los De Roo vince a Formia davanti a Nencini Van Looy e Darrigade con 18 minuti di ritardo

los De Roo vince a Formia davanti a Nencini Van Looy e Darrigade con 18 minuti di ritardo Inatteso epilogo della prima tappa dei Giro ciclistico di Sardegna los De Roo vince a Formia davanti a Nencini Van Looy e Darrigade con 18 minuti di ritardo Il direttore di corsa rimprovera per lo scarso impegno il gruppo degli assi ritardatari - L'olandese che ha tagliato il traguardo da vincitore ha ventitré anni - Anche Poblet staccato - Oggi a Napoli DAL NOSTRO INVIATO Formia, lunedì mattina." Il Giro di Sardegna si è ini? ziato con una grò/ina sorpresa. Alla vigilia, ieri a Roma, aticora nella tarda 'mattinala mentre s> svolgeva il lungo'cerimoniale ohe serviva di prologo alla prima tappa, tutti i pronostici erano decisi nel sentenziare: « I favoriti si chiamano Van Looy, Darrigade e Poblet nell'ordine. Si tratta soltanto di stabilire quali corridori resteranno nella loro scia*. Ebbene, al traguardo di Formia, il plotone che comprendeva appunto Van Looy, Darrigade e Poblet è arrivato con un eccezionale ritardo, il pubblico per vedere % famosi favoriti batterai in una stanca volata ha dovuto aspettare quasi 19 minuti dopo che il guizzante De Roo aveva vinto allo sprint su un gruppetto formato da Nencini, Daems, Battistini, Tino Coletto e Aru. Avanti di raccontare quanto è successo, presentiamo subito il vincitore. Uno straniero. Jos De Roo è nato in OlanA da ss anni fa, è un ragazzone bianco e rosso, dal volto dipinto con l colori della salute. Non \è ancora un personaggio im¬ portante: poeti giorni fa si è imposto in un circuito a Grasse ed è finito j quarto à Monaco, nel 19S9 ha trionfato ad Anversa in una Bei giorni riservata ai giovani, e si è piazzato ventiseiesimo ai campionati del mondo. De Roo, ieri, ha avuto buon fiuto nel cacciarsi a capofitto nella fuga indovinata, in quella fuga che probabilmente ha dato una piega risolutiva all'intera competizione. L'episodio si e verificato una trentina di chilometri dopo la partenza. Scattavano 15 uomini, fra cui Pambianco, Carlcsi, e Favero, ai quali presto se ne aggiungevano altri li, cpndotti da Nencini. Defilippis, Massignan e Maser. Uno dei S7 che erano così al'comando — il sardo Garau — bucava, e i ventisei si prodigavano ad insistere nel tentativo, probabilmente nemmeno convinti della riuscita. Nel plotone di testa erano rappresentate le le squadre in lizza e questo particolare costituì uno dei molivi per cui la reazione del gruppo fu scarsa, se non addirittura nulla. Dei campion., si erano lasciati sorprendere Van Looy, Darrigade e Poblet. Poblet faceva fatica, lo si' vedeva ad occhio nudo. Van Looy seccatissimo di essersi lasciato giocare, fingeva di non preoccuparsi, apparentemente rassegnato. Darrigade tirava di tanto in tanto, ma senza slancio. Trenta, quaranta chilometri bastarono a produrre un distacco di proporzioni notevoli che lungo l'interminabile rettilineo di Terracina oscillava sui 10 minuti. Il direttore di corsa, il colle- ga Facetti infilò la sua macchina in mozzo ai ritardatari e chiese, con toni bruschi, se nessuno almeno provasse un po' di vergogna. Un silenzio di tomba gli rispose. Solo-Darrigade, punto sul viso da chiari riferimenti sulla sua maglia di campione del mondo, replicò in modo piuttosto secco che lui poteva si pedalare con energia, ma che proprio non scia sentiva di spingere gli altri. Sulla stessa < fettuccia > di Terracina durante il Giro d'Italia del 'B9 era accaduto qualcosa del genere; l'avv. Ambrovint aveva cercato di scuotere l'apatia dei ciclisti che si addormentavano al sole. La zona, si vede, è adatta agli imprevisti. Allora — nel Giro d'Italia — il cicchetto, se la memoria ci aiuta, servi allo scopo. Anche ieri gli animi si scandarono al rabbuffo, il battibecco con Darrigade protagonista ebbe il potere di accelerare il passo dei corridori. Ma la calma ritornò subito, implacabile, ad annegare ogni velleità nel sudore provocato dal caldo cocente. I favoriti davano l'addio senza gloria alle aspirazioni battagliere, lasciavano cioè campo libero ai fuggitivi. La tappa si decise sulle rampe di Itri, a una diecina di chilometri da Formia. Qui scapparono Nencini, Pambianco, Cortesi e Moser, Vennero ripresi. Nencini scappò ancora, alla ruota gli rimasero Daems, Battistini, Tino Coletto, De Roo e Aru. Gioco fatto. Una ripida discesa, il violone di arrivo. Successo chiaro di De Roo Defilippis a ventitré secondi regolava in volata la pattuglia di quanti si erano fatti staccare sulla salitella. Darrigade, Van Looy e Poblet giungevano a 18' e W'. La folla, generosa, ha applaudito lo stesso e si è entusiasmata all'annuncio della media del vincitore, chilometri H,iSS. Una media, detta per inciso, forse un po' esagerata. Oggi si corre la FormiaNapoli di 101 km., con qualche saliscendi nella parte iniziale. Assisteremo alta riscossa dei grandi sconfitti t Nessuno, a dir la verità, ci crede. Per il trionfo finale del Giro di Sardegna sembrano piuttosto essere rimasti in lizza sette italiani: Nencini, Coletto, Defilippis, Carlesi, Favero, Pambian- co e Moser. Ma non eccediamo in fiducia-: è la prima corsa a tappe della stagione, la porta è spalancata a tutte le sorprese, e i ritardi, che san- n:» di esagerata scarsità d'impegno, non sono destinati, ah meno per ora, a suscitare troppo scandalo. Gigi Boccacini L'olandese De Roo taglia vittorioso U traguardo (Telefoto)