Il sardo Aru conserva il suo primato nella dura tappa Oristano-Nuoro
Il sardo Aru conserva il suo primato nella dura tappa Oristano-Nuoro Il sardo Aru conserva il suo primato nella dura tappa Oristano-Nuoro Van Looy si aggiudica il saccesso in volata, ma il giovane corridore italiano aumenta il vantaggio in classifica - Nencini non trova « alleati » per un attacco a fondo - Il Giro ciclistico di Sardegna termina oggi (Dal nostro inviato speciale) Nuoro, 3 marzo. Sul traguardo di Nuoro tre uomini si sono affacciati insieme per disputarsi la vittoria in una fiacca volata. Due stranieri, Van Looy e De Roo, e un italiano, Nencini. I-encini, stanco per il lungo lavoro compiuto nel finale di tappa, Iha attaccato da lontano, sperando nella sorpresa. Van Looy e De Roo, senza fatica, lo hanno superato, Van Looy ha vinto, De Roo si è piazzato secondo, al toscano è rimasto soltanto il terzo posto. Ma non basta. A 10" dal' terzetto, ecco sbucare altri sei atleti. Nell'ordine: Schroeders, Daems, Kerkhove, Boni, Nisten e Aru. Aru, proprio lui, il ragazzo sardo. E ciò significa che Aru'è rimasto al comando della classifica, perfino aumentando da 8 a 24 secondi il suo vantaggio su pambianco. Questo vuol dire che tutti i piani di battaglia sono praticamente sfumati. Se il giovanotto di Cagliari resiste anche domani, la stagione ciclistica esordirà con una grossa sorpresa. Perché, stasera a Nuoro, è davvero la perplessità a dominare. Nessuno si sogna di togliere ad Aru i suoi meriti, ma nessuno riesce a capire come gli assi italiani, i cosiddetti assi, non siano stati capaci a centrare il bersaglio. Conside- riamo pure che l'obiettivo fosse particolarmente difficile da raggiungere, dal momento che a molti corridori (e a chi li guida) il successo di uno sconosciuto finisce evidentemente co! non dispiacere troppo; ma la perplessità c'è e resta, poiché si sta ripetendo in sostanza una vecchia storia, la storia del terzo che gode fra i due litiganti. Oggi, dal più al meno, le cose hanno offerto la traduzione in pratica, di questo piccolo, semplice ed umano ragionamento. Da tappa, partita, da Oristano, si è trascinata a lungo senza alcun, interesse, il tracciato era più duro per la offensiva di un vento quasi ciclonico che non per le salite piuttosto pedalabili. Scapparono Metra e Casati. I due conquistarono un vantaggio di oltre tre minuti, poi una raffica di vento gettò a terra Metra e il vantaggio della coppia prese a diminuire. All'inizio dell'ultima rampa i due avevano decisamente il flato corto, Mancavano circa 20 chilometri a Nuoro. Due uomini schizzarono via, alla caccia dei battistrada. Uno era Chiodini e l'altro Aru. Tutti nella carovana furono meravigliati. Aru piombò su Metra e Casati, li piantò in asso, proseguì da solo. Venne acciuffato da Schroeders. Poi fu Schroeders ad andarsene senza compagnia. Dietro intanto Nencini gettava energia a piene mani per inseguire. Il toscano, trascinandosi a ruota Van Looy e De Roo, acciuffò Aru, arrivò anche a prendere Schroeders. Nuoro era vicinissima; rimasero in testa Nencini, Van Looy e De Roo. Nencini invitò gli altri due a collaborare. Van Looy — a quanto si dice — mercanteggiò l'aiuto. De Roo, che pure avrebbe potuto diventare leader del Giro, non disse né sì né no. Ma né il portacolori della Faema, né quello della Fynsec tirarono un metro. E per Nencini i sogni di un trionfo andarono in fumo. L'ordine di arrivo sottolinea l'esiguità dei distacchi, mentre la classifica, quasi si diverte a stringere nel giro di pochi secondi i sei uomini di testa, che ancora sono in grado di vincere la competizione. Manca una tappa, quella di domani, la Nuoro-Sassari di 218 chilometri, con notevoli difficoltà nella parte centrale. Nencini, se avrà energia sufficiente, attaccherà ancora, qualche c non belligeranza» di oggi potrebbe trasformarsi in attiva partecipazione ad un'eventuale offensiva contro Aru. Ma quali sono i veri, i reali limiti di Aru? L'esito della corsa è avvolto in un gran punto interrogativo Gigi Boccacini Ignazio Aru, il ciclista-rivelazione del Giro di Sardegna
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