Frondizi sconfitto da una valanga di schede bianche

Frondizi sconfitto da una valanga di schede bianche Frondizi sconfitto da una valanga di schede bianche Le astensioni dei peronisti e dei comunisti superano i voti del partito del Presidente nelle elezioni argentine Le elezioni per il rinnovo parziale della Camera argentina (che avviene ogni due anni per metà dei suoi membri) hanno segnato una sconfitta del presidente Frondizi, più grave dì quanto non fosse generalmente ammesso nelle previsioni della vigilia; la « Unione civica radicale intransigente », infatti, è arrivata appena terza, dopo la « Unione civica radicale popolare >, il maggiore partito d'opposizione, e la massa delle schede bianche, rovesciate nelle urne dai peronisti e dai comunisti. Il verdetto popolare, però, ha solo ridotto l'ampia maggioranza di seggi che i radicali intransigenti detenevano nella precedente Camera; non poteva riuscire a capovolgerla in minoranza, a me i di un tracolio totale dei seguaci di Frondizi, per diversi motivi: la permanenza in carica di un granN numero di radicali intransigenti nella metà non rinnovata della Camera, l'ovvia nullità delle schede bianche quanto a ripartizione dei seggi, la riserva di un terzo dei seggi in palio al partito risultato m minoranzaFino ad un certo punto l'esito di queste elezioni si deve considerare fisiologico, nel senso che normalmente un partito al potere è soggetto a perdere dei voti, specie se fruiva di una maggioranza troppo grande. Nel caso spe¬ ri, tentativi di insurrezione militare, crisi governative, che hanno rudemente scosso il prestigio di Frondizi, senza piegarlo tuttavia ad abbandonare il suo coraggioso e impari combattimento per la salvezza della democrazia in Argentina. Per superare l'ultima, gravissima crisi del giugno scorso, Frondizi ha dovuto però cedere sul punto capitale dell'indirizzo economico, affidando la direzione del piano di stabilizzazione, da poco varato, ad un uomo dichiaratamente di destra, Alsogaray. Ministro dell'Economia e anche del Lavoro, praticamente con pieni poteri, questi ha cominciato un esperimento di « austerità >, come unica via per salvare l'economia argentina dal collasso: ed i primi risultati già si fanno sentire, tanto positivamente quanto negativamente. Positiva sul piano strettamente economico, dove c'era veramente bisogno di un rimedio di estrema energia, la gestione di Alsogaray risulta invece negativa sul piano sociale, perché le sue spese non possono che essere pagate dalle masse popolari, le quali vedono duramente compresso il proprio potere d'acquisto. Da ciò il permanere del malcontento, che si dirige egualmente contro Alsogaray • contro Frondizi, rite¬ cifico dell'Argentina, poi, sono note le drammatiche vicende del primo blennio del governo Frondizi, subentrato a dieci anni di dittatura peronista e a venti mesi di regime provvisorio del generale Aramburu; lunghi anni nel quali l'economìa argentina è stata condotta sino all'orlo della catastrofe, mentre il popolo veniva talmente diseducato dalla demagogia peronìsta da non sapere più commisurare le sue giuste esigenze con le effettive capacità del paese. E' quasi un miracolo se Frondizi è riuscito a mantenere a galla la navicella della democrazia, sballottata fra le più diverse opposizioni: dei peronisti, in combutta con i comunisti sui temi della demagogia sociale e del nazionalismo; dei militari, avversi al peronismo, ma in genere anch'essi nazionalisti e per di più divisi fra di loro da profondi contrasti personali; dei ceti conservatori, preoccupati insieme di difendere le proprie posizioni e di porre rimedio al caos economico; delle masse popolari, infine, che non vedevano mantenute le promesse elettorali troppo facilmente fatte da Frondizi pur di accaparrarsene i voti. Da quando il presidente è entrato nella Casa Rosada, il primo maggio del '58, è stato quindi un susseguirsi continuo di disordini, sciope¬ nuto responsabile di avere abbandonato il dirigismo iniziale per il liberismo del suo ministro e quindi dì avere tradito il tacito accordo con i propri elettori. Su questo diffuso stato di disagio hanno fatto leva, nelle attuali elezioni, sia i peronisti che i comunisti, ricorrendo ancora una volta alla tattica della scheda in bianco, dato che ufficialmente i due partiti sono vietati; sia i radicali popolari, i < fratelli nemici» dei radicali intransigenti di Frondizi, che hanno cercato dì fare concorrenza in bpregiudicatezza demagogica ai peronisti, pur rappresentando in teoria posizioni moderate. Il calcolo delle opposizioni, come si è visto, è riuscito a infliggere un grave scacco a Frondizi; ma — e qui sta l'aspetto patologico della situazione argentina — a prezzo di aumentare ancora di più la confusione. Una forte maggioranza degli argentini, insomma, si è pronunciata contro Frondizi, ma non per questa o quella alternativa politica ed economica; è un bene, pertanto, che Frondizi conservi la maggioranza parlamentare e possa continuare la sua difficile battaglia, anche a costo di sacrificare i suoi ideali, come ha fatto affidandosi ad Alsogaray. f.

Persone citate: Aramburu, Rosada

Luoghi citati: Alsogaray, Argentina, Frondizi