Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi "Il buio si avvicina, aiutatemi!,, - Anche un suicida può salvare l'anima - Altoparlanti sui campanili - Sogna bistecche la giovane sposa con 48 mila lire mensili - Felicità delle ragazze povere (così scrive quella con ricca dote) ; Una lettrice ci scrive da Milano : « Oggi chi ti scrive è una ragazza, in servizio a Milano da quasi due anni. E ciò che mi spinge a scriverti è la speranza che fra 1 tuoi innumerevoli lettori, ci sia qualcuno che prenda a cuore la storia dei miei poveri occhi, dandomi una buona parola di conforto e forse anche di speranza. « Il mio avvenire sarà, buio : fra due anni sarò cieca. Questo pensiero mi ha reso sempre triste e difficile la vita, ma conoscendo 11 mio destino, ho cercato di rassegnarmi, e di scacciare dal cuore ogni dolce Illusione, ogni progetto per il futuro. Ora che mi mancano due soli anni, mi prende la paura, mi sfugge la rassegnazione e guardando le cose belle che mi circondano, mi dispero al pensiero, che poi non le vedrò più, mi sforzo di non pensarci, cerco di illudermi e in quegli attimi sento nel cuore qualcosa che mi spinge a sperare ancora. < Sono naja 18 anni fa con gli occhi chiusi e li ho aperti, solo dopo tre giorni dalla nascita. II destro era, ed è, storto e cieco. Quando andai a scuola la maestra s'accorse della -miopia dell'unico occhio buono perché non riuscivo a leggere. Avvisò i miei genitori, ma essendo poverissimi, essi non poterono comperarmi gli occhiali. Passarono altri due anni e peggioravo giorno per giorno. La maestra lo scriveva in rosso sui quaderni, e io ricordo bene la frase che allora come ora mi terrorizzò: "Se non farete portare gli occhiali a vostra, figlia diventerà cieca". € I miei mi fecero visitare. Due professori mi scrutarono iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin gli occhi per ore con una lente e con l'altra. Poi uno disse all'altro: " Forse ci vedrà fino a 19 o 20 anni ". « Con gli occhiali ci vedevo e quelle tremende frasi le avevo quasi dimenticate. Ma poi, con il passar degli anni m'accorsi di vederci poco anche con gli occhiali. Non potevo cambiarli, ero sempre povera. A 14 anni l'oculista mi ordinò degli occhiali a 15 diottrie perché più forti non potevano darmeli. LI porto tuttora ma sono tornata a peggiorare e ora non riesco più a cucire, non distinguo più niente a pochi metri di distanza. Il buio si avvicina. Aiutatemi ». Una povera serva Un lettore ci scrive da CWeri: < Alla lettrice che anni fa ha perduto 11 marito in tristissime condizioni (suicidio) sarei contento recassero conforto queste poche considerazioni, che scrivo come sacerdote, osservando che non si tratta di " una pietosa bugia ", ma solo di ciò che realmente penso e credo, ritenendolo vero. < Mi meraviglio che le abbiano detto che Dio non perdona questi casi. E' falso: Dio perdona qualsiasi peccato di cui noi sinceramente ci pentiamo. Togliersi la vita è certo peccato grave; però è da ricordare che 11 peccato grave esiste solo quando, insieme con l'Infrazione alla legge di Dio, c'è pure la perfetta volontarietà, ossia c'è solo quando colui che commette un'azione Immorale sa che il suo atto è cattivo, e nonostante ciò lo compie. « Chi ha sofferto molto nella sua vita può essere che talvolta agisca indebolito dell'amarezza e dal logorio psicologico del lungo patire. Nessuno, all'infuori di Dio, sa con sicurezza con quale coscienza abbia agito un suicida e per questo nessuno ha il diritto di affermare che 11 marito della signora non si sia salvata l'anima, Chi non ha saputo trascinare sino alla fine la propria angosciosa esistenza non è detto che sempre l'abbia fatto con sua grave colpa. « CI sono casi, è vero, in cui il non riconoscere il valore della vita (anche so tormentata da molti dolori), la scarsa fede in Dio e nell'eternità, 11 chiudere abitualmente la bocca e il cuore alla preghiera, la mancanza di senso morale ecc. sono indizi preoccupanti della grave colpevolezza del suicida. Ma II giudizio sicuro è solo di Dio, perché a lui solo sono noti tutti gli elementi per giudicare. Sarebbe poi da aggiungere che, almeno in certe condizioni, il suicida può essersi pentito prima che sopraggiungesse la morte. Se il pentimento ci sia stato di fatto, è noto a Dio solo. < La signora può sperare nella salvezza di suo marito e soprattutto dev'essere sicura dell'inanità dell'affermazione che Dio, questi