Sfortunati i bianconeri, veloci i bergamaschi

Sfortunati i bianconeri, veloci i bergamaschi Dopo otto vittorie consecutive la capolista perde^per la prima volta in casa Sfortunati i bianconeri, veloci i bergamaschi Zavaglio segna la rete decisiva - Emoli bloccato per metà partita da uno strappo muscolare - Sivori e Roncoli espulsi - Rigori neg:,li dall'arbitro Dòpo una marcia trionfale durata otto giornate consecutive, alla nona la Juventus ha messo il piede su di una buccia di limone ed è crollata. Non è il caso, ci sembra, di farne un dramma. I dirigenti temevano, da una domenica all'altra,, questo colpo d'arresto, ma certo mai si attendevano che si verificasse proprio contro un avversario che sembrava non aver titoli sufficienti per sperare di realizzarlo. Ohe abbia avuto molta sfortuna la Juventus non ci sembra contestabile. Tra la sfortuna che di solito incontrano le squadre che capitano in una giornata negativa: salvataggi miracolosi dell'avversario, Uri che non trovano mai il corridoio giusto, occasioni fallite per puro caso ad un passo dalla porta, tòcchi casualmente ora troppo forti oratroppo deboli, palloni beffardi che sembrano andare sempre in cerca di un piede, di una gamba, di una schiena che li respingano. 'Succede così quando è destino che si debba perdere. Ma il destino non è però l'unico responsabile della sconfitta. La squadra aveva ancora nelle gambe la partita di mercoledì scorso contro il Padova. Fra la Juventus di mercoledì e quella di ieri correva un abisso, e non solo per merito della pur brava Atalanta. Il ritmo non era più quello soli to, incerti i piazzamenti, stentato il palleggio, confusa la manovra. La Juventus ci appariva potente ancora ma rigida, mancante di souplesse, con l'estro offuscato. Cesarini ci diceva alla vigilia che teme va queste tre partite in otto giorni, la sua squadra era in oontinua tensione, prigioniera della sua fama e dell'attesa sempre crescente del pubblico, in obbligo non solo di vincere ma di stravincere, sempre in cattedra a dare spettacolo di bel gioco. Egli temeva una volta o l'altra un inceppamento del suo magnifico motore, a l'inceppamento è venuto. Poi, c'è la parte dell'Atalanta che non è stata certo una spettatrice passiva del gioco. Essa ha giocato guardinga perché aveva paura, ma non si è però chiusa in un catenaccio rigido. Squadra di movi mento ha adottato una difesa elastica che le ha permesso ai controllare l'attacco avversario senza restarne soggiogata. Non ha sciupato l suoi uomini in marcature cocciute ma li ha fatti correre. E' stata questa grande capacità di movimento di tutti che ha creato davanti alla sua porta uno sbarramento non massiccio ma sempre manovrante che apriva ogni tanto degli squarci di contrattacco. Ad esempio, abbiamo visto più volte Longoni nella propria area di rigore, ma egli non è mancato mai in nessuna azione offensiva. Retrocedevano i mediani ed i laterali, poi tutto il blocco centrale usciva dalla mischia e metteva in moto la manovra di contrattacco, sempre cercando di non sciupare i palloni, attenti tutti ad ogni battuta di passaggio. Pizzi, Marchesi, Ronzon e Maschio, ma specialmente i due ultimi, hanno svolto un lavoro che merita la più ampia lode, lavoro di fatica e di intelligenza-, di grande impegno, ma anche sorretto e guidato da un senso sicuro del gioco. Insomma, una squadra agile, fresca, scattante, energica nel difendersi ma all'occorrenza ricca di slancio e non' avara di idee, sempre all'agguato e mai rinunciataria, composta non solo di atleti tenaci ma anche di ammirevoli maratoneti. La vittoria premia tutti questi meriti della squadra bergamasca. Le circostanze l'hanno non poco aiutata, ma al disopra della fortuna sta la prova grande di tutti i suoi uomini, dal magnifico portiere Cornetti, una vera rivelazione per noi, a Gustavsson, al due terzini e alle due ali, oltre ai quattro sopra nominati, anima e vita del gioco della squadra. Resta a vedere come è maturata la vittoria dell'Atalanta. La Juventus ha attaccato subito al fischio d'inizio e per un quarto d'ora circa l'Atalanta quasi non è riuscita a superare la linea di metà campo. I/andamento di questo inizio della partita faceva prevedere una facile vittoria juventinà. Bisogna dire che per tutto il primo tempo, l'Atalanta non è mai riuscita a rendersi veramente pericolosa. I tiri che hanno . impegnato Vavassori non erano tali da avere molte pretese, i bergamaschi si muovevano un po' guardinghi e dovevano più che altro guardarsi dall'lnfuriare degli attacchi juventini, confusi ma poderosi come massa. Nella prima metà di questo primo tempo si verificavano due episodi che avrebbero potuto cambiare faccia alla partita. Al 9' minuto, in continuazione di un'azione dalla destra, si creava davanti alla porta di Cornetti una mischia da cui i bergamaschi si sono salvati per miracolo. Centrava dapprima Lojodice, la palla respinta corta da un difensore veniva ripresa da Boniperti il quale si spingeva fin quasi sulla linea di fondo centrando da quella posizione forte ed a mezza altezza verso la porta. Cornetti usciva, intercettava la palla ma non la tratteneva, la riprendeva Sivori che tirava da pochi passi: rimpallo; pronto Lojodice si buttava a sua volta sulla palla tirando da non più di cinque passi, ma questa volta chi respingeva era la schiena di Charles il quale stava dibattendosi nella mischia per cercare spazio e per sfuggire alla marcatura di tre o quattro