Occorre una pronto decisione per la nuova legge nucleare
Occorre una pronto decisione per la nuova legge nucleare Mm'Italia gii ironie ai ggoftlerai atomici 1 ■ i Occorre una pronto decisione per la nuova legge nucleare Il prof. Ippolito, segretario del Comitato nazionale, ha ribadito l'urgenza di una scelta: o limitare al massimo i compiti dello Stato, o nazionalizzare l'intero settore - Difficoltà per il coordinamento europeo (Nostra servizio particolare) Roma, 23 marzo. La necessità d'una rapida decisione circa la legge nucleare, in cantiere oramai da molti anni, è stata ribadita stasera dal prof. Felice Ippolito, segretario generale del Comitato nazionale per le ricerche nucleari. Presentando un suo nuovo libro (< L'Italia e l'energia nucleare >), Ippolito ha detto che il Parlamento dovrà decidersi a compiere una scelta, visto che si tratta di una legge anche politica e non meramente tecnica. « SI scelga di limitare al minimo indispensabile 1 compiti dello Stato in questo settore o si scelga la nazionalizzazione di questa fonte, d'energia; ma ci si decida a fare una scelta, senza continuare a rinviare da un ministero all'altro 1 molti progetti legislativi su questo problema > — ha detto Ippolito, precisando di essere personalmente favorevole a una nazionalizzazione integrale. Ippolito ha poi ricordato che fra meno di 15 anni l'energia nucleare potrà esser prodotta a prezzi competitivi e rappresenterà la base per una politica di grande sviluppo economico. Occorre quindi che il Parlamento si decida ad avere idee chiare; e nello stesso tempo è indispensabile che i Paesi della « piccola Europa» (o, possibilmente, tutti i Paesi europei) abbiano una visione comune sui problemi generali dell'energia, arrivando a una politica non di dirigismo ma di persuasione, ansile per quanto riguarda i programmi di investimenti a lunga scadenza nelle miniere di carbone e nel settore dell'energia elettronucleare. Va però riconosciuto — ha aggiunto il segretario del comitato nucleare — che, pur senza disporre ancora degli adeguati strumenti legislativi, l'Italia è riuscita ad adeguarsi pienamente allo sforzo degli altri paesi e deve considerarsi, nell'Europa a sei, seconda soltanto alla Francia nell'impegno per la produzione elettronucleare. E va anche detto che 1 tre quinti dei 500 megawatt nucleari, di cui si prevede la produzione entro il 1963, saranno a carico totale dello Stato. La produzione elettronucleare sovvenzionata dallo Stato dovrebbe costituire l'elemento campione sul quale modellarsi l'industria privata, non rifuggendo da quell'impegno di capitali che potrebbe conservarle le sue attuali posizioni di privilegio. Per rivedere il bilancio energetico europeo sono possibili tra soluzioni. Si potrebbe, innanzitutto, considerare il problema dello sviluppo nucleare nell'ambito di una politica economica comune, realizzata da un unico organismo comunitario. Sarebbe la soluzione migliore; ma pone oggi problemi politici che forse non è opportuno sollevare. In secondo luogo si potrebbe pensare a un maggiore coordinamento delle politiche energetiche dei paesi membri attraverso la creazione di organi inter-esecutivi. In pratica, si tratterebbe dì assicurare un coordinamento delle politiche energetiche attraverso un comitato, in cui fossero rappresentati permanentemente gli esecutivi delle tre comunità (Cee, Ceea, Ceca), Questa seconda soluzione potrebbe comportare anche un allargamento statutario dell'Euratom: vale a dire che, oltre che compiti di stimolo e propulsione, potrebbero essere riconosciuti alla Commissione, dal consenso degli Stati membri, compiti di coordinamento ed eventualmente addirittura imprenditoriali nel campo della produzione di energia elettronucleare. Ma un tale ampliamento degli orizzonti dell'Euratom comporterebbe una nuova fase di negoziazione, satura di rischi, perché si farebbero valere gli |interessi costituiti delle socie- tà elettrocommerclall. Una terza soluzione potrebbe, infine, essere quella della creazione di una vera e propria comunità energetica, che comprendesse non solo le competenze ora previste dalla Ceca e dall'Euratom (cioè il carbone e l'energia atomica), ma anche le altre fonti energetiche Tuttavia, questa soluzione, — anche se a prima vista potrebbe sembrare seducente, incontra almeno due ostacoli fondamentali. Vi è da tenere presente l'enorme difficoltà politica che comporterebbe qualsiasi revisione dei trattati, che dovrebbe essere per di più accompagnata dalla creazione di una nuova comunità supernazionale comprendente settori quali il petrolio e il gas naturale. Ippolito ha concluso dicendo che è interesse di tutti che il coordinamento in campo energetico avvenga quanto primae nel modo più integrale e. a.
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