Uno sbaglio di percorso e una strana fuga movimentano la tappa vinta da Nencini

Uno sbaglio di percorso e una strana fuga movimentano la tappa vinta da Nencini Nella Genova-Roma successo di un toscano a Firenze Uno sbaglio di percorso e una strana fuga movimentano la tappa vinta da Nencini Pittoresca contusione a Prato, dove i ciclisti giungono da una direzione inattesa - Poco dopo, in una strada divisa da una siepe, Nencini si porta di tianco al plotone e nascosto dai cespugli effettua l'allungo decisivo - Desmet conserva il primato in classifica (Dai nostro inviato speciale) Firenze, 23 mar; o. Nencini ha tagliato il traguardo di Firenze con un netto vantaggio sugli avversari, ma non sufficiente per annullare del tutto il ritardo di un minuto primo e quattro secondi che stamattina, partendo da Reggio Emilia per la terza tappa, aveva rispetto a quelli che lo precedevano nella graduatoria. Accreditato di un tempo inferiore di SS secondi su Graczyk e Battistini arrivati rispettivamente secondo e terzo, e di ss secondi sul gruppone di cui facevano parte, insieme alla maglia rossogialla Desmet, anche Mahé e Sìmpson, secondo e terzo classificati, oltre alla soddisfazione di avere vinto la tappa, egli ha chiuso la giornata insediandosi al quarto posto della graduatoria. Che da stasera, in attesa di partire domattina per Perugia e la tappa intermedia di Poggibonsi, se vede ancor primo il belga con 4" di vantaggio su Mahé e Simpson, trova anche il toscano a soli 9" da lui. Quattro corridori aggruppati in cosi breve intervallo: ecco la situazione che promette, per le due giornate che mancano all'arrivo a Roma, più di una emozione. In attesa di viverle, oggi intanto si è passato dalla noia e dalla delusione lungo i primi cinque sesti della tappa a un finale arroventato da due episodi che per più di un'ora hanno tenuto sospeso l'animo di quanti facevano parte della carovana, e che sono: 1) uno sbaglio di strada all'uscita di Pistoia die ha causato una gran confusione nella corsa durante la successiva traversata di Prato, tanto che il gruppo dei corridori, che contava una novantina d'uomini, si sparpagliava in varie direzioni alla ricerca della s*r--rla hno-a: Si la funa di 'IT •-e'-' e a"'usc'*t d" Prn1'■ — q'Tors r'comior'o alla bell'e mc.mio e si preparava a percorrere gli ultimi chilometri verso Fireme — tutti sorprendeva con uro scatto mirabile per potenza e per furberia, che in breve gli faceva guadagnare un centinaio di metri. Quel breve vantaggio egli lo aumentava man mano proseguiva nella sua corsa solitaria verso il traguardo, tanto che ad un controllo da me fatto a sei chilometri da Firenze la lancetta del cronometro s'era fermata sull'I e 25". Era fatta! Non soltanto egli stava per vincere la tappa, ma già in quel momento il posto di primo in classifica era suo, Desmet era ricacciato indietro e lo erano ancor di più il francese e l'inglese. Se non che, in quegli ultimi chilometri la s'tunzione ■ subì un cambiamento: sia perché la marcia di Nencini si fosse rallentata, o perché il gruppone che l'inseguiva avesse aumentato l'andatura — il suo vantaggio di- I. gruppo s1 era miniti di quei SO secondi sufficienti a fargli sfuggire il primato che un momento prima pareva fosse stato suo. Mentre lo precedevamo nella vertiginosa corsa verso te ampie piazze e i larghi viali di Firenze affollati di curiosi, pensavamo che quell'infuocato finale giustamente riscattava le precedenti ore di corsa. Si era venuti fin là seguendo due soli episodi privi perfino del pregio di avere a protagonisti corridori d'una certa levatura. Il primo, una fuga a due di Catalano e Co>vr:.ur, durata quasi cento ch'lomeiri dalla partenza fino a Vergato, era condotta poi senza troppo impegno. Il secondo episodio, anch'esso del tutto inconcludente ai fini della corsa, è stato il « l'ia libera > lasciato prima a Massocco, indi a Ghìti, di allontanarsi, dal gruppone appena iniziata la salita al Passo della Porretta. Su al culmine — 932 m. d'altitudine, km. 142 dalla partenza — l'alessandririó passava primo, séguito- a l'I" dal pratese e a l'4B" da Carlesi, Simpson, Nencini, Pambianco, Desmet, eccetera, tutti in fila a pochi metri l'uno dall'altro. Terminata la lunga discesa, il vantaggio dei due fuggitivi scemò di tanto che all'entrata di Pistoia (km. 160) il gruppo se li vide a poche centinaia di metri davanti, e li ingoiò. E fu a quel punto che cominciò imprevista e movimentata la fase finale: lo sbaglio di strada che, mancando il prescritto cartello segnalatore, dirottò i corridori dalla prevista direzione per Poggio a Caiano ad un'altra, per cui essi giunsero a Prato da una parte do ve non erano attesi; la con seguente confusione nella tra versata della città in un in descrivibile groviglio di automobili ufficiali e private, che si frammischiavano al traffico normale, ed i corridori che non sapevano come uscire da quel bailamme. Comunque dopo qualche minuto di smarrimento un certo ordine potè ristabilirsi e alla spicciolata i corridori si diressero all'uscita della città, verso Firenze. E' a questo punto che Nencini sferrò il suo attacco. Secondo le dichiarazioni da lui stesso inoltrate all'arrivo ed a qualche testimone, egli era nelle posizioni retrostanti allorché il gruppo si trovò di fronte alla larga strada che porta a Firenze che è divisa da un'alta siepe fungente da spartitraffico. Mentre il grosso infilava la parte destra, Nencini si buttava sulla sinistra, si abbassava sul manubrio per non farsi scorgere dagli avversari — e partirà in volata. Quando ci si accorse ch'egli era già cinquanta metri avanti a tutti e proseguiva velocissimo comparendo e scomparendo fra le motoci¬ clette, si tentò l'inseguimento — ma ormai Nencini era scatenato, e una volta ritornato sulla strada unica, proseguiva con tanta potenza e risolutezza che non venne più rag"hinto Appena dopo gli arrivi successivi, dai corridori battuti si levarono le prime proteste contro il vincitore e il più irritato appariva H direttore sportivo della marca cu'- appartengono Mahé e Simpson, signor Louviot; anche dirigenti di altre l'quipcs e qualche giornalista francese asserivano di aver visto Nencini nella svia d'una motocicletta all'inizio della fuga. I protestatari annunciarono la presentanone di un reclamo nella debita forvia, ma al momento di farlo vi desistettero Poco più tardi, la giuria ha diramato un comunicato annunciente che. tanto a Nencini che al tedesco Geldermann veniva inflitta la multa di Z000 lire per < scia dietro a un automezzo >. La tempesta, come si vede, era finita in un bicchier d'acqua Vittorio Varale Nencini in piena azione durante la vittoriosa fuga verso il traguardo di Firenze (Tel