Una tenda rossa ed i resti dell'aereo avvistati fra la neve sui monti cuneesi

Una tenda rossa ed i resti dell'aereo avvistati fra la neve sui monti cuneesi Il «Noratlas» con sette tedeschi scomparso da martedì Una tenda rossa ed i resti dell'aereo avvistati fra la neve sui monti cuneesi La tenda è a 400 metri dal velivolo - Accanto ad essa tre corpi - Tre militari sopravvissero alla sciagura ed ora giacciono morti oppure paralizzati da congelamento? - Ieri gli elicotteri hanno sorvolato la zona - Stanotte sono partite pattuglie per i soccorsi (Dal nostro inviato speciale) Entracque, 17 marzo. L'aereo militare tedesco di cui da martedì si erano perse le tracce è stato ritrovato a pezzi questa mattina nei pressi del Monte Argenterà. I resti del bimotore ,<Noratlas G. A. 249 » giacciono sotto là cima Pagarl, a quota BS50 metri, e cioè circa cinquecento metri al disotto della vetta, sparpagliati in una gola. Nessun segno di vita sul luogo della catastrofe. Per un lungo tratto non vi sono che rottami. I due motori sono sprofondati nella neve a duecento metri dalla carlinga. A quattrocento metri da essa tre corpi umani sono visibili sulla neve. Poco distante si nota un telone rosso di segnalazione. Le tre salme e il telone fanno supporre che almeno tre, dei sette componenti l'equipaggio, siano sopravvissuti per qualche ora al tremendo urto contro la parete della montagna che disintegrò l'apparecchio, rimanendo poi soccombenti per il freddo e per le ferite. Da martedì si era in ansia sulla sorte di questi sette uomini, da quando la radio di bordo aveva cessato di dare notizie. Il « Noratlas » era partito da Monaco di Baviera alle due della notte di martedì scorso. Nella stessa mattina avrebbe dovuto atterrare all'aeroporto di Torino-Caselle, dov'era atteso alla Fiat-Aviazione per trasportare in Germania parti di aereo e altro materiale. La sua rotta prevedeva il sorvolo delle Alpi per puntare direttamente su Torino, ma le pessime condizioni atmosferiche costrinsero il pi¬ ldrNMaailllll t 11 tll UElllll III! 1111 f 11TI [ 11M 11 111! 1111M ! 1111111 lota a deviare verso la Valle del Rodano. Raggiunto il mar re di Provenza1 si diresse su Nizza per scavalcare le Alpi Marittime facendo rotta su Cuneo e Torino. Un suo messaggio diretto alla torre di controllo dell'aeroporto di Nizza informò alle sei che tutto andava bene, avvertendo che un quarto d'ora dopo sarebbe stato su Albenga e alle sei e mezzo sarebbe at¬ terrato a Torino. La sua velocità di crociera era di quattrocento chilometri l'ora. Da quel momento la radio di bordo non ha più dato segnalazioni. Alle dieci, deboli e indecifrabili segnali furono captati dall'aeroporto di Albenga, che inutilmente tentò im collegamento con il bimotore in difficoltà. L'apparecchio aveva carburante fino alle undici. Il mancato arrivo a Torino aveva già wiesso in allarme. Alle undici e mezzo l'aeroporto di Monaco di Baviera informò che esso era da considerare disperso. Il Centro di soccorso aereo di Linate Inizio immediatamente le ricerche con velivoli da rico? gnizione, integrandole con uni■tà della Marina militare e deiGuardia di Finanza nell'eventualità che il bimotore fosse finito nel mar Ligure. Le ricerche sono continuate ininterrotte anche nella giornata di ieri. Questa mattina un quadrimotore statunitense del Centro di soccorso aereo della base di Tripoli, che a sua volta partecipava alle ricerche, sorvolando le Alpi Marittime ha avvistato i rottami del bimotore tedesco sul gruppo dell'Argenterà. I dati sono stati comunicati al Centro di soccorso aereo francese, che ha mandato sulla località un elicottero. A sua volta un elicottero « Sikorsky » del Centro di soccovio aereo italiano, un grosso apparecchio con quattro uomini d'equipaggio, partiva da Linate per raggiungere il luogo della catastrofe. Nel frattempo a Cuneo venivano organizzate le spedizioni di soccorso. , Il nucleo di soccorso alpino del battaglione Saluzzo è partito per Entracque pronto a proseguire non appena fosse stato localizzato con esattezza il punto della sciagura. L'elicottero, che. dopo la prima ricognizione era atterrato alle 13J0 nel cortile della caserma del 5S° fanteria in frazione San Rocco di Cuneo, rifornitosi di carburante si è poi trasferito a Entracque, dov'era stata stabilita la base delle operazioni. 111111111111111111111111111111111111111111111 ri 11S1111111B I resti del bimotore tedesco, che nelle successive ricognizioni è stato possibile localizzare con esattezza, giacciono in una valletta angusta come una gola su un costone della cima Pagarì. Non si sa come sia accaduta la sciagura. La visibilitàcertamente'erri'nulla. ! Forse c'è stato un guasto all'altimetro; sembra infatti da escludere un errore di rotta. L'apparecchio ha urtato in pieno contro la parete rocciosa e si è sbriciolato. I rottami coprono una lunga striscia di terreno. I due motori sono stati scagliati a duecento metri dal luogo dell'urto. Ali, carlinga, timoni, sono a pezzi. E' probabile che i componenti l'equipaggio siano morti sul colpo. Ma vi sono tre salme a circa quattrocento metri di distanza. Possibile che l'urto le abbia scagliate così lontano? O non sembra più logico ritenere che quei tre uomini, rimasti feriti, abbiano cercato disperatamente la salvezza? Quel telone rosso di segnalazione steso sulla neve presso i tre corpi inanimati fa appunto ritenere valida quest'ipotesi, che rende più pietoso il dramma della loro sorte. Le ferite, aggravate dal freddo intenso della montagna, hanno reso però vano il loro coraggioso tentativo. Per tre volte oggi il nostro elicottero è tornato sul luogo col proposito di atterrare nella speranza, purtroppo esibissimo, di trovare dei feriti da soccorrere. La limitatissima larghezza della gola ne ha impedito l'attuazione: le pale dell'elica rischiavano di urtarvi al più lieve sbandamento, frantumandosi. A bordo erano stati presi un ufficiale e un sottufficialp degli alpini, muniti di viveri, medicine, sacchi a pelo, sci e racchette; per tre ■ volte l'elicottero ha cercato di farli scendere con una scaletta o con una fune collegata a un verricello; il tentativo non è riuscito, l'apparecchio non ha potuto abbassarsi di quel tanto che bastava. Al crepuscolo le operazioni sono state sospese. Verranno riprese domattina col « Sikorsky » attrezzato per il trasporto di barelle, e con un « Agusta-Bell » che il centro di soccorso aereo ha fatto arrivare a Cuneo di rincalzo. Intanto questa sera a mezzanotte partono — è stata soelta la marcia notturna per evitare il pericolo di valanghe — tre squadre formate da alpini, carabinieri e guardie di finanza, che domattina saranno sul luogo della catastrofe, coordinando con gli elicotteri le operazioni. Giuseppe Farad L'aereo tedesco è precipitato in una gola di Cima Pagari 1 i 111 IllIIMCICIMIIll I II i II 111 i 11 [ 11111 i 111 III III 111113 U1111M11111! 1111111111111111 11 11 ] i 1111111111111111111111

Persone citate: Giuseppe Farad