Gli uomini della «mafia» si proclamano innocenti

Gli uomini della «mafia» si proclamano innocenti L'interrogatorio degli imputati al processo per il sindacalista assassinato Gli uomini della «mafia» si proclamano innocenti Nella riunione la sera prima del delitto avrebbero discusso solo questioni di lavoro S. Maria Capua V., 21 marzo. In Corte d'assise e ripreso il processo per l'uccisione del sindacalista socialista Salvatore Carnevale, soppresso dalla < mafia » a colpi di lupara la mattina del 16 maggio 1955 a Sciara, in Sicilia. Sono stati interrogati due dei quattro imputp.ti, Giorgio Panzeca e Luigi Tardibuono. Il Panzeca, presunto mandante del delitto, ha respinto ogni accusa, sostenendo dì non avere avuto alcun motivo di desiderare la morte del Carnevale. Ha ricordato di avere partecipato alla riunione che si svolse sul fondo della princi pessa Notarbartolo il giorno precedente il delitto: avrebbe avuto in tale occasione- l'incarico di recarsi alla cava di Sciara, appartenente alla nobildonna, per controllare il numero dei camion che arrivano carichi di pietre. Com'è noto, il cadavere della vittima fu trovato sul sentiero che porta a questa cava. Il Panzeca partì dalla sua ahi tazione alle 4 del mattino a dorso di mulo; strada facendo non notò nulla di anormale. A proposito dei rapporti che intercorrevano fra luì e l'amministratore della principessa Notarbartolo, avv. Marsala, il Panzeca ha affermato che egli lo incontrava quasi quotidianamente, il che avveniva -anche per gli altri imputati. Fu lo avv. Marsala ad ordinargli di recarsi alla cava la mattina del 16 maggio, senza spiegargli i motivi del controllo. A proposito delle riunioni che avvenivano nel « baglio » della principessa l'imputato-ha precisato che in tali riunioni, frequenti soprattutto nel periodo del raccolto, si discutevano problemi inerenti al lavoro. Nella seconda parte dell'udienza è stato chiamato a deporre Luigi Tardibuono, coniu gato con prole, incensurato, al quale si attribuisce l'esecuzione materiale del delitto. Egli ha riferito che la mattina del 16 maggio usci di casa alle 6,15 diretto ad un proprio fondo, alle porte del paese, in località Granata, dove si trattenne per circa 10 minuti per controllare il lavoro dei mezzadri intenti alla raccolta dei carciofi. Nei pressi della cap¬ pella a S. Giuseppe incontrò il Carnevale che era a piedi, accompagnato da un certo Sabatino il quale inforcava una bicicletta. I due procedevano in direzione opposta alla sua discutendo fra loro. Egli li salutò. II Tardibuono ha poi affermato di non aver avuto particolari rapporti con il Carnevale e con la madre di questi Francesca Serio Precisa che fra il 1950 e il 1951, acquistò alcuni lotti di terreno di proprietà Notarbartolo per complessivi inque ettari vendendo, però, il proprio uliveto di Termini Imerese Rispondendo all'avv. De Marsico, proprio difensore, l'imputato ha risposto di non ricordare se il Carnevale *ra a Sciara durante la scorporaz-cie delle terre. Il dibattito riprenderà domani alle 10,30 con l'interrogazione degli altri due imputati, Antonio Mangiafrida e Giovanni Di Bella. limili I quattro imputati nella gabbia delle Assise di 8. Maria Oapua Vetere. Da sinistra, Giorgio Panzeca, Antonio Mangiafridda, Giovanni Di Bella e Luigi Tardibuono (Tel.)

Luoghi citati: Sciara, Sicilia, Termini Imerese