Il francese René Privat vince per distacco la Milano - Sanremo Gli italiani sconfitti: il migliore, Fantini, giunge quattordicesimo

Il francese René Privat vince per distacco la Milano - Sanremo Gli italiani sconfitti: il migliore, Fantini, giunge quattordicesimo Emozionante corsa ciclistica conclusa alla media- record di chilometri 4-2,640 Il francese René Privat vince per distacco la Milano - Sanremo Gli italiani sconfitti: il migliore, Fantini, giunge quattordicesimo Tre episodi decisivi sulla salita del Poggio, a poca distanza dal traguardo - Il vincitore fugge - Crollano Nencini e Pambianco, che erano stati per quasi tutta la gara all'avanguardia - Graczyk, un altro francese, si porta a ridosso di Privat, ma una caduta gli impedisce di completare l'inseguimento - Sul Turchino era passato in testa l'inglese Simpson (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 19 marzo. La cinquantunesima MilanoSanremo ha mantenuto le promesse della vigilia: bella combattività elei corridori da un capo all'altro del percorso, decisione della gara sulla salita del Poggio sì da evitare l'arrivo in gruppo con la naturale e indiscutibile affermazione del più forte, estrema velocità raggiunta — con il crollo del precedente record, ora portato alla straordinaria media di 42 km. e 640 orari. A fallire è stato principalmente il pronostico — ohe dava con sicumera come vincitore o Van Looy oppure Poblet. Invece, né il belga né lo spagnolo hanno compiuto alcunché di eccezionale: e mentre Van Looy non si è neppure impegnato per precedere il suo gruppo nella volata valevole per il quarto pósto, Poblet, è finito confuso nel gruppo stesso, addirittura fra i pari merito. Altra previsione — sebbene avanzata con legittima cautela dagli ottimisti per natura, andata in fumo è quella d'un successo italiano. Anche stavolta i nostri corridori hanno fatto una magra figura — ove se ne eccettuino Nencini e Pambianco che sono bravamente rimasti all'avanguardia della corsa fino al¬ l'ostacolo finale, ma giusto sul Poggio hanno dovuto cedere, anch'essi terminando nel gruppo dei battuti. La sconfitta italiana appare particolarmente grave, giacché per trovare il nome di uno dei nostri bisogna scorrere l'ordine d'arrivo fino al quattordicesimo — che è Fantini. Chi è il vincitore, schizzato in avanti appunto sull'ultima salita — al piede della quale era giunto con altri quattro: i già nominati Nencini e Pambianco, più il belga Molenaers e l'inglese Simpson t E' il francese René Privat — nome non nuovo nelle cronache della « Sanremo * giacché fu proprio lui, due anni addietro, l'ultimo superstite d'una spietata fuga scattata quasi in partenza per merito di una dozzina di animosi, che fino in vista di Sanremo seppe resistere alla caccia datagli dal gruppone inseguitore. Privat venne raggiunto a quattro chilometri dal traguardo, e della sua sfortunata impresa n,.n rimase che un labile ricordo — sommerso dallo spettacolo di una volatona di cinquanta corridori, con Poblet vincitore. Poiché anche nello sport talvolta la giustizia riesce col trionfare, oggi il francese ha potuto svolgere la sua corsa ed imporla nel più rego- lare dei modi, concludendola con un piccolo capolavoro di audacia, di resistenza, di volontà. Ha staccato sul Poggio i suoi compagni di fuga che con lui erano usciti dal grosso poco prima di Novi Ligure; e giunto sul culmine con un breve vantaggio, ha saputo difenderlo fino al traguardo — invano incalzato dal suo connazionale Qraczyk. Vittoria meritata, che non fa una grinza, che premia un atleta non nuovo ai successi — sebbene in Italia, salvo per la bella < Sanremo » già accennata, non sia molto conosciuto né apprezzato. Privat ha 27 anni, è padre di due bambini Fedele compagno più ohe gregario, di Louison Bobet, Privat non è nuovo alle vittorie in prove classiche: oltre che Maglia Gialla temporanea in un Tour, nel suo carniere reca una Genova-Nizza, un Criterium Nazionale, un G. P. Ockers davanti ai migliori campioni francesi e belgi. Appartiene alla scuola dei « battants », cioè degli attaccanti per natura, alla ricerca di un successo di forza dal momento che sanno di