Il divorzio non indigna più gli inglesi è un dramma personale che merita rispetto

Il divorzio non indigna più gli inglesi è un dramma personale che merita rispetto Il divorzio non indigna più gli inglesi è un dramma personale che merita rispetto Prima della guerra un divorzio avrebbe troncato la carriera di un uomo politico - Oggi nessuno chiederebbe l'allontanamento dal governo di Duncan Sandys che si separa dalla figlia di Churchill, e non ci si stupisce che il futuro suocero di Margaret sia alla terza moglie - l matrimoni si sciolgono più facilmente; e tuttavia i divorzi sono diminuiti da 60 mila nel '47 a 23 mila nel '59 (Nostro servizio particolare) Londra, 9 marzo. Prendiamo due notizie di questi giorni. La prima ci informa che il ministro della Difesa, Duncan Sandys, ha chiesto il divorzio dalla moglie per abbandono del tetto coniugale. La moglie è la figlia maggiore di Sir Winston Churchill, Diana, di 50 anni. L'altra notizia ci ha rivelato l'irrequieto passato coniugale dell'avv. Ronald Owen Lloyd ArmstrongJones, padre del fotografo che il 6 maggio sposerà la principessa Margaret. Questo signore ha avuto tre mogli. La prima fu Anne Messle, risposatasi nel 1935 al conte di Rosse, suo attuale marito. La seconda, l'attrice Carol Coombe. La terza, cui il sessantenne avvocato si è unito poche settimane or sono, è la hostess Jenifer Unite, di 31 anno. Cerchiamo, adesso, d'immaginare i due avvenimenti nel clima morale e sociale di pochi lustri or sono. Duncan Sandys, sebbene uomo di gran valore, avrebbe dovuto dire addio alla carriera politica. Il fotografo sarebbe forse riuscito ugualmente a sposare la sorella della regina, ma i tre matrimoni paterni avrebbero sconvolto l'opinione pubblica e gli ambienti di corte. «La principessa avrà tre suocere! >, avrebbero detto con sdegno gli esponenti religiosi, mentre mille voci avrebbero malignato sui trascorsi coniugali dell'avv. Armstrong-Jones, traendone la prova che Margaret correrà seri rischi col matrimonio. Cosa è avvenuto invece quest'anno? La notizia dell'imminente divorzio del ministro è stata riassunta dai giornali inglesi in cinque righe e relegata nelle ultime pagine. E nelle valanghe di pettegolezzi e indiscrezioni sul fotografo di corte i tre esperimenti nuziali di suo padre sono quelli che hanno destato meno interesse. I due episodi hanno confermato una constatazione già fatta altre volte. I divorzi non interessano più, in Inghilterra, « non fanno più notizia », come si dice in gergo giornalistico. Il tramonto di un matrimonio è considerato non uno scandalo ma un dramma personale, un fallimento su cui nessuno ha diritto dì esprimere giudizi. Lo stesso vale per le seconde nozze, quei tentativi, sovente fortunati, di ricostruire sulle ceneri del passato. I precedenti coniugali dì un uomo o di una donna non destano che lieve curiosità, sono al màssimo oggetto di pettegolezzi fra i vicini, e pari rispetto è esteso, quasi sempre, e quelle coppie che vivono sotto lo stesso tetto pur non essendo unite da rito religioso o civile. Questo atteggiamento è influenzato solo in parte dalla libertà di costumi e dal diffuso edonismo che hanno sostituito, nell'Inghilterra post- bellica, i rigori puritani di un tempo. Esso scaturisce invece da una più affettuosa tolleranza verso i drammi coniugali altrui e da una più profonda comprensione del problema. Fino a venti, trent'anni fa, il divorzio era considerato prerogativa di immorali o di eccentrici; gli anni successivi, soprattutto la guerra e l'indipendenza del « sesso debole >, hanno mostrato che il matrimonio era, come tante altre istituzioni umane, una fragile cosa, esposta a mille pericoli ed a mille minacce, e che anche gli sposi più forti e più retti potevano soccombere alla sconfìtta. Si cominciò insomma a vedere il divorzio non più come un gesto di leggerezza (anche se talvolta lo può essere), ma come fonte di accorata speranza. A questa indulgenza non è corrisposto — come si potrebbe pensare — un graduale aumento nel numero dei divorzi. E' avvenuto — e sta avvenendo — il contrario. Nel 1947 furono sciolti in Inghilterra 60.254 matrimoni; nel '51, 38 mila 382; nel '57, 27.210; nel '58, 25.584. Il totale per il '59 non è ancora noto ma sembra non superi i 23 mila. Vi è chi osserva che queste cifre sono cinque volte più alte di quelle prebelliche, ma costoro dimenticano che solo nel 1937 divenne possibile ottenere un divorzio per crudeltà ed abbandono del tetto coniugale e solo nel '49 lo « Stato assistenziale » permise ai ceti più umili di ottenere giustizia senza alcune spesa. Il divorzio è dunque in declino e gli esperti prevedono che, salvo sconvolgimenti sociali, tale tendenza continuerà sempre più marcata. Le ragioni sono diverse. Il maggior benessere, la più serena atmosfera nazionale ed internazionale; e, secondo molti, la stessa libertà fra i due sessi. Né vanno dimenticati i sempre più numerosi centri per consigliare i fidanzati e per assistere, nelle loro difficoltà, gli sposi infelici. Tale assistenza non è limitata al solo campo dei rapporti fisici ma si estende ad ogni aspetto della vita coniugale, incluso quello finanziario. Una cifra compendia la vasta e preziosa attività. Nel 1958 il solo «National Marriage Guidance aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiti o l 9 e o à ; i e i i , a o e Council » ha soccorso, con i suoi consigli, ben dodicimila coppie. Gli effetti più interessanti si hanno in campo politico. Fino a venti, trent'anni fa un divorzio poteva essere la fine di una carriera e precludeva qualunque entrata in un ministero. Oggi, le peripezie coniugali di un uomo politico non hanno il minimo peso sulle sue fortune. Abbiamo detto di Sandys. Ma non è l'unico tra i ministri ed ex ministri conservatori. Selwyn Lloyd, Peter Thorneycroft, Ernest Marples, Anthony Eden, Walter Monckton, sono tutti passati per il tribunale dei divorzi. Se i laburisti andassero al governo la situazione non cambierebbe. Il nuovo Primo ministro sarebbe Hugh Gaitskell, che ha sposato una donna il cui matrimonio fu disciolto da un tribunale civile. Nelle altre categorie sociali e professionali la situazione iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii non è diversa. Fino a prima della guerra un avvocato, un direttore di banca ed un contabile (raggruppati tutti in « corporazioni » che impongono severe regole di condotta) accusati di adulterio, sarebbero stati quasi certamente radiati dall'albo. Oggi, le vicende amorose o coniugali dei soci delle tre corporazioni sono considerate faccende personali e l'unico ordine, ove la severità di un tempo non è attenuata, è quello dei medici. Rimane il bastione della reggia, e non può essere altrimenti perché il sovrano è anche capo della Chiesa anglicana. Ma il consenso concesso da Elisabetta alle nozze di sua sorella con il figlio di un pluridivorziato rivela che anche a Buckingham Palace, pur negli angusti limiti concessi, non si è sordi al nuovo tollerante spirito che prevale nel paese. Mario Cìriello iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiift

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