Rievocata la fine del sindacalista ucciso dalla mafia a colpi di lupara

Rievocata la fine del sindacalista ucciso dalla mafia a colpi di lupara Rievocata la fine del sindacalista ucciso dalla mafia a colpi di lupara Analfabeta, aveva imparato a leggere per poter meglio difendere gli interessi dei braccianti i (Dal nostro corrispondente) Caserta, 18 marzo. E' cominciato stamane alle Assise di Santa Maria Capua Vetere il processo per la morte del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso per ordine della mafia. Il dibattito si svolge in questa cittadina e non in Sicilia perché la Corte Suprema decise di farlo tenere in luogo diverso da quello ove accaddero 1 fatti, riscontrando gli estremi della « legittima suspicione». Era presente In aula la madre del sindacalista, Francesca, venuta da Sciara con la sorella Carmela e il fratello Antonio, tutti e due contadini. Il presidente ha riassunto, i fatti. Il Carnevale — un bracciante di 32 anni — fondò una Camera del lavoro ed una sezione del partito socialista a Sciara, provincia di Palermo, dove non era mai esistita prima di allora' una qualsiasi forma di organizzazione che difendesse gl'interessi dei lavoratori. Prima di passare alla azione politica e sindacale il giovane aveva girato a lungo nell'Italia del nord e in quella centrale. La sua prima conquista avvenne-quando, con lo aiuto di alcuni amici, imparò a leggere. La maggior parte dei braccianti e dei mezzadri di Sciara lavora nelle immense tenute della principessa Notarbartolo. La legge che stabilisce le paghe dei braccianti precisa anche la percentuale spettante al mezzadro nella raccolta delle olive. Ma i contratti collettivi di lavoro non venivano applicati. I « soprastanti » lo impedivano, essendo in gioco interessi di centinaia di milioni. Per merito del Carnevale la legge venne finalmente rispettata. Nel '51 durante una occupazione simbolica di terre, in contrada Giardinaccio, Salvatore Carnevale fu fermato e tenuto otto giorni in carcere. In quel periodo la madre del sindacalista venne avvicinata da uno degli attuali imputati: egli le disse di avvisare il Aglio perché lasciasse il partito e la Camera del Lavoro se non voleva passar guai; il secondo e il terzo avvertimento vennero dati direttamente al sindacalista. Salvatore rispose fra l'altro: «Ucciderò me è come uccidere Gesù Cristo ». Il 15 maggio del '53 si doveva tenere a Sciara un grande comizio in cui il giovane sindacalista si proponeva di rivelare i nomi di coloro che lo avevano minacciato, ma un'ordinanza lo vietò. Il 16 all'alba Salvatore Carnevale fu trovato massacrato a colpi di lupara, nella trazzera della contrada < Giardinaccio ». Gli imputati, arrestati dopo lunghe indagini anche grazie alla collaborazione della madre della vittima, sono quattro: Antonino Mangiafridda, Giorgio Panzeca, ritenuti i mandanti, e Gianni Di Bella e Luigi Tardibuono, considerati gli esecutori; un quinto imputato, Giuseppe Clrrà, prosciolto in istruttoria, fu ucciso il 30 agosto 1943 e lanciato in fondo ad un pozzo di Cerda, ove venne trovato il 21 settembre successivo. Il processo è stato rinIviato a lunedì. c. g. Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll ltIlllllllllllllIIIIIMI[IIMlllllMIIIllll!liriMli11M[lll MIMIIIlItltllIMlIlUlllllMJIllMlllllllllllIJIin Francesca Serio, madre dell'ucciso, nell'aula delle Assise. La povera contadina analfabeta collaborò a scoprire autori materiali e mandanti del crimine (Tel.)

Luoghi citati: Caserta, Cerda, Italia, Santa Maria Capua Vetere, Sciara, Sicilia