Gli uomini e la pietà per gli animali

Gli uomini e la pietà per gli animali Gli uomini e la pietà per gli animali Polemica sempre aperta tra zoofili e filantropi - I più citati: Gesù, San : Francesco, Budda - La morte del porco e il viaggio dei vecchi cavalli al macello - Triste ricordo delle SS - Sagge parole di una pensionata: «Faccia ognuno quello che può, per chi può: il mondo andrà meglio» Con una certa frequenza si sviluppano su « Specchio dei tempi » le polemiche sugli animali. E ogni volta, per una o due lettere che vengono pubblicate, altre cento restano inedite: da un lato gli zoofili, dall'altra i filantropi. Vivisezione, legge sul tiro a volo, cattura dei colombi a Torino, caccia, accalappiacani, torturo inflitte per brutale malvagità, morte del porco, 1 60 gatti prigionieri nel vecchio forte di Genova, e da ultimo l'articolo di Todisco sul viaggio dei cavalli da macello. Difficile trovare nelle nostra città, che si dice fredda e apatica, tanto calore come quando viene in discussione l'argomento degli animali. La polemica può essere riassunta in queste due frasi. La prima dice: € Urge cercare i messi più adatti per diffondere una doverosa sensibilità verso le soffereme degli animali^ in strati sempre più vasti dell'opinione pubblica, al fine di smuovere dal loro letargo chi avrebbe il potere di far cessare ogni abuso e ogni strazio nei confronti delle bestie. Abuso e strazio che bastano a farci vergognare di appartenere al genere umano ». La seconda ribatto : c Perché commuoverai tanto per gli animali quando ci sono bambini che muoiono di stenti, uomini che trascinano la loro vita nella miseria e nell'abiezione? Questi sono i compiti deoni di chiunque non voglia arrossire della specie umana >. Ciascuna delle due fazioni muove a suo vantaggio cielo e terra. I più invocati dagli zoofili sono S. Francesco, che chiamava gli animali fratelli e ammansiva con la carezza il lupo di Gubbio; Cristo che a simbolo della sua Indifesa innocenza scelse l'agnello; Budda che raccomandò ai suoi di risparmiare anche la più piccola vita del creato; non sono dimenticati scienziati moderni, tra 1 quali Murrl. (Da precisare che una certa parte degli zoofili è ve getariana). Non meno decisi sono gli oppo sltorl. Non che difendano la cru deità verso gli animali, la giudicano anzi « segno di degradazione e di viltà ». Semplicemente l'ar gomento viene ritenuto secondario e trascurabile di fronte ai « 9 mila morti di fame al giorno che si contano nel mondo e al cumulo delle sventure che affligge l'urna nità ». Qualcuno grida: c Tanta indignazione (anche da parte di un macellaio) per il viaggio del porci o per la castrazione dei vitelli e nessuna protesta per il negro seviziato, poche per il mendicante linciato, una sola per il ventenne strozzato, per ordine del governo, nella nobile terra spagnola da un filo di ferro stretto alla gola ». Gli zoofili dicono : « L'assuefazione alla violenza, alla crudeltà, allo sfruttamento inumano dei cosiddetti esseri inferiori genera a lungo andare indifferenza, insensibilità, rassegnazione passiva anche davanti ai patimenti dei nostri simili ». Dall'altra parte si ribatte : « Nei campi di eliminazione le SB tenevano sui loro davanzali le gabbie dei canarini e dei merli; nutrivano i loro cani come uomini e li amavano come figli. Questo non impediva loro di assistere ogni giorno, con i fedeli cani accanto, allo sterminio di migliaia di uomini nelle camere a gas ». Dunque l'amore per le bestie non predispone l'animo a sentimenti di dolcezza e di comprensione? Implorano gli zoofili: < Almeno la Chiesa, dove si adora il Padre di tutte le creature, interceda presso i fedeli, contadini in specie, affinché cessi l'atroce sistoma di uccidere il porco come abbiamo letto sul giornale, e per che si vieti il barbaro sistema del la castrazione ». E gli avversari : « I preti bollino lo sviscerato amore di certe persone verso gli animali e la loro colpevole tra scuratezza verso la miseria e la disoccupazione ». Un dialogo tra sordi? La pa rola più gentile, forse la più sensata, l'ha scritta una povera vecchia: c Abito in una stanza buia e umida. Ospito sovente qualche cane e qualche gatto randagio. Per sfamarli basta un tozzo di pa ne, un po' di minestra allungata con acqua. Un sacco ripiegato sot to la stufa serve loro da letto. Potrei fare altrettanto con un uomo affamato, con un bimbo privo di cure? No di certo. Ciascu no, nel suo piccolo, aiuti chi può, come può. Il mondo andrà me glia, io credo ».

Persone citate: Gesù, Todisco

Luoghi citati: Genova, Gubbio, Torino