essere « chiusi » in velocità. E oggi egli ha appunto vinto a questa maniera, venendo fuori al momento decisivo — dopo che per quasi duecento chilometri aveva fatto la sua parte nella lunga fuga da cui è scaturita la decisione finale. Le cose erano cominciate presto, quando appena si era lasciata Milano — dove al momento di dare il segnale della partenza, la carovana era stata invitata ad un minuto di raccoglimento in ricordo di tre recenti scomparsi: i campioni Fausto Coppi e Gerard Saint e Armando Cougnet, che della Milano-Sanremo era stato uno dei promotori. A Binasco, quando appena dieci chilometri erano stati percorsi, già tre corridori erano in fuga, nettamente avvantaggiati sul grosso. Erano gl'italiani Maule e Brenioli, e il belga Vloberghs, i quali procedevano a tale velocità e con tanto impegno, che al passaggio da Costeggio avevano già guadagnati un paio di minuti ed ancor più a Voghera — dove i primi sessanta chilometri risultavano coperti alla media di oltre 44 all'ora. A due riprese, dal grosso, però, uscirono degli impazienti — ai quali evidentemente non garbava che l'avanguardia si allontanasse senza di essi. A raggiungerla furono dapprima Salviato, Minieri, Pellegrini, Fontana e Pizzali (e ciò avvenne all'ottantacinquesimo chilometro, poco oltre Tortona); poi una dozzina di corridori, di cui ecco i nomi: gl'italiani Tomasin, Bruni, Tamagni, Liviero; Pambianco e Baffi, e gli stranieri Privat, Foré, Otano, Molenaers, Simpson e Cazala. L'apparizione all'avanguardia del secondo scaglione — che ne portava a venti gli effettivi —, avvenne a Capriata d'Orba, al 107' chilometro. In quel momento, il gruppo era a poco più di un minuto, saliti a due ad Ovada, a tre a Rossiglione — tanto i fuggitivi andavano svelti, scambiandosi al comando d'amore e d'accordo. Ciò non bastò, evidentemente, all'inglese Simpson, che appena fuori l'abitato scattò di sorpresa — iniziando da solo la scalata al Passo del Turchino Sul al culmine — come sempre affollato di curiosi — 41 primo a transitare è appunto l'inglese che pedala con tanto slancio e tanta efficacia da guadagnare quasi due minuti ai suoi ex compagni dell'avanguardia. Questi sono capeggiati da Pambianco, lo segue Fontana (che forerà in discesa), poi Bruni, poi gli altri in fila. Il ritardo del grosso è ancora salito: i cronometri segnano 4' e £0". E' a questo punto, mentre separati da pari intervalli i corridori si gettano nella lunga e tortuosa discesa su Voltri (le curve superano il centinaio in poco più di dieci chilometri), che esplode la seconda fase della corsa — quella che, animata dalla controffensiva di Nencini, durerà fino in prossimità del traguardo con una continuità ammirevole, seppur sfortunata. Trascinandosi dietro Carlesi, il toscano si butta all'inseguimento sfidando la caduta ad ogni curva. Ma la sua, ma la loro abi- lità è tale, che senza incidenti riescono ad aw.cfnars. alla avanguardia da cui a Voltri (dopo .155 chilometri di corsa) hanno dimezzato il ritardo — riducendolo a poco più di due minuti, mentre il grosso è a tre e rotti. Che bello è stato vedere Nencini e Carlesi impegnati nell'inseguimento dal momento che si entra sulla via Aurelio, e la corsa passa fra due ali quasi continue di spettatori, richiamati anche dal tepore della giornata. Progressivamente i due toscani s'avuicinano alla pattuglia che non aveva smesso di correr dietro all'inglese; le si agganciano entrando a Cogoleto, e subito ne prendono il comando — mantenendo l'andatura sempre sostenutissima. Cosicché a Varazze (dopo la salita ai Piani d'Invrea) il ricongiungimento è bell'e fatto — e in testa alla corsa si trovano in venti, con un minuto di vantaggio sul e mezzo gruppo. A Savona, dov'era posto il rifornimento, sembrò che i fuggitivi avessero causa perduta: gl'inseguitori si erano portati ad w,% minuto' giusto. Da un momento all'altro il ricongiungimento pareva imminente — come tante altre volte, nelle « Sanremo > precedenti, proprio in questa zona erano naufragate tante offensive. Se ne accorgono Nencini e Pambianco, e ci danno sotto per salvare la situazione. Anzi, sembra che se ne vogliano andar via