avversari. L'Atalanta uscì da questo trambusto come uno che sul punto di annegare insperatamente ritorni a galla. Il secondo episodio si verificava al IT -minuto. Sivori entrando in piena velocitd in area di rigore con la palla ai piedi veniva spinto a terga da Roncoli e mandato bocconi a terra. Cerano gli estremi del rigore, non si potrebbe negarlo. I/arbitro che poco prima aveva già sorvolato su un «mani» di Maschio pure in area, disse di no, ma si trovò I poi costretto, al ST fella ripre-jsa, a chiudere ancora un occhio su up grosso fallo in area di Oarzena contro Longoni, quando già l'Atalanta, stava vincendo. Non ci sembra che questo sia il modo migliore di arbitrare, compensando gli errori e chiudendo gl> occhi quando invece è necessario tenerli aperti. Poco dopo il fallo su Sivori l'arbitro si affrettava però a fischiarne uno contro Charles che aveva cercato di spostare un avversario con una spinta da tergo, naturalmente senza Smuoverlo. Va a vedere cos'hanno nella testa gli arbitri! Se la Juventus fosse riuscita a realizzare almeno in uno di questi episodi, forse la partita avrebbe preso un'altra piega per la necessità in cui l'Atalanta si sarebbe trovala di alleggerire la difesa per ricuperare. Sono supposizioni Per tutto il primo tempo il gioco continuò sullo stesso tono: la Juventus sempre proiettata all' attacco, V Atalanta chiusa ma attenta a svincolarsi al momento opportuno. Un solo uomo marcato già in partenza: Charles, da Oustavsson. Quasi sempre libere erano in- Bivori, ma, vece le partenze di il suo palleggio in vagante gli attirava invariabilmente addosso due o tre avversari ed egli finiva con l'innervosirsi. Venne la fatale ripresa. Erano trascorsi appena tre minuti che Emoli veniva bloccato da uno strappo alla coscia sinistra. Si ricorderà che anche a Bergamo il juventino era stato virtualmente estromesso dai gioco verso la metà della ripresa da una contusione alla caviglia. Chi si ricordava di quel lontano episodio dovette interpretare il nuovo infortunio come un segno di giornata avversa. Emoli restava fuori due minuti e rientrava al 5', del tutto fermo all'estrema destra. Tre minuti dopo l'Atalan ta legnava. Lozione decisiva partiva da un passaggio di Pizzi all'estrema destra Olivieri. Quest'ultimo centrava basso verso l'accorrente Zavaglio piazzato nel la sua normale posizione di centro e sul quale si era subito portato Cervato. I due correvano affiancati diagonalmente verso destra e giunge vano, sempre a gomito a gomi to, a un metro o due dalla linea di fondo, sulla sinistra di Vavassori ed a quattro o cin•que metri dal montante. Vavassori ebbe in questo momento la malaugurata idea di uscire dai pali. Di questa mossa non siamo riusciti a capire la necessità. E' sembrato che Za vaglio non attendesse altro. Quando Vavassori giungeva presso la coppia, il bergamasco riusciva a cogliere l'istante favorevole per deviare, più che tirare, la palla verso la porta. Lentamente, saltellando, la sfera percorreva il breve spazio e andava ad adagiarsi nell'angolo della rete. Il gol è stato come un colpo di fulmine per la Juventus. Il suo gioco invece di acquista re consistenza e vigore, si disgregò. La squadra gradata mente si sfasciò come complesso, restavano i singoli a lottare disordinatamente senza ordine o intesa. Al 18' Sivori e Roncoli venivano espulsi per reciproco scambio di scorrettezze. La Juventus si trovò ridotta a nove uomini perché Emoli continuava a far da spettatore.. La mancanza di Sivori non era certo compensata da quella di Roncoli, non solo per il diverso valore dei due giocatori, ma soprattutto perché un difensore lo si sostituisce più facilmente di un attaccante. Al declino del gioco offensivo della Juventus facevano riscontro la calma, la compu'tezza, l'immutabile mobilila dell'avversario che ora tendeva con palléggi, a volte perfino oziosi, a rompe re il ritmo aggressivo dei bianconeri, temporeggiando a mezzo campo, come esitando nell'azione di contropiede. La Atalanta cercava insomma di non inasprire l'avversario, mirava a'conservare il bottino ed a mantenere la partita in un clima di lotta serena. Ma è stato proprio in questo periodo che la Juventus ha ancora sfiorato la vittoria. Al 25?, su centro di Stacchini, Boniperti tirava da sette od otto metri a portiere fuori dai pali, ma il bolide incontrava la testa di Pizzi a un metro dalla porta, si alzava a candela e usciva sorvolando la traversa. In certi momenti la mischia diventava un drammatico urto di corpi catapultati. Charles, circondato sempre da due o tre avversari, si aggirava in quel labirinto come un leone in gabbia, impossibile sfondare. Proprio a Charles capitava a tre minuti dalla fine l'ultima occasione su un centro basso di Boniperti dalla sinistra a non più di mezzo metro dai pali. L'inglese arrivò in spaccata come una catapulta: un attimo prima la palla era passata davanti alla porta vuota! Se questo non è destino... Ettore Berrà JUVENTUS: Vavassori; Garzena, Sarti; Emoli, Cervato, Colombo; Lojodice, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini. \ ATALANTA: Cornetti; Cattozzo, Roncoli; Pizzi, Gustavsson, Marchesi; Olivieri, Maschio, Zavaglio, Ronzon, Longoni. ARBITRO: Leita, di Udine. RETE: Zavaglio all'8' della ripresa. SPETTATORI: 20 mila, circa. Bonipertl (a sinistra accanto a Stacchino ha tirato, ma a portiere battuto salva Pezzi (n. 4) di testa mentre Charles rotola a terra (foto Moisio)

Luoghi citati: Bergamo, Udine