Il governo Milazzo alla vigilia del crollo di Enrico Altavilla

Il governo Milazzo alla vigilia del crollo IA CRISI .Vf « II. l.t.V.l Il governo Milazzo alla vigilia del crollo S'apre all'Assemblea regionale la discussione sulla mozione di sfiducia - Prevista per la prossima settimana la forma zione del governo di centro-destra presieduto da Majorana DAL NOSTRO INVIATO Palermo, lunedì mattina. Nel Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana, ha oggi inizio la battaglia parlamentare che entro le prossime ventiquattro ore porterà alla caduta del governo Milazzo. E' infatti in discussione una mozione di sfiducia che porta già le firme di quarantasei deputati. Tenendo conto che i membri dell'Assemblea sono novanta e che due di essi si asterranno sicuramente dal voto, la sconfitta del governo è fuori d'ogni dubbio. E', anzi, estremamente probabile che Milazzo non permetterà ai suoi avversari di contarsi e presenterà le dimissioni prima ancora del voto decisivo. Essendo scontato l'esito della battaglia parlamentare, tutta l'attenzione si concentra sugli sviluppi della crisi che comincerà ufficialmente domani, ma che è già in atto da dodici giorni, da quando, cioè, Milazzo fu piantato in asso da quattro dei suoi amici. Se non interverranno sorprese clamorose, la crisi si concluderà entro lunedì o martedì della prossima settimana, con la formazione di un governo di centro-destra, presieduto dall'indipendente Majorana della Nicchiara e composta da sei democristiani, due missini, due indipendenti, un liberale e un monarchico. Nei discorsi pronunciati ieri, in varie città siciliane, gli esponenti democristiani hanno tutti — sia quelli appartenenti alle correnti di destra, sia quelli appartenenti all'ala sinistra — riaffermato la volontà di tener fede al patto che firmarono la sera del tre febbraio per impegnarsi a formare un governo con le destre. « le non comprendo — ha detto il segretario regionale della de on. D'Angelo — quali sorprese possano attendersi gli osservatori politici, visto che per noi non c'è altra strada, 'se vogliamo distruggere il fron¬ te popolare ed il milazzismo, che l'accordo con le destre. Noi terremo fede agli accordi che abbiamo preso. C'è una mozione firmata da quarantasei de putati; questa mozione è una condanna aperta del milazzismo, del comunismo e dell'im mobilismo al quale le sinistre e i cristiano-sociali hanno condannato, per un anno e mezzo, la vita dell'Isola. I firmatari della mozione, e poco conta oggi i partiti ai quali essi appartengono, si sono associati per porre fine a questo stato di cose e assicurare, di conseguenza, il progresso economico e sociale dell'Isola Parole analoghe sono state pronunciate dall'on. Carollo, esponente della sinistra democristiana, che ha sostenuto l'impossibilità di un accordo con i socialisti. Non è, dunque, dalla Sicilia che è lecito attendersi delle sorprese. Queste, se dovranno venire, verranno da Roma. Soltanto la direzione centrale della de potrebbe rinnegare l'accordo concluso a Palermo con i partiti di destra. E in tal caso, sarà bene dirlo con chiarezza, si potrebbe favorire una crisi nel seno del partito di maggioranza, perché molti esponenti siciliani della de sono veramente risoluti a opporsi a una apertura a sinistra. Più volte, da quando siamo a Palermo, abbiamo sentito dire in pubblico, da qualìflcatissimì esponenti della de: < Se Roma dovesse tentare di costringerci all'accordo con i socialisti e con i milazziani, noi preferiremmo uscire dal partito *. Sono parole gravi. Non bisogna tuttavia escludere che queste minacce vengano profferite per intimorire i fanfaniani e i « basisti >. I comunisti si sono detti ieri convinti, nei discorsi tenuti a Palermo e a Catania, che la direzione centrale della de non interverrà e che a Palermo verrà formato un governo con le destre Enrico Altavilla

Persone citate: Carollo, D'angelo, Majorana