casi, non perdona ». Padre Ugo Rocco Un lettore ci scrive: < Purtroppo, la mania di trasmettere mediante potenti altoparlanti sistemati sul campanili ■le incomprensibili giaculatorie dei fedeli in chiesa va estendendosi. Questo fatto, unitamente a tanti altri quali: la "malattia della pietra ecclesiastica", la recente affermazione altamente umoristica di una rivista cattolica che la tv italiana è responsabile della disgregazione delle famiglie, dimostra chiaramente che i chierici considerano ogni paese una dipendenza parrocchiale e tutta la Nazione italiana come un vasto Stato del Vaticano. « Ritornando ai campanili, pazienza le campane: è da un pezzo che ci sono. Ma il sistema dei chiassosissimi altoparlanti è molesto e quindi controproducente al massimo grado e riesce persino insopportabile a tanti cattolici praticanti, intelligenti e di buon senso. « Stupisce francamente che le gerarchie cattoliche responsa-' bili siano convinte che statue gigantesche, altoparlanti sul campanili, frequenti processioni possano richiamare all'ovile le pecorelle smarrite. La buona dottrina si divulga da sé per altre vie; Se si vuol riportare alla "vera" fede tanta gente che l'ha smarrita, questi espedienti non servono a nulla, al contrarlo. Non è quindi soltanto In difesa dei sacrosanti diritti di tutti coloro (e son molti) che non vogliono essere frastornati dagli altoparlanti, o veder deturpato un paesaggio, od avere la circolazione ostacolata da processioni, ma anche nello stesso interesse della religione, che bisogna assolutamente porre fine ai metodi lamentati ». A. Ferraris Una lettrioe ci scrive: € Dico a quel povero impiegato che si lamenta per le sue 58 mila mensili: non se la prenda, pensi che in Italia gli aumenti si fanno soltanto per le tasse. < Io sono una giovane sposa, costretta a lasciare 11 lavoro per badare al mio bambino. Ogni giorno non so come arrabattarmi per mettere qualcosa in tavola: 14 mila lire di affitto, in camere che esci tu che passo io, luce, gas, telefono. Vivo con l'assillo che mi suonino il campanello e che ci sia qualche bolletta da pagare. Il bambino incomincia a camminare e già le scarpe non gli vanno più bene. Mio marito commesso in negozio con 12 mila lire settimanali, non una lira di più. < Ma In Italia, caro collega di sventura, hanno altro da fare. Devono pensare alla Madonna del Monte, che sia nove metri o anche più, non di meno per carità. Si deve pensare alle Olimpiadi. E al lutto nazionale: la Lollobrigida che se ne va in Canada! Ha capito bene? Canada! Non resta elle cospargersi il capo di cenere e piangere amare lacrime. Ma a noi poveri diavoli che la Gina se ne vada anche a Calcutta non ce ne importa; abbiamo fastidi più grossi, caro Specchio. Ci credi, vero? Quarantotto, cinquantotto mila lire al mese. Sognamo bistecche alla notte ». Sposa felice e senza soldi Una lettrice ci scrive da Trieste: « Sono carina ma non ho mal avuto prima d'ora occasione di trovarmi un fidanzato. Ho 28 anni, ma in compenso ho un padre a cui 1 quattrini non mancano. Da qualche tempo mi sono innamorata; mio padre è ben felice di ciò e non ha avuto difficoltà ad anticipare parte della dote al mio fidanzato (che non ha esitato un istante ad accettarla) acquistando, a suo nome, un bellissimo e grande negozio in Trieste. « Dovrei essere felice ma non lo sono. Mio padre è stato buono, io sono innamorala, ma non sono convinta che per il mio fidanzato sia la stessa cosa. Lui dice che non vede 11 momento di vivermi insieme, è affettuoso e pieno di premure, ma alle volte lo sento che il suo pensiero è lontano, assente. I quattrini sono una grande comodità ma a me pesano, mi rendono Infelice e mi fanno pensare. Amerà me veramente o la dote? « Desidero che tu dica a tutte le ragazze che non hanno dote e che se ne rammaricano, che quelle che l'hanno il più delle volte rischiano il loro avvenire ed affrontano il matrimonio con il dubbio, pur di non rimaner zitelle. Dillo, alle ragazze povere che non è vero che 1 soli quattrini aggiustano tutto; è vero piuttosto che alle volte guastano lutto. Mi sposerò perché sono innamorata e forse un giorno ti riscriverò, tu hai vita lunga. Per il momento ti dico solo che vorrei essere una ragazza senza dote, sicura d'essere amata per me stessa, questa è la vera ricchezza». Segue la firma

Persone citate: Ferraris, Lollobrigida, Ugo Rocco

Luoghi citati: Calcutta, Canada, Italia, Milano, Trieste