da soli; ma ci ripensano, e desistono. Cosi, dopo aver perduto Tomasin per foratura, sono ancora diciannove, quando, come un uragano di macchine e di frastuono, la corsa attraversa Spotorno. Centonovantasette chilometri risultano percorsi, ancora novanta rimangono da coprire — e fra', essi si ergono i quattro temuti l : i n — e e r o, r a, a o a', ostacoli: i tre tradizionali Capti Mele, Cervo e Berta, e la nuova] salita del Poggio. Là fatica, intanto, compie la sua spietata selezione in questa pattuglia di « desperados » che non si dà-un attimo di respiro. A Varigotti essi sono rimasti in dodici: sei italiani (Nencini, Pambianco, Baffi, Bruni, Liviero e Carlesi) e sei stranieri (Privat, Forè, Simpson, Otano, Cazala e Molenaers). Degli otto inseguitori della fuga mattutina non è rimasto nessuno; ma questi proseguono con tutte le intenzioni di tenere fino in fondo. Vi riusciranno f La risposta, più che da un loro cedimento, si aspetta dagl'inseguitori. Che vi ai provano. Dapprima è Derijcke che compie un tentativo entrando in Albenga. Ma come nessuno sembra disposto ad aiutare il belga, una volta che la testa del gruppone gli ai è i avvicinata, le cose ritornano come prima. Poi, mentre la avanguardia è alle prese con capo Cervo (dove Liviero perde contatto) è sul capo Mele che De Bruyne, subito incalzato da Mahè, dà il segnale della riscossa. Il belga e il fran¬ cese riescono adesso ad allontanarsi dal grosso, ad avvicinarsi ai fuggitivi — che a Diano Marina sono soltanto a un minuto giusto. Fra poco sul Berta, ci sarà la resa dei conti t La lotta si accende all'avanguardia. Privat scatta, Nencini lo insegue e lo raggiunge, ma Bruni, Carlesi e Forò perdono terreno, mentre Pambianco, Simpson, Molenaers, Otano e Cazala resistono bravamente. Su al culmine, dove la telecamera dell'Eurovisione è puntata sitila corsa, Nencini passa primo, con Pambianco a ruota. Mentre i sette discendono su Oneglia e Porto Maurizio, l't operazione De BruyneMahè » viene soffocata. Sì,, il gruppone appare frantumato, a comporlo non sono rimasti che una ventina, — fra cui tutti i migliori, da Poblet a Van Looy, da Venturelli e Desmet, da Graczyk ad Anquetil, da Carlesi a Forrestier —, ma si ha l'impressione che gli sarà ormai impossibile colmare il ritardo prima che la corsa finisca: il Poggio non è che a una decina di chilometri. Eppure, quel fascio di nervi che animano la mag. a figura di Graczyk riescono a compiere quasi un miracolo. La salita è appena incominciata, che egli si allontana dal gruppo, e, da solo, si lancia all'inseguimento dei primi, che hanno perduto Cazala. In quel punto 4S secondi dividevano la pattuglia ancora in fuga dal primo degli inseguitori, che aveva distac cato i rimanenti di un centinaio di metri. La lotta diventa palpitante. Privat scatta, e Nencini rispon de, ritornandogli a ruota. Il francese rinnova l'attacco, al quale il toscano stavolta non può rispondere. Gastone perde terreno, e altrettanto Pambian co e gli altri due. Ecco, intanto, apparire la maglia biancoverde, e il ciuffo biondo spettinato di Graczyk davanti all'automobile della sua marca. Allorché Privat si butta nrlla discesa, l'oriundo polacco ii è portato secondo e lo segue a centocinquanta metri davanti a Molenaers che è terzo. Graczyk guadagna terreno a vista d'occhio; chi c'era lassù assicura che, non avesse preso male la prima curva, compiendo un pauroso ruzzolone e rialzandosi insanguinato, avanti dell'ultimo chilometro avrebbe raggiunto Privat. E nella volata chi sa chi dei due avrebbe vinto — tante volte lo spunto finale di Graczyk ha avuto la meglio. Così Privat riesce a conservare il breve vantaggio fino all'entrata in Sanremo, fino al rettilineo d'arrivo, fin sotto il traguardo. Vittorio Varale Nencini, che è stato con Pambianco brillante e sfortunato protagonista della corsa, conduce sulla salita del Poggio: dopo circa un chilometro sarà staccato. a adi René Privat sventola lità è tale, che senza incidenti berretto in segno di gioia mentre taglia il traguardo della Milano-Sanremo (Telef.) di vantaggio sul e mezzo ostacoli: i tre tradizionali Capti ] come prima. Poi, mentre