La principessa Pigliatelli si uccide per il dolore d'aver perso il marito
La principessa Pigliatelli si uccide per il dolore d'aver perso il marito Pietosa fine in un alloggio di via Consolata La principessa Pigliatelli si uccide per il dolore d'aver perso il marito Aveva 66 anni - Suoi marito, generale, era morto tre mesi fa per collasso cardiaco - Vinta,dallo sconforto ha diviso gioielli e denari fra le persone che la assistevano, poi si è coricata ed ha aperto il rubinetto del gas Dal 1946 abitavano In un signorile alloggio al primo piano di via Consolata 8 il principe generale Riccardo Pignatelli di Montecalvo, di 78 anni, e la consorte, donna Emma Noebl, di 66 anni. Il principe aveva dimorato per lungo tempo all'estero e a Budapest aveva conosciuto e sposato donna Emma, nativa di Praga e appartenente ad una delle più nobili famiglie cecoslovacche: nella capitale ungherese I coniugi avevano abitato sino al 1946. La guerra, l'arrivo dei russi e l'instaurazione del regime comunista li avevano praticamente spogliati di tutti 1 loro beni, che erano cospicui. Nel 1946 riuscirono ad abbandonare l'Ungheria e vennero a Torino dove contavano numerosi parenti ed amici. Del loro ingente patrimonio di gioielli avevano salvato molto poco. Comunque il principe aveva la pensione di generale e in più era valido collaboratore del ramo trasporti dell'agenzia di Torino dell'Istituto nazionale delle Assicurazioni: lavoratore energico, competente di problemi economici (per più di vent'annl, prima della guerra aveva ricoperto cariche direttive a Budapest, presso la Camera di Commercio italo-ungherese), egli aveva saputo, se non riformarsi la considerevole fortuna di un tempo, raggiungere comunque una solida e tranquilla posizione finanziaria. Verso i primi di novembre dello scorso anno, improvvisamente, accusava disturbi cardiaci. Ricoverato il 10 novembre all'ospedale Maurlzlano, non si riprendeva più: e il 7 dicembre cessava di vivere. La moglie gli era attaccatissima: per lei la morte del marito era un colpo tremendo. Non erompeva In singhiozzi, non dava dimostrazioni pubbliche di disperazione. Ma da quel giorno si chiudeva in casa e non si faceva più vedere da nessuno, se non dalla portinaia, signora Maria Teresa Bottero, che ogni mattina alle 8 le portava il giornale, e da una suora del Cottolengo che per alcune ore al giorno l'assisteva (dopo la morte del marito, la principessa, già cagionevole di salute, s'era ammalata). Il giorno 2 marzo donna Emma decideva di uccidersi. Con meticolosa cura ordinava In un armadìo tutti 1 suol gioielli, le cose di valore e i libretti di risparmio (con depositi di alcuni milioni). A ciascun oggetto univa un blbllettlno in cui ne specificava la destinazione: per lo più a congiunti e a persone che le avevano usato premure e cortesie (pare ci fosse un dono per la custode e un milione per la suora del Cottolengo). L'altra sera la principessa staccava il bocchettone del fornello a llllllllllllliuillllllllllllllllllllllllllllltlllllltltllll gas e si stendeva su un lettino in cucina attendendo la morte. L'allarme veniva dato dalla custode che ieri mattina alle 8 suonava senza aver risposta. Si avvertiva una nipote della principessa, la signora Carolina Simo- ■IIIIIIItlllIflIIIIIIIIIIllllllllllllItlllIIIIIItllllllllll nls, abitante in via Vela 7. A sua volta la signora Simonis telefonava al Commissariato Moncenislo. Il funzionarlo dott. Martuscclli inviava sul posto un sottufficiale. La porta veniva forzata. L'alloggio era saturo di gas. Il medico municipale constatava che la nobildonna era deceduta dalla sera precedente. La sua fine ha destato viva impressione In tutto il quartiere. I pochi che l'avevano veduta e avvicinata dopo la scomparsa del marito sono concordi nel dire: «S'era lasciata andare, vestiva senza cura... Non pareva più lei. Era taciturna, triste, assente... Non voleva più vivere». a principessa Emma Noebi e il marito gen. Pignatelli
Persone citate: Carolina Simo, Maria Teresa Bottero, Montecalvo, Pignatelli, Riccardo Pignatelli, Simonis
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