b. e.

Persone citate: Antonio Marcon, Antonio Raffaello, Coppini, D'amore, Maria